I capolavori delle zecche italiane, le grandi rarità di Savoia e del Regno, la numismatica dei romani pontefici nella seconda parte del catalogo Nomisma dell’incanto di inizio luglio

 

informazione pubblicitaria | Tre giorni di incanti, tre ricchissimi cataloghi e il debutto di Nomisma nel settore “luxury collectibles”: tutto questo andrà in scena a Borgo Maggiore (San Marino), presso il Grand Hotel Primavera, dall’1 al 3 luglio. Dei cataloghi dedicati alle medaglie napoleoniche (clicca qui per accedere) e a penne, orologi, libri di pregio e altri oggetti da collezione (clicca qui per accedere) vi parleremo nei prossimi giorni: qui vogliamo presentarvi la seconda parte dell’asta di monete e medaglie antiche e moderne (qui il catalogo) che, ricca di 1749 lotti, offrirà come di consueto ai collezionisti una serie che possiamo definire eccezionale di rarità, esemplari di pregio e inediti: le offerte online sono già aperte.

Monete di zecche italiane

Iniziamo con una zecca “minore”, quella di Chieti, la nostra panoramica tra le monete proposte in asta dall’1 al 3 luglio e lo facciamo con un eccezionale doppio bolognino (n. 593, base 5000 euro) coniato a fine XV secolo e di esimia rarità, raffigurante il patrono san Giustino. Per Firenze, invece, ecco una rarissima piastra di Cosimo I, anno 1572, formidabile per dettagli e finezza artistica (n. 614, base 8000) e il francescone R5 del 1784 al n. 631, meritevole di una base di 8000 euro. La zecca di Genova, invece, brilla con l’oro della quadrupla del 1595 sigla I V mancante anche nel MIR (n. 670, base 8000).

La “piccola” zecca di Maccagno risponde con il ducato di Giacomo III Mandelli del 1622, anche questo inedito al MIR e che parte da 5000 euro al n. 700 del catalogo e Mantova con un unicum, il ducato “di incoronazione” di Francesco IV Gonzaga del 1612 che al n. 702 ha una stima di 5000 euro. Due eccezionali esemplari dell’officina di Massa di Luinigiana, le doppie da due del 1588 e del 1593, ai nn. 713 e 714, entrambe quasi fior di conio, sono tra i top lot dell’asta con basi rispettive a 50.000 e 15.000 euro.

Per la zecca di Milano, uno dei “ori del Rinascimento” più belli e significativi, vuoi per il ritratto di Ludovico Maria Sforza (1494-1500) vuoi per la conservazione, è offerto al n. 722: è un doppio ducato con base di 30.000 euro. Dal capoluogo lombardo provengono anche alcuni progetti di monete per la Repubblica Italiana del 1802-1805: qui vi mostriamo quello per lo scudo (n. 740, base 500 euro). Al n. 753 Mirandola, feudo dei Pico, ci offre invece il doppio ducato “alla corazza” di Gian Francesco II (1499-1533) con al rovescio san Francesco che riceve le Stimmate (base 15.000 euro) mentre ne servono almeno 20.000 per la doppia modenese del 1608 al motto OMNIA VINCIT al n. 759.

Ci spostiamo a Napoli per un magnifico carlino a nome di Ferdinando il Cattolico (1503-1516) al n. 784, 1800 euro la base e, invitandovi a visionare gli altri lotti della zecca partenopea, per un suggestivo scudo d’oro di Filippo II millesimato1587 (sigle GR VP) al n. 803, con base fissata a 5000 euro. Ampia anche l’offerta di coni napoletani più recenti, comprese rarità notevoli come la mezza piastra del 1816, praticamente perfetta, al n. 902 (5000 euro). E non mancano “spiccioli d’eccellenza” come i 2 tornesi rame rosso di Francesco II, data 1859, che partono da 130 euro al n. 958.

E ancora borbonica, ma della zecca di Palermo, un’altra moneta – o meglio una prova – d’eccezione, quella delle 2 once del 1814 coniata in rame (n. 981, 8000 euro); al n. 1008, invece, la coppia di prove delle 10 e 20 lire sammarinesi in oro del 1925 che, coniata in soli 25 esemplari e perfetta, è stimata a partire da 12.000 euro. E per chiudere questa sezione del catalogo Nomisma 63, non poteva mancare Venezia con decine di monete e un’osella di doppio peso, in argento, coniata nel 1782 e proposta al n. 1066 da 3000 euro di base.

Monete e medaglie dei romani pontefici

Come spesso accade nelle nostre aste, quantità e varietà delle coniazioni papali presenti impongono la redazione di una sezione dedicata. Nell’asta Nomisma 63, in particolare, iniziamo col segnalarvi – mai apparso in asta finora – lo scudo d’oro dell’anno X di Gregorio XIII Boncompagni: un capolavoro del tardo Cinquecento con san Pietro al rovescio che potete mettere in collezione, n. 1106 del catalogo, con un’offerta di almeno 20.000 euro.

