Il medaglista raffigurò la celebre statua in tondello e partecipò anche alla realizzazione della copia del Marc’Aurelio in piazza del Campidoglio

 

di Giancarlo Alteri | Il Campidoglio, il colle più sacro di Roma, era dominato dal tempio di Giove Capitolino, il massimo santuario dell’Urbe e dell’Impero. Intorno sorgevano are, sacelli, portici, edifici pubblici, monumenti, trofei, ed in tutte le altre aree dell’altura, fino alle pendici, si innalzavano templi e costruzioni.

Fu a partire dalla metà del XII secolo che il palazzo sulla sommità del Campidoglio prese il nome di Palazzo Senatorio, quando si ristabilì il Senatus Populusque Romanorum. Accanto ad esso, alla sua sinistra, su resti di antiche costruzioni venne edificato il Palazzo dei Conservatori, magistratura elettiva che sovrintendeva al governo della città.

Con papa Sisto IV la nascita dei Musei Capitolini

Il Palazzo dei Conservatori aveva un portico al piano terreno ed un primo piano di finestre a croce guelfa. Data la decadenza della magistratura cittadina, nel XV secolo, in seguito al ristabilimento del potere pontificio molti ambienti del palazzo rimasero inutilizzati. E fu proprio in essi che nel 1471 papa Sisto IV Della Rovere volle collocare alcune sculture in bronzo che, fino ad allora, erano state di proprietà privata dei pontefici.

Clemente VIII (1592-1605), medaglia del 1603 per la costruzione del Palazzo Nuovo sul Campidoglio. Al dritto gli stemmi dei quattro "conservatori", al rovescio la facciata dell'edificio
Clemente VIII (1592-1605), medaglia del 1603 per la costruzione del Palazzo Nuovo sul Campidoglio. Al dritto gli stemmi dei quattro “conservatori”, al rovescio la facciata dell’edificio

Il papa volle così “restituire” al popolo i segni tangibili dell’antica grandezza: la Lupa, lo Spinario e la testa colossale di Costanzo II, più altre sculture minori. Inoltre, lo stesso papa stabilì che la raccolta, una volta sistemata, fosse accessibile ai visitatori nel 1472.

Mezzo millennio dopo, una medaglia ricorda la costituzione della più antica raccolta museale pubblica del mondo. Essa fa parte delle annuali del Comune di Roma, serie ideata nel 1963 dal giornalista Armando Ravaglioli che volle, così, rinverdire i fasti della tradizione medaglistica romana. Emessa ogni anno, in occasione del Natale di Roma, cioè il 21 aprile, essa è destinata a tutti coloro che “hanno illustrato e fatto grande la Città”.

La medaglia di Guido Veroi per il Palazzo dei Conservatori

La modellò nel 1972, in occasione, appunto, del 500° anniversario dei Musei Capitolini, Guido Veroi, romano, di grande abilità tecnica e di geniale. Sul rovescio, l’artista riprodusse il Palazzo dei Conservatori come appariva negli anni ’70 del XV secolo, prima che Michelangelo lo ricostruisse, una sessantina di anni dopo, dandogli il maestoso aspetto che ha ora.

Il maestro Guido Veroi (1926-2013): pittore e scultore, è stato uno dei massimi medaglisti italiani della seconda metà del XX secolo, autore anche del dritto delle 500 lire Caravelle
Il maestro Guido Veroi (1926-2013): pittore e scultore, è stato uno dei massimi medaglisti italiani della seconda metà del XX secolo, autore anche del dritto delle 500 lire Caravelle

Se la raffigurazione dell’edificio può aver preso lo spunto da un disegno tardo medievale, “il modellato è invece tipico del Veroi – affermò lo stesso Ravaglioli – non una semplice riproduzione quasi ‘fotografica’, ma una sognatrice realtà di tempi passati, migliori o peggiori, chissà…”. Un’altra splendida medaglia per il complesso monumentale del Campidoglio, qui illustrata e con al R/ la piazza come appare oggi, Veroi la modellò poi nel 1997, sempre in occasione del Natale di Roma.

Tuttavia è nei dritti che il maestro ha dato il meglio di sé, raffigurando la statua equestre, in bronzo dorato, dell’imperatore Marc’Aurelio, scultura che, da mezzo millennio a oggi, è il simbolo stesso del Campidoglio.

La statua equestre di Marc’Aurelio fra storia e leggenda

I primi accenni alla statua risalgono al XII secolo, nei Mirabilia Urbis, una specie di guida per i pellegrini che visitavano Roma. Allora, la statua si trovava presso la Basilica di san Giovanni in Laterano, dove era stata trasportata, in tempi imprecisati, dalla sua collocazione originaria nei pressi di Montecitorio, vicino alla Colonna Antonina, che lo stesso Marc’Aurelio aveva fatto innalzare a ricordo delle sue imprese militari contro i barbari.

