Una cera dell’800, modello per un cammeo, si fa moneta passando da Benedetto Pistrucci a Uliana Pernazza

 

"Europa e il toro", uno dei tanti piccoli capolavori del grande Benedetto Pistrucci (Roma 1784 - Windsor 1855)
“Europa e il toro”, uno dei tanti piccoli capolavori del grande Benedetto Pistrucci (Roma 1784 – Windsor 1855)

di Roberto Ganganelli | Dalla cera ottocentesca all’argento dell’età dell’euro, da un maestro dell’Ottocento ad una delle migliori artiste attuali della Zecca italiana.

Questo il percorso che ha compiuto Europa e il toro (anche noto come Ratto d’Europa) modellato da Benedetto Pistrucci, incisore di gemme e medaglista (Roma 1784 – Windsor 1855).

Allievo del Tofanelli e del Morelli, fino al 1814 Pistrucci lavorò in prevalenza a Roma, incidendo cammei di stile antico.

Nel 1814 si trasferì a Parigi e quindi a Londra dove si stabilì. Realizzò i coni di quasi tutte le monete inglesi emesse dal 1816 al 1825; eseguì numerose medaglie commemorative, tra cui quelle per l’incoronazione di Giorgio IV e della regina Vittoria; dal 1828 al 1840 fu capo medaglista di Sua Maestà alla zecca di Londra.

Busto di Benedetto Pistrucci, autore fra l'altro del san Giorgio che uccide il drago ancora oggi coniato sulle sovrane d'oro britanniche
Busto di Benedetto Pistrucci, autore fra l’altro del san Giorgio che uccide il drago ancora oggi coniato sulle sovrane d’oro britanniche

La sua opera più celebre è il grande medaglione della battaglia di Waterloo, al quale lavorò dal 1817 al 1850.

Sua è anche la bellissima raffigurazione di san Giorgio che uccide il drago impressa ancora oggi sulle sovrane d’oro.

Invece, quest’opera di cera bianca su ardesia ovale, nelle misure di mm 101 x 93, con spessore di mm 4 si trova al Museo della Zecca a Roma e, probabilmente, rappresenta un modello per un cammeo.

Una versione originale, in verità, del mito del ratto d’Europa celebrato in dipinti, sculture, bassorilievi e incisioni.

La ninfa Europa, infatti, non appare seduta o affiancata, com’è sempre stata tradizione nella glittica antica, ma nell’atto di salire sul dorso del toro al galoppo verso destra, in ginocchio, la testa rivolta a sinistra, il braccio teso, mentre con la sinistra afferra un corno dell’animale.

In alto due amorini si accendono l’un l’altro la fiaccola dell’amore: chiara ci appare, ed elegantissima, l’ispirazione all’arte rinascimentale.

Poco meno di due secoli dopo la realizzazione di quel cammeo, il maestro Uliana Pernazza modella e incide una moneta 10 euro in argento emessa nel 2003 dalla Repubblica Italiana, facente parte di un dittico in argento (con i 5 euro) della serie all’Europa dei popoli.

Il dritto presenta sullo sfondo del globo terrestre stilizzato gli Stati della Comunità Europea con fiori e foglie di melograno; nel giro a sinistra REPUBBLICA ITALIANA.

Il rovescio presenta un particolare della cera Europa e il toro di Pistrucci. con la ninfa poggiata sul globo terrestre.

Soggetto che invere appariva intero sulla moneta d’argento da 10.000 lire curata dalla stessa Pernazza nel 1995 per il 40° della Conferenza di Messina.

Oltre alla versione in fior di conio (26.000 esemplari), di questa moneta che coniuga arte e numismatica esiste anche la versione in fondo specchio (8.000 i pezzi coniati). In entrambe le finiture, la 10 euro ha il consueto diametro di mm 34 per g 22 di peso al titolo di 835 millesimi.

Su cera o su argento, fior di conio o proof, un capolavoro resta un capolavoro: specie se “passa di mano” tra due veri artisti, in questo caso da Benedetto Pistrucci a Uliana Pernazza.