È a firma di Renato Villoresi un ampio, organico e innovativo volume sulle monete dell’officina monetaria di Ancona appena dato alle stampe

 

di Roberto Ganganelli | Senza contare una parentesi in età greca (tra il 290 e il 168 a.C., al quale è ascritto un piccolo bronzo), l’importante zecca di Ancona ha operato per oltre quattro secoli – dal periodo comunale alla fine del pontificato di Sisto V – senza contare le ulteriori fasi di attività che si collocano, come noto, a fine XVIII e a metà XIX secolo.

Del resto Ancona, città fiorente e strategica per la sua posizione mediana sull’Adriatico e nella penisola italiana, rappresenta uno sociale ed economico nel quale il “fenomeno moneta” trova terreno fertile e genera espressioni del tutto originali e significative. Per questo, il volume a firma di Renato Villoresi da poco in libreria appare importante, perché importante – anzi, fondamentale – è per i numismatici e gli storici un corretto inquadramento della monetazione anconetana nel panorama italiano.

Edito in collaborazione da Numismatica Picena ed Edizioni D’Andrea, il volume consta di 206 pagine a colori che l’autore apre con un opportuno cenno alle origini arcaiche della produzione di moneta in Ancona e con un dettagliato quadro documentario che fornisce la cornice di riferimento a tutto il resto della ricerca. Una ricerca che si apre – sia come catalogo che come corpus di approfondimenti, note documentali, ipotesi – con i ben noti denari databili alla seconda metà del XII secolo e che, a fine XIII secolo, prosegue con quella che è una delle più importanti monete “sovra regionali” del medioevo italiano, il grosso agontano.

La copertina del volume di Renato Villoresi dedicato alla zecca e alle monete di Ancona e del legato pontificio della Marca
La copertina del volume di Renato Villoresi dedicato alla zecca e alle monete di Ancona e del legato pontificio della Marca

Agontani, denari piccoli, grossi primitivi e bolognini vengono catalogati e illustrati in modo esemplare – anche grazie alle immagini di quelli che sono, in molti casi, i migliori esemplari noti di ogni tipo – e Villoresi ce ne indica con la puntualità che gli è propria le particolarità, i riferimenti bibliografici, perfino i gradi di rarità utili a quanti avranno con l’opera un approccio anche “collezionistico”.

Anche le monete in argento e quelle, rarissime e di grande interesse, coniate in oro vengono inquadrate in modo chiaro e illustrate con immagini godibili e di qualità. Rispetto alle opere esistenti, sono numerosi i passaggi, e altrettanto numerose le emissioni, che vengono risistemate con maggior coerenza nel mosaico della monetazione di Ancona per la quale, alla fase autonoma e comunale, si affiancano o si sostituiscono di caso in caso monete anonime per il potere pontificio e altre che, finora classificate frettolosamente, vengono qui riclassificate e serializzate sotto l’autorità del legato papale della Marca di Ancona.

Alle due sezioni dedicate alle parentesi operative di fine XVIII secolo – emissioni a nome di Pio VI e della Prima Repubblica Romana – e del 1849 – il baiocco e i tre baiocchi fusi della Seconda Repubblica Romana – Villoresi fa seguire, come interessante appendice, alcune pagine sulle falsificazioni di monete anconetane, falsificazionid’epoca non solo di moneta piccola che confermano l’importanza della zecca marchigiana e la penetrazione dei suoi prodotti monetari non solo nell’area adriatica ma anche in altre aree della penisola italiana.

In un volume ben organizzato, chiaro nell’impaginazione e coerente, Renato Villoresi fornisce dunque una base che d’ora in poi sarà fondamentale non solo per integrare quei repertori, ovviamente datati e incompleti, che riscontriamo nel CNI o nel Muntoni, ma anche per sgombrare il campo da ipotesi “avventurose” e refusi originati in un passato remoto e giunti fino a noi, che ci impedivano di poter cogliere correttamente, e completamente, la storia e la monetazione di una città.

Per esempio, il presunto “scudo d’oro” che sarebbe stato coniato nel 1799 e che è stato proposto sul mercato, alcuni anni fa, come un unicum di grande interesse, sebbene citato non trova spazio in catalogo, in quanto non è stato possibile all’autore studiarlo direttamente e accertarne l’autenticità. Il volume La zecca di Ancona e del legato pontificio della Marca, primo della nuova collana dal titolo Le monete delle Marche, è disponibile al prezzo di copertina di € 60,00 presso gli editori, la Numismatica Picena (clicca qui) e le Edizioni D’Andrea (clicca qui).