Parte da 30.000, invece, la quadrupla di Paolo V Farnese, anno XIII di pontificato, con san Paolo seduto, in eccezionale conservazione al n. 1112. Tra piastre, mezze piastre e testoni anche gli argenti papali mi mostrano nella loro bellezza: ad esempio, in slab NGC e grading MS62, ecco il giulio dell’anno IIII di Clemente X Alteri con san Venanzio (n. 1123, 1000 euro) mentre al n. 1143 un’altra emissione “francescana”, anche questa di esimia rarità e mai passata in asta, la doppia di Clemente X Albani dell’anno VII (20.000 euro la base).

È stata coniata a Bologna nel 1789, invece, la doppia al n. 1195 (NGC MS62) offerta da 4000 euro, mentre la muraiola da sei baiocchi di Terni del 1797, regnante Pio VI, per la sua rarità merita 500 euro almeno al n. 1200. Per l’ultima fase della monetazione pontificia, sono ben rappresentati i pontificati di Gregorio XVI e Pio IX: del primo vi mostriamo la doppia del 1834-III per Bologna (n. 1245, base 1500) mentre del secondo vi proponiamo le 100 lire del 1866, anno di introduzione della lira pontificia (n. 1286, base 5000 euro). A voi il piacere di sfogliare gli altri lotti, in particolare quelli relativi alle medaglie papali e alle conizianoni post 1929, fino all’euro.

Monete e medaglie dei Savoia, Repubblica Italiana

Mille anni di storia possono essere raccontati dalle monete sabaude  e quelle in asta Nomisma 63 rappresentano una wunderkammer numismatica che copre i secoli dal Cinquecento in poi. Iniziamo però dalla quadrupla “al torchio” della reggenza di Carlo Emanuele II con i ritratti del duca e della madre Maria Cristina di Francia: battuta nel 1642, al n. 1370 parte da 50.000 euro mentre la base è fissata in 30.000 euro per la doppia del 1774 di Vittorio Amedeo III (n. 1394), moneta che abbina i massimi gradi di conservazione e di rarità. E, non potendo citare tutte le altre rarità per ragioni di spazio, richiamiamo la vostra attenzione sullo scudo bolognese da 5 lire del re eletto Vittorio Emanuele II al n. 1490, base 10.000 euro, e sul “saggio di un popolano”, intrigante proposta di moneta ancora da approfondire, al n. 1498 (base 1800 euro).

Il Regno d’Italia, settore amato da tanti collezionisti, oltre agli ori di massimo valore (sono presenti tutte le 100 lire di Vittorio Emanuele II) vede nel catalogo Nomisma 63 brillare uno dei 103 soli pezzi della 50 lire 1864, meritevole di ben 150.000 0euro di base al n. 1501. Al n. 1511 invece spicca la prima “commemorativa” d’Italia, le CINQUE LIRE ITALIANE (questo il valore indicato) con data MARZO 1861 (base 5000). Tra i tanti spiccioli di perfetta conservazione, vi mostriamo i 10 centesimi 1866 al n. 1534 (base 800) mentre per Umberto I come non soffermarsi sulle 100 lire oro del 1880 (145 esemplari, n. 1537, base 40.000 euro)?

Ci avviamo a concludere questa panoramica con le monete di Vittorio Emanuele III. Il “re numismatico”, fra le quali, ricordandovi gli eccellenti pezzi in oro di inizio secolo, vi mostriamo qui un progetto da 100 lire del 1908, firmato Boninsegna e coniato dalla Johnson in argento (n. 1568, base 5000) una prova delle 50 lire Cinquantenario (n. 1577, base 25.000) con la scritta PROVA in alto a destra. Fra le monete “per numismatici” a bassissima tiratura, ecco invece le 20 lire Littore del 1933-XI (n. 1592, 7000 euro la base) e le 10 lire Biga del 1932 (n. 1600, base 2500). Entrambe furono coniate in soli 50 esemplari.

Al n. 1645, invece, un’altra assoluta particolarità: si tratta di un astuccio della Johnson di Milano contenente quattro pezzi da una lira del 1907 con dicitura PROVA e patinature diverse. Un esemplare proviene dalla Regia Zecca, con bordo solito con i tre FERT e la lettera R, e tre esemplari prodotti dallo Stabilimento Johnson con le lettere S J sia sul bordo liscio sia al rovescio. Un eccezionale insieme che non ci risulta noto e probabilmente di presentazione alla Commissione Monetaria per far risaltare la qualità di produzione dello Stabilimento Johnson. Altre prove, esperimenti, rarità completano questa parte di catalogo: a voi scoprile tutte.

Concludiamo questa anteprima con uno sguardo sulla monetazione della Repubblica Italiana, nello speficico con ben due serie complete del 1947 (nn. 1729 e 1730, basi a 5000 e 4000 euro) e con l’iconica 500 lire 1957 di prova “bandiere controvento” (n. 1731, 10.000 euro).