In una rara moneta le origini della Prima guerra punica che mostrò a Cartagine tutto il nascente potere di Roma
a cura della redazione | Questo splendido esemplare numismatico fu coniato dalla zecca di Cartagine e risale al 270-264 a.C.: si tratta di un tridramma attico d’oro, pari a uno shekel e mezzo (12,47 grammi).
![Stele da Cartagine con il simbolo della dea Tanit: nulla poterono, tuttavia, lei e Baal contro il nascente potere di Roma Stele da Cartagine con il simbolo della dea Tanit: nulla poterono, tuttavia, lei e Baal contro il nascente potere di Roma](https://www.cronacanumismatica.com/wp-content/uploads/2019/05/001-29.jpg)
Al dritto, la testa di Tanit con acconciatura decorata da ghirlanda di grano, orecchino a tripla goccia e collana con ciondoli.
Al rovescio uno splendido cavallo in piedi, con la testa girata, i piedi sulla linea di esergo.
Tanit, del resto, era la dea più importante per i Cartaginesi e significativamente, per una città prettamente commerciale, la sua effigie compariva sulla maggior parte delle monete.
Essa era una delle consorti di Baal ed era venerata come protettrice godendo di speciali favori e venerazione da parte dei cittadini di Cartagine e del suo impero.
Il cavallo, per parte sua, potrebbe essere stato il simbolo della città di Cartagine, o una rappresentazione di Baal, la principale divinità maschile.
La presenza del cavallo nella monetazione della città nord africana potrebbe anche essere ricondotta alla leggenda di Didone sulla fondazione di Cartagine o all’esumazione della testa dell’animale quale presagio favorevole alla fondazione di una città libera e potente.
In ogni caso, questo capolavoro della numismatica classica venne coniato, secondo gli studi più accreditati, poco prima dello scoppio della Prima guerra punica contro Roma.
![Raffinata, dal nobile profilo e dall'acconciatura perfetta: ecco la dea Tanit venerata a Cartagine Raffinata, dal nobile profilo e dall'acconciatura perfetta: ecco la dea Tanit venerata a Cartagine](https://www.cronacanumismatica.com/wp-content/uploads/2019/05/002-28.jpg)
Oltre alle fondamentali differenze di razza, cultura e religione, la causa alla base della guerra fu che entrambe le parti volevano il controllo della Sicilia.
Cartagine aveva da tempo riconosciuto l’importanza dell’isola per il controllo del commercio nel Mediterraneo occidentale e aveva attivamente condotto campagne militari in Sicilia per oltre duecento anni.
Roma, d’altra parte, era giunta a vedere se stessa come la protettrice di tutte le città magnogreche, che osservavano con allarme le rivendicazioni cartaginesi sul commercio nel Mediterraneo.
![Si nota tutta l'abilità degli incisori cartaginesi nello slanciato cavallo al rovescio del tridramma coniato a ridosso della Prima guerra punica Si nota tutta l'abilità degli incisori cartaginesi nello slanciato cavallo al rovescio del tridramma coniato a ridosso della Prima guerra punica](https://www.cronacanumismatica.com/wp-content/uploads/2019/05/003-21.jpg)
La causa della Prima guerra punica fu una crisi nella città di Messana, che controllava lo stretto tra Italia e Sicilia.
Una banda di mercenari mamertini si era infatti insediata con la forza nella città che, per questo, era stata sottoposta a forti pressioni già nel 264 a.C. da parte di Ierone II di Siracusa.
I mamertini chiesero aiuto sia a Cartagine che a Roma. Cartagine rispose per prima, occupando la città e attuando una riconciliazione con Ierone.
Imperterrito, tuttavia, il comandante romano condusse le sue truppe in città, catturò l’ammiraglio cartaginese e lo costrinse a ritirare la sua guarnigione.
Questo atto di aggressione venne considerato da Cartagine al pari di una dichiarazione di guerra. Vero e proprio esempio di conflitto basato sul logoramento, la Prima guerra punica terminò solo nel 241 a.C. e vide le due potenze scontrarsi per acquisire la supremazia nel Mediterraneo occidentale rivelando il nascente potere di Roma.
La Repubblica romana risultò vincitrice al termine della guerra e impose a Cartagine pesanti sanzioni economiche.