Assieme all’inedita 25 euro policroma debutta una 2 euro vaticana che trasforma in bassorilievo d’arte uno dei capolavori di Michelangelo Merisi

 

di Roberto Ganganelli | Sono una sorpresa, senza dubbio, i 25 euro in argento proof rettangolari e a colori (leggi qui per saperne di più) che la Zecca della Città del Vaticano ha in emissione il 25 giugno; nella stessa data, tuttavia, è prevista l’immissione sul mercato numismatico di una seconda, e più “classica” moneta celebrativa per Caravaggio, una magnifica 2 euro modellata da Chiara Principe e incisa da Uliana Pernazza.

Michelangelo Merisi, nato nel 1571 e morto nel 1610, come tutti sanno fu chiamato “il Caravaggio” dal nome della piccola cittadina lombarda, in provincia di Bergamo, dove aveva vissuto da fanciullo. La sua pittura rappresenta una delle più alte espressioni delle arti visive di ogni tempo, sconvolgente e appassionante.

Il "Fanciullo con canestro di frutta", oggi alla Galleria Borghese di Roma, fu dipinto da Michelangelo Merisi nel 1593 ed è il soggetto della 2 euro che la Zecca della Città del Vaticano ha fatto coniare per celebrare il 450° della nascita del pittore
Il “Fanciullo con canestro di frutta”, oggi alla Galleria Borghese di Roma, fu dipinto da Michelangelo Merisi nel 1593 ed è il soggetto della 2 euro che la Zecca della Città del Vaticano ha fatto coniare per celebrare il 450° della nascita del pittore

L’immagine presente sulla moneta da 2 euro (disponibile in 69 mila astucci a 18 euro ciascuno) è quella del dipinto intitolato Fanciullo con canestro di frutta, un quadro realizzato da Caravaggio nel 1593 ed oggi esposto nelle sale della Galleria Borghese di Roma.

“Caravaggio – sottolineano dal Vaticano – realizzò questo quadro durante la sua permanenza a Roma, dopo aver lavorato come apprendista presso la bottega di Simone Peterzano; l’opera, seppur giovanile, è già straordinaria per la precisione analitica e per la sensibilità di notazioni naturalistiche con cui è evocata la vita dei frutti raffigurati nel cesto”.

Quella precisione, quei dettagli, quella fresca vitalità e lo struggente realismo comunicate dalla figura del fanciullo e dai frutti della terra stipati nella canestra non erano affatto semplici da modulare nel piccolo spazio coniato del tondello interno dei 2 euro; eppure, due talenti italiani al femminile dell’arte del “picciol cerchio”, entrambi scaturiti da quella fucina di creatività e tecnica che la Scuola dell’arte della medaglia, sono riusciti nell’intento.

L’una, la giovane Chiara Principe, con una modellazione nitida e bilanciata nei rilievi come nelle proporzioni e l’altra, l’esperta Uliana Pernazza, con una mano che ormai – nel concept delle monete come nell’incisione dei materiali creatori – per la Zecca italiana rappresenta da tanti anni un’assoluta sicurezza.

Da questo binomio artistico è nata così una delle più belle monete da 2 euro che si siano viste da quando, nel 2004, vennero autorizzate nel circuito della moneta comune le prime emissioni bimetalliche celebrative; monete che, divenute ormai una consuetudine, anche se rappresentano una delle collezioni più seguite dagli appassionati spesso deludono per eccesso di astrazione o per soggetti poco coinvolgenti. Ma non è certo questo il caso,

Chiara principe, "coin and medal designer" italiana autrice dei 2 euro vaticani e con, all'attivo, collaborazioni con officine monetarie statali e private straniere
Chiara principe, “coin and medal designer” italiana autrice dei 2 euro vaticani e con, all’attivo, collaborazioni con officine monetarie statali e private straniere

Che dire poi dell’opera, sulla quale sono stati versati fiumi d’inchiostro? Il fanciullo in primo piano è raffigurato con i capelli spettinati, lo sguardo che pare perso nel vuoto, la manica che  scende sulla spalla;  infine il canestro di frutta, appare tenuto stretto quasi per “obbligo”.

Tutto sottolinea la grande abilità del Merisi nel ritrarre la realtà solo con il pennello e senza ricorrere a un disegno preliminare. Innovativa e quasi sconvolgente è l’espressione quasi femminile del ragazzo: esausto, le labbra carnose e semiaperte, il viso inclinato e la spalla destra seminuda, esprime una delicata e celata sensualità. Importante, poi, un altro significato simbolico dell’opera, legato al passare inesorabile del tempo, alla caducità della vita: i frutti raffigurati sono infatti dei doni transitori, come la bellezza umana destinati a finire, e lo si può leggere in quella foglia, quasi appassita, che si piega in basso al di fuori del canestro.