Quando l’ho incontrato per la prima volta – il cavaliere Alberto Bolaffi, che si è spento a Torino nella notte tra il 15 e il 16 luglio ad 89 anni – era l’estate del 2011, in una Torino non meno calda di Roma, varcando le porte della sua azienda nella storica sede di Via Cavour.
Quel signore di altri tempi, vulcanico e cosmopolita sebbene innamorato della sua città natale, pur nato e cresciuto nel mondo della filatelia – l’azienda di famiglia vanta il 1890 come anno di fondazione – dopo poche riunioni non ebbe dubbi nell’accogliere il progetto de Il Giornale della Numismatica, a tutt’oggi l’ultimo mensile dedicato a monete, cartamoneta e medaglie in Italia distribuito sia per abbonamento che in edicola tra il gennaio 2015 e l’agosto 2014.
Alberto Bolaffi, eclettico imprenditore, dalla filatelia ha saputo spaziare fino al campo dell’arte moderna e all’editoria e ad affermarsi anche nella numismatica
Fu una scelta lungimirante, sebbene non priva di rischi come altre fatte nel corso della sua lunga attività imprenditoriale dal cavaliere Alberto Bolaffi – semplicemente “AB”, nei corridoi e negli uffici di Via Cavour – che stava per l’appunto sviluppando, già da qualche anno, il settore numismatico dell’azienda con una sempre più marcata strutturazione del settore aste e il debutto nei metalli da investimento.
Il giornale della numismatica avrebbe proseguito le pubblicazioni online – anche questa una svolta innovativa, caldeggiata dal figlio Giulio Filippo Bolaffi che stava assumendo la direzione del gruppo – fino alla fine del 2017.
Anni in cui chi scrive ha avuto la possibilità di cimentarsi in progetti professionalmente appaganti che – dal suo ufficio tappezzato di fotografie, opere d’arte, copertine di riviste e cimeli di una vita intera – il cavaliere Alberto Bolaffi seguiva con attenzione e discrezione, pur senza mai risparmiare le critiche e le osservazioni del caso.
Il primo numero de Il Giornale della Numismatica uscito in edicola nel gennaio 2012: il mensile nacque per volontà di Alberto Bolaffi e diretto da Roberto Ganganelli
Un editore autentico, un imprenditore capace di stare al passo con i tempi e un uomo di vasta cultura e sensibilità artistica che vedeva nella numismatica una forma di collezionismo nobile e antico al pari di quello filatelico superando di slancio – lui, esperto cavallerizzo – lo stantio dualismo a volte sbandierato, in modo miope e dannoso, sia parte degli appassionati di monete che da quelli di francobolli.
Il cavaliere: ci ha sempre tenuto Alberto Bolaffi a quel titolo, e non certo per una forma di “subalpino narcisismo” fuori moda ma, come ebbe a ribadire in più di un’occasione, perché si trattava del titolo di “cavaliere del lavoro” e lui – entrato in azienda nel 1955 e che ben oltre gli ottant’anni continuava a recarsi in ufficio – ci teneva particolarmente che il lavoro venisse percepito da dipendenti e collaboratori innanzi tutto come un valore e l’azienda come una grande famiglia.
Il cavaliere Alberto Bolaffi durante una serata aziendale assieme ai figli Giulio Filippo (a sinistra, oggi a capo della Bolaffi SPA) e Nicola (a destra)
Ecco perché con amarezza ma anche con, nel cuore, un senso di privilegio per aver condiviso con il cavaliere Alberto Bolaffi anni preziosi di rapporto umano e professionale, gli dedico queste righe associando le mie condoglianze e quelle dello staff di CN Cronaca Numismatica ai figli Giulio Filippo e Nicola.