Il 9 giugno la versione proof, già esaurita, e i rotolini fior di conio da 25 pezzi | Ma sapevate che nelle scuole Montessori “si insegnavano” anche lire e centesimi?

 

di Roberto Ganganelli | Pedagogista, filosofa, medico, scienziata, educatrice, Maria Montessori (1870-1952) è conosciuta per il metodo didattico che prende il suo nome, applicato ancora oggi in migliaia di scuole materne, primarie e medie in tutto il mondo.

Prima donna a laurearsi in medicina in Italia, la Montessori rivoluzionò la pedagogia basandola sui concetti di libertà e di creatività dell’allievo, dai quali far discendere la (anche la) disciplina, per secoli considerata – invece, e in modo spesso fuorviante – come pilastro fondante dell’insegnamento e della didattica.

Maria Montessori sui 2 euro d'Italia 2020 emessi in proof e in rotolini fior di conio da 25 monete l'uno lo scorso 9 giugno
Maria Montessori sui 2 euro d’Italia 2020 emessi in proof e in rotolini fior di conio da 25 monete l’uno lo scorso 9 giugno

Tra le sue frasi più belle ricordiamo quella in cui la Montessori afferma: “Il bambino non è debole e povero; il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro anche nei riguardi della sua educazione. Questa non è una esaltazione fuori misura dell’infanzia, è una grande verità”.

La moneta celebrativa da 2 euro è la seconda, dopo le 200 lire FAO del 1980, ad omaggiare Maria Montessori
La moneta celebrativa da 2 euro è la seconda, dopo le 200 lire FAO del 1980, ad omaggiare Maria Montessori

Bimetalliche proof dalla Zecca di Roma

E il 6 giugno scorso, quasi in concomitanza con la fine dell’anno scolastico più difficile nella storia della Repubblica Italiana, Ipzs ha messo sul mercato la moneta da 2 euro dedicata al 150° dalla nascita di Maria Montessori nella versione proof – 5 mila pezzi in astuccio, già esauriti – e in rotolini fior di conio da 25 pezzi (ancora disponibili).

La bella moneta che ritrae la pedagogista in età ormai anziana, ma sorridente e dallo sguardo sempre acuto, è opera della valente Luciana De Simoni.

Elementi geometrici e strumenti didattici ideati dalla grande pedagogista si compongono con il volto della Montessori che – unica donna nella storia d’Italia – si è meritata nel tempo ben due monete (la prima, la 200 lire FAO del 1980) e una banconota (l’ultima “millelire”).

Nella scuola Montessori fa capolino la numismatica

E se i dati tecnici della nuova 2 euro d’Italia sono già noti da mesi non tutti sanno che nel metodo Montessori, fra i tanti supporti didattici, figuravano anche le monete. In Italia, tra le prima scuole basate sul metodo Montessori, vi furono quelle di Villa Montesca e di Rovigliano, in Umbria, a Città di Castello, volute dalla baronessa Alice Hallgarten (1874-1911), moglie del barone Leopoldo Franchetti (1847-1917), illustre economista, filantropo e uomo politico.

Aula "Metodo Montessori" ricostruita con materiali originali a Città di Castello: in alto il ritratto del barone Leopoldo Franchetti che, con la giovane moglie Alice, finanziò la Montessori
Aula “Metodo Montessori” ricostruita con materiali originali a Città di Castello: in alto il ritratto del barone Leopoldo Franchetti che, con la giovane moglie Alice, finanziò la Montessori

La Hallgarten fu amica di Maria Montessori e la sostenne e, oggi, parte del lascito dei baroni Franchetti è visitabile a Città di Castello presso il Museo della Tela Umbra dove è stata ricostruita fedelmente, con arredi, libri e supporti didattici d’epoca, un’aula scolastica di inizio Novecento basata proprio sul metodo Montessori.

Così, un po’ a sorpresa, visitando le sale del museo, tra abbecedari e modellini in legno di solidi geometrici, campioni di erbe, semi e minerali e giocattoli antichi capita di imbattersi anche in un “tesoretto” di facsimili di monete del Regno d’Italia.

Facsimili in cartoncino colorato di monete di Vittorio Emanuele II usate nelle scuole Montessori per la familiarizzazione dei bambini con il denaro e le operazioni aritmetiche
Facsimili in cartoncino colorato di monete di Vittorio Emanuele II usate nelle scuole Montessori per la familiarizzazione dei bambini con il denaro e le operazioni aritmetiche

Si tratta di dischetti di cartone stampati che riproducono le pezzature più in uso a fine XIX secolo: il centesimo, i 5 e i 10 centesimi in bronzo, la lira d’argento (forse alcuni tipi mancano, la parola ai lettori!). Fedeli agli originali nella forma, nel colore e nelle proporzioni, le “monete dei bambini” venivano impiegate nella scuola elementare per un duplice scopo.

Maria Montessori sul dritto delle 200 lire FAO 1980, prima moneta dedicata alla scienziata e modellata da Sergio Giandomenico
Maria Montessori sul dritto delle 200 lire FAO 1980, prima moneta dedicata alla scienziata e modellata da Sergio Giandomenico

In primo luogo, lire e centesimi di cartone permettevano ai piccoli alunni – spesso figli di contadini, e tutt’altro che abituati a maneggiare monete vere – di familiarizzare con l’aspetto di quelli che per loro, una volta cresciuti, sarebbero stati strumenti di uso quotidiano.

Inoltre, le monetine facsimile erano impiegate per rendere più immediate alcune operazioni aritmetiche (ad esempio “quanti centesimi fanno due monete da 10 centesimi più una da 1 lira?” oppure “quanti centesimi servono per fare un soldo?”).

Se volete scoprire di più sulla banconota da 1000 lire dedicata a Maria Montessori potete leggere un nostro articolo cliccando qui. Se invece volete saperne di più sul Metodo Montessori e scoprire le attività promosse dell’Opera Nazionale Montessori cliccate qui.