Nel IV secolo avanti Cristo la breve parabola delle coniazioni in bronzo nella città greca | Meglio microscopiche monete in argento che gli spiccioli “fiduciari”

 

a cura della redazione | Lo sapevate che è stato Aristofane in un passo dell’Ecclesiazousae (verso 816 e sgg.), la commedia presentata per la prima volta nel 392, ad informarci che la coniazione delle monete di bronzo ad Atene era stata bruscamente interrotta nel 394 a.C., appena quattordici anni dopo la loro entrata in circolazione?

Atene, come tutte le città greche, dalla fine del VII secolo a.C. aveva sempre coniato l’argento. Ma nel 406 a.C. – sotto l’Arcontato di Callias – la capitale dell’Attica attraversò una grave crisi politica ed economica; in mancanza di argento gli Ateniesi si videro così costretti a gettare nel crogiuolo per batter moneta perfino l’oro delle Vittorie del Partenone e, infine, a monetare per la prima volta anche il bronzo.

Atene, obolo in argento risalente al 470 .C. circa (mm 9 per g 0,68) ai classici tipi di Atena elmata e della civetta con foglia d'ulivo
Atene, obolo in argento risalente al 470 .C. circa (mm 9 per g 0,68) ai classici tipi di Atena elmata e della civetta con foglia d’ulivo

Vere e proprie monete di necessità a valore convenzionale, dunque, quelle in bronzo e destinate in tempi migliori ad essere rimborsate dallo Stato con monete in buon argento. Queste monete di bronzo avevano corso solo nella città e nei suoi sobborghi; “Fuori delle frontiere – ci narra Aristofane – paghiamo i nostri debiti con monete di buon metallo, mentre noi ci serviamo di cattive monete di rame rivestite della più grossolana impronta”.

Ma gli Ateniesi non avevano fatto i conti con la Legge di Gresham, ossia con il fatto che la moneta cattiva scaccia la buona. Le monete d’argento finirono infatti per “emigrare all’estero” mentre ad Atene restava solo la moneta erosa che impoveriva il paese.

Atene, tetrartemorion in argento del periodo 393-294 a.C. (mm 6 per g 0,16) con Atena e crescente lunare
Atene, tetrartemorion in argento del periodo 393-294 a.C. (mm 6 per g 0,16) con Atena e crescente lunare

Così, nel 394 a.C. un editto dichiarò illegale la circolazione delle monete di bronzo: solo quelle d’argento potevano essere spese e ricevute in pagamento nel commercio e nelle casse pubbliche. Contemporaneamente si tornò a coniare l’argento e per le piccole transazioni di ogni giorno furono battute anche monete piccolissime e sottili del peso teorico di appena 0,14 e 0,07 grammi come il tetartemorion e l’hemitartemorion.

Sessant’anni più tardi la fragilità e la scomodità di queste micro monete indusse Atene, seguendo l’esempio di altre città, a tentare di nuovo la monetazione in bronzo: dei chalkeis dal peso irregolare che andava da 4,80 a 6,60 grammi; 48 di questi equivalevano ad una drachma d’argento con un rapporto di 1 a 60 tra i due metalli monetati.