Colpito al capo da un'enorme pietra: questa la fine di un giovane, vittima dell'eruzione del Vesuvio tornata alla luce dagli scavi
Colpito al capo da un’enorme pietra: questa la fine di un giovane, vittima dell’eruzione del Vesuvio tornata alla luce dagli scavi

a cura della redazione | Aveva provato a scappare e mettersi in salvo, ma è stato investito dalla furia implacabile del Vesuvio che gli ha scagliato addosso, decapitandolo, un masso di trecento chili.

La scoperta è avvenuta nella zona dei nuovi scavi di Pompei, la Regio V, proprio all’angolo tra il Vicolo dei Balconi (la strada che il team del Parco archeologico di Pompei ha appena riportato alla luce) e il vicolo delle Nozze d’Argento. “Lo abbiamo ritrovato in un punto dove c’era uno slargo e forse una fontana – ha dichiarato alla stampa il direttore del Parco archeologico Massimo Osanna – uno spicchio di terreno ancora ricoperto da un notevole strato di materiale piroplastico”.

Accanto ai resti dell’ultimo fuggiasco è stato rinvenuto un sacchetto di cuoio con 20 denari d’argento e una chiave in ferro, probabilmente quella di casa. Un particolare che aggiunge un nuovo tassello alla storia drammatica di quest’uomo claudicante che morì, travolto dalla furia del Vesuvio, senza riuscire a fuggire in tempo. Secondo Massimo Osanna “venti monete d’argento, equivalenti a 80 sesterzi, sono circa 500 euro di oggi, una cifra con la quale a Roma una famiglia media poteva vivere bene per due settimane.

Portano i segni del fuoco anche i denari in argento rinvenuti nella Regio V di Pompei, insieme ad una chiave, accanto al corpo dell'ultimo fuggiasco
Portano i segni del fuoco anche i denari in argento rinvenuti nella Regio V di Pompei, insieme ad una chiave, accanto al corpo dell’ultimo fuggiasco

Il fatto che avesse con sé una simile somma, continua Osanna, “ci fa ritenere che non si trattasse di un riccone, ma nemmeno di un poveraccio. Forse un commerciante che a causa della sua gamba malata non si era convinto a lasciare la città nelle ore precedenti, quando lo avevano fatto pressoché tutti”.

Gli archeologi hanno intravisto i resti della sacca quando sono andati a muovere lo scheletro per portarlo in laboratorio. “Sotto le costole sfondate del torace si è intravisto del materiale organico e ossido di ferro”; da qui la scoperta delle monete e della chiave.

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