Si ricordano quest’anno i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi (1874-1937) e come sappiamo sia l’Italia che il Vaticano tributeranno omaggi numismatici all’inventore della radio, Premio Nobel per la Fisica nel 1909 e, come hanno efficacemente scritto alcuni giornali, “padre della tecnologia wireless”.

La Repubblica Italiana, tuttavia, a questo personaggio di primo piano della scienza ha già dedicato monete e banconote in lire che sono rimaste nella memoria di milioni di persone che le hanno, peraltro, maneggiate e spese per anni fino al loro definitivo pensionamento, con l’avvento dell’euro.

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Uno dei 50 milioni di monete da 100 lire coniate cinquant’anni fa per il centenario della nascita dell’inventore della radio

La prima fu la 100 lire del 1974, modellata da Guerrino Mattia Monassi e coniata in ben 50 milioni di esemplari dalla zecca di Roma: uno spicciolo che fu, peraltro, la prima 100 lire commemorativa della storia e che venne apprezzata per la sua pulizia compositiva: al dritto il volto dello scienziato e al rovescio una delle sue antenne trasmittenti sperimentali, di forma romboidale, composta in alto con un’onda radio.

Coniata in acmonital, diametro 27,8 millimetri per 8 grammi netti di peso, taglio rigato, la 100 lire per Guglielmo Marconi è stata un autentico successo. Fu un successo anche la moneta in argento da 500 lire dello stesso anno affidata al talento di Pietro Giampaoli, che venne coniata in ben 689.752 esemplari: un contingente incredibile, se solo si pensa che la moneta venne realizzata solo per i collezionisti, non per la circolazione. Delle 500 lire Guglielmo Marconi, parte del contingente – quello battuto con coni più freschi, stimabile nella percentuale del 18% – viene considerata fondo specchio.

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La confezione della Zecca di Roma con le 100 lire Marconi del 1974, in acmoonital e nella versione di prova in argento 986 millesimi

Al dritto, lo scienziato è ritratto di profilo e a mezzo busto mentre la bravura del maestro Giampaoli al rovescio riesce a rendere attraente anche un soggetto piuttosto scontato, il profilo geografico dell’Italia. Lo Stivale, infatti, è modellato con cura nei rilievi e da quattro centri distinti si dipartono onde concentriche leggerissime, che esprimono la possibilità di comunicare a distanza grazie alla radio.

In argento 835 millesimi, le 500 lire Guglielmo Marconi del 1974 misurano 29 millimetri di diametro per 11 grammi esatti e riportano sul taglio la legenda REPVBBLICA ITALIANA. Di notevole rarità è un errore riscontrato su pochissimi esemplari e che riguarda il taglio della moneta sul quale appare, per una svista nel posizionamento delle ghiere, REPUBALIANA BLICA IT. Rare anche le prove in argento 986 millesimi, 700 esemplari coniati, spesso confezionate dalla zecca di Roma assieme a un esemplare in acmonital.

Un raro esemplare delle 500 lire Guglielmo Marconi del 1974

Tanto importante, Guglielmo Marconi, da convincere perfino la Banca d’Italia a dedicargli una banconota, il biglietto da 2000 lire stampato con decreti 24.10.1990 e 06.03.1992, rispettivamente in 180 e in 208,8 milioni di esemplari. A firme Ciampi e Speziali, le 2000 lire Marconi misurano 119×61 millimetri e vengono ideate da G. Savini, per poi essere stampate su lastre incise da G. Capponi.

Colori base sono toni del marrone, del giallo e del verde uniti a elementi policromi sulle guilloche di sicurezza: sul fonte un ritratto giovanile di Guglielmo Marconi con una stilizzazione della sua antenna trasmittente, al retro un apparecchio sperimentale, il panfilo Elettra sul quale l’inventore condusse molte delle sue ricerche e una serie di grandi antenne per la comunicazione radiofonica su grandi distanze. In filigrana, si ripete il ritratto giovanile di Marconi.

Le 2000 lire Marconi, ultimo tipo di questo taglio stampato prima dell’avvento dell’euro per un totale di ben 288,8 milioni di esemplari

Delle 1000 lire Marconi, banconota comunissima e reperibile facilmente anche in fior di stampa per qualche euro (come le monete da 100 e 500 lire, del resto) sono rare le serie sostitutive con prefissi XA e XB, stampate in soli 600 mila biglietti ciascuna.