La statua del Marc'Aurelio, uno dei simboli della Roma imperiale, è oggi ospitata in un ambiente protetto nel persorso museale di Palazzo dei Conservatori
La statua del Marc’Aurelio, uno dei simboli della Roma imperiale, è oggi ospitata in un ambiente protetto nel persorso museale di Palazzo dei Conservatori

La vicinanza della statua dell’imperatore filosofo alla Basilica aveva fatto ritenere che essa rappresentasse in realtà Costantino, che aveva concesso libertà di culto ai Cristiani che aveva fatto edificare proprio la Basilica lateranense, oltre a quella vaticana e a quella ostiense.

Per tutto il Medioevo, il monumento era rimasto, pressoché intatto, accanto al Laterano, che intanto era diventato il cuore della Roma politica e la sede dei papi. Non solo; il povero Marc’Aurelio a cavallo, oltre a subire l’umiliazione di essere stato scambiato per un imperatore non certo filosofo, era stato caricato anche di significati apocalittici.

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Medaglia per il Natale di Roma 1997, opus Veroi: al D/ il Marc’Aurelio

Realizzato in bronzo dorato, mostrava ancora tracce dell’antica doratura, cosicché il popolo iniziò a credere che il monumento fosse stato in origine d’oro massiccio e che, quando tutta la statua fosse tornata all’antico presunto splendore del metallo prezioso, la civetta, che si nota (con molta fantasia) sulla testa del cavallo, avrebbe preso vita ed avrebbe cantato tre volte. All’ultimo canto, il Colosseo sarebbe crollato, con il Colosseo Roma, e con Roma il mondo intero, secondo il celebre scritto medioevale: “Quamdiu stat Colysaeus stat et Roma, / quando cadet Colysaeus cadet et Roma, / quando cadet Roma cadet et mundus”.

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Medaglia per il Natale di Roma 1997, opus Veroi: al D/ la Piazza del Campidoglio

La ristrutturazione michelangiolesca del Campidoglio

Però, nel 1538 l’imperatore Carlo V, quello sui cui domini “non tramontava mai il sole”, venne in visita a Roma e Paolo III diede incarico a Michelangelo di ridisegnare tutta l’area del Campidoglio. Il geniale architetto fece trasportare la statua di Marc’Aurelio sulla sommità del colle, nell’area ancora sterrata, ponendola su un basamento marmoreo che lo stesso Michelangelo, più tardi, sostituì con un altro, disegnato da lui stesso.

Quindi, l’eccezionale creatività di Michelangelo sfruttò la disposizione non ortogonale dei due edifici preesistenti, il Palazzo Senatorio e quello dei Conservatori, disegnandone pure un terzo, quello cosiddetto Nuovo (iniziato nel 1603 e terminato mezzo secolo dopo), per farne una quinta di teatro: al centro della scena pose proprio il monumento di Marc’Aurelio, così che la città posta tutt’intorno ai piedi del colle ne costituisse la naturale platea.

La perfetta copia in bronzo dorato della statua di Marc'Aurelio che oggi troneggia al centro della Piazza del Campidoglio: un'opera alla quale contribuì anche Guido Veroi
La perfetta copia in bronzo dorato della statua di Marc’Aurelio che oggi troneggia al centro della Piazza del Campidoglio: un’opera alla quale contribuì anche Guido Veroi

L’imponente statua equestre è una delle più espressive opere dell’arte romana giunte fino a noi. In essa la vivacissima testa del focoso cavallo si contrappone all’espressione pacata e benevola dell’imperatore a capo scoperto, incorniciato da una barba folta e riccioluta, con un mantello allacciato sulla destra che gli ricade sul petto e dietro le spalle, contribuendo ad avvolgere l’insieme in un alone di maestà e di fiera nobiltà, che il braccio destro proteso in avanti in un gesto di saluto accentua ulteriormente.

La copia del Marc’Aurelio e la statua sui 50 euro cent

Quando Veroi, nel 1972, modellò la prima medaglia, dando una vigorosa rappresentazione della statua, esaltandone la bellezza, non poteva certo sapere che qualche anno più tardi sarebbe stato chiamato a partecipare alla complessa opera di restauro di quel capolavoro.

Simbolo della storia d'Italia noto in tutto il mondo, il monumento equestre all'imperaotre filosofo è raffigurato sulla faccia nazionale dei nostri 50 euro cent dal 2002
Simbolo della storia d’Italia noto in tutto il mondo, il monumento equestre all’imperaotre filosofo è raffigurato sulla faccia nazionale dei nostri 50 euro cent dal 2002

Infatti, nel 1979 un attentato portò alla decisione di trasportare il Marc’Aurelio al riparo nel Palazzo dei Conservatori. Per l’occasione si decise, dunque, di restaurare l’opera e di farne una copia da collocare sulla piazza del Campidoglio, al posto dell’originale.

La statua compare anche sul rovescio dei 50 centesimi coniati dall’Italia ed incisi da Roberto Mauri. La visione è prospettica, e si nota il disegno rinascimentale del pavimento, con la decorazione stellare di ispirazione classica, che, secondo quanto afferma Laura Cretara nella presentazione de L’euro moneta unica “vuole simboleggiare il polo ideale della terra in rapporto con la città e con l’intera nazione”.