ANIT e CNI donano la medaglia della CURIA IULIA al Ministero

a cura della redazione | Importante momento di confronto fra Ministero della Cultura e associazioni numismatiche sotto il segno della Curia Iulia e dei monumenti di Roma

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Nel corso di un recente incontro a Roma il vicepresidente dell’ANIT Accademia numismatica italiana Stefano Bertuzzi ed Umberto Moruzzi, in rappresentanza della NIP e del CIN Comitato numismatico italiano, hanno donato al patrimonio pubblico un raro esemplare della bella medaglia del 1939 modellata dal maestro Giuseppe Romagnoli e dedicata ai restauri della Curia Iulia ai Fori Imperiali.

A ricevere il dono la dottoressa Alfonsina Russo, capo dipartimento del Ministero della Cultura e responsabile del DiVA – Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale e del Parco acheologico del Colosseo. Nel corso dell’incontro si è parlato di possibili future iniziative di approfondimento e divulgazione che abbiano al centro la numismatica come chiave di lettura dell’evoluzione urbanistica e monumentale della città di Roma. L’incontro, che Bertuzzi e Moruzzi hanno definito “estremamente cordiale e denso si potenziali iniziative per il futuro”, rappresenta dunque un passo avanti nella creazione di una rete di collaborazioni tra pubblico e privato per la valorizzazione della scienza delle monete e delle medaglie.

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Un esemplare della bella medaglia fusa in bronzo, opera di Giuseppe Romagnoli, per i restauri della Curia Iulia del 1939 (courtesy Moruzzi Numismatica)

Per quanto riguarda la medaglia della Curia Iulia, questa venne realizzata per fusione, nel 1939, a ricordo del restauro dell’antico edificio ai Fori Imperiali. Mussolini inaugurò il restauro il 9 maggio 1939. La Curia del Senato fu il cuore politico di Roma antica, infatti al suo interno si riunivano i Patres per discutere delle importanti decisioni da prendere per il governo. La Curia aveva anche un valore simbolico: costruita, secondo la leggenda, da Tullio Ostilio nel VII secolo a.C., sorgeva quasi al centro del Foro e funzionò fino all’80 a.C., quando Sulla la fece abbattere per ricostruirla più bella di prima.

Una quarantina di anni dopo Giulio Cesare decise di dotare la Repubblica di una sede più imponente e funzionale per il suo massimo organo legislativo ed iniziò la costruzione di un grandioso palazzo nelle immediate vicinanze del precedente, alle propaggini del Colle Capitolino. Nel 44 a.C. il palazzo non era ancora finito ed il Senato si riuniva nella Curia di Pompeo: fu proprio in quell’edificio che il 15 marzo Cesare entrò mentre Bruto, Cassio e gli altri congiurati lo stavano aspettando.

Benché il Senato avesse perso quasi tutta la sua importanza gli imperatori ampliarono il palazzo della Curia Iulia finché nel 238 d.C. un incendio lo distrusse completamente. Fu Diocleziano a ricostruirlo, dotandolo di un portone di bronzo. Dopo la caduta dell’Impero, il palazzo della Curia sembrava destinato alla completa rovina, ma nel VII secolo le sue strutture ancora in piedi furono utilizzate per costruirvi la chiesa di Sant’Adriano.