Rarissime monete del Regno, di Savoia, di Venezia e dei papi oltre a una serie di eccezionali esemplari delle zecche meridionali d’Italia nell’asta Gadoury 2021 del 22-23 ottobre

 

informazione pubblicitaria | Due giornate di incanti numismatici, il 22 e 23 ottobre, avranno come prestigiosa sede l’Hôtel Le Méridien di Monaco: in queste date, infatti, sarà battuta l’asta Gadoury 2021 il cui catalogo comprende ben 2023 lotti che saranno proposti con i seguenti orari: 1-370, il 22 ottobre dalle 10.00; 371-980, il 22 ottobre dalle 14.00; 981-1303, il 23 ottobre dalle 10.00; lotti 1304-2023 il 23 ottobre dalle 14.00.

Le offerte online sono già aperte sulle piattaforme Biddr (clicca qui), Sixbid (clicca qui) e NumisBids (clicca qui) mentre, per ulteriori informazioni sull’asta Gadoury, è possibile inviare una mail a contact@gadoury.com.

Ma vediamo ora alcune delle più belle monete in catalogo, focalizzandoci su quelle dell’area italiana anche se, come per ogni asta Gadoury, anche i collezionisti di monete mondiali potranno trovare esemplari interessanti e di gran fascino.

Monete greche e romane: capolavori dal mondo antico

Anche se non perfetta per conservazione, a causa di alcuni colpetti, al n. 019 del catalogo merita menzione una decadramma siracusana del 405-309 a.C.: moneta icona della perfezione classica, con base di € 10.000 ci mostra la quadriga e la ninfa Aretusa in tutta la loro bellezza. Stesso prezzo di partenza per l’ottodramma in oro di Berenice II, moglie di Tolomeo III, coniata 221 a.C. e proposta al n. 043 e magnifico esempio dell’influenza greca sull’Egitto antico.

Passando a Roma repubblicana, vi invitiamo a visionare la selezione di denari che impreziosisce l’asta Gadoury 2021: tra questi ci piace mostravi il n. 051 (89 a.C., M. Porcius Cato, € 300) e il n. 058 (incuso del 60 a.C., € 100). L’aureo di Giulio Cesare del 46 a.C. con ritratto velato e strumenti sacrificali al n. 061, invece, merita per la sua alta conservazione € 5000 di base.

Anche la Roma imperiale è ben rappresentata, ad esempio, da un superbo denario augusteo al n. 076 (base € 2000), da un asse di Agrippa del 12 a.C. con Marte al rovescio (n. 084, base € 500) senza contare i sertezi o i numerosi aurei di pregio fra i quali uno a nome di Commodo, databile al 181 d.C. e proposto da € 12.000 al n. 127.

Le zecche italiane, bellezza e rarità all’incanto

Lasciandovi il piacere di sfogliare le sezioni del catalogo relative alle monete bizantine, longobarde e barbariche, focalizziamo ora l’attenzione sulle emissioni delle zecche italiane dell’asta Gadoury 2021 che offre, come sempre, esemplari di esimia rarità, con pedigree eccellenti e in elevata conservazione. Ai lotti nn. 1259-1262, per iniziare, l’officina monetaria di Messina si presenta con ben quattro eccezionali esemplari di multipli di tarì in oro risalenti al periodo 1258-1282: monete eccellenti e rarissime che hanno segnato la storia medievale del Meridione d’Italia e che presentano, rispettivamente, basi d’offerta fissate ad € 10.000, 20.000, 5000 e 30.000.

Per Napoli, invece, passando al periodo napoleonico, al nn. 1321-1322 non possiamo non mostrarvi due esemplari dell’eccezionale 40 franchi oro di Gioacchino Murat, anno 1810, rispettivamente senza e con iniziali NM dell’incisore sul collo del sovrano. L’esimia rarità di questa tipologia, in entrambe le varianti, rende le due monete meritevoli rispettivamente di basi d’asta fissante in € 60.000 ed € 150.000.

Partono invece entrambe da € 30.000 le due eccezionali prove, coniate postume in oro e non in argento, della moneta da 5 lire sempre a nome di Murat (una con millesimo 1812 e l’altra senza data) offerte ai lotti n. 1326-1327: si tratta di esemplari unici e testimonianze di un momento storico che cambiò – guidato dall’astro di Napoleone Bonaparte – il volto stesso dell’Europa.

Spostandoci nella Palermo sotto dominio borbonico, e tornando indietro al XVIII secolo, spiccano a nome di re Carlo III sia alcune once da 30 tarì che monete in argento da 12 tarì: al n. 1350, ad esempio, parte da € 5000 l’oncia millesimata 1733 al tipo della fenice mentre al n. 1352 presenta una base di € 15.000 la magnifica 12 tarì del 1731 con aquila stemmata e coronata. È una doppia oncia, in oro, coniata nel 1814 la moneta che poi spicca al n. 1281 del catalogo:  si tratta del più bell’esemplare mai apparso di questo tipo monetale su cui il re porta il titolo FERDINANDUS III PFA (Pius Felix Augustus).

Per quanto riguarda la numismatica e la medaglistica dei papi, invece, l’asta Gadoury 2021 del 22-23 ottobre offre esemplari interessanti come il raro mezzo giulio di Adriano VI per Roma (1522-1523) al n. 1416 (€ 500 la base) o il doppio giulio, sempre coniato a Roma, di Clemente VII (1523-1524) con al rovescio i busti affrontati di san Pietro e san Paolo (n. 1418, € 1000).

Al n. 1421, invece, spicca la rarissima quadrupla in oro di Paolo V (1606? AN II o III?): si tratta del miglior esemplare conosciuto, sigillato NGC XF-45, base € 15.000. E, passando dalle monete alle medaglie sotto le insegne papali, concludiamo il nostro excursus con la coniazione a nome di Pio IX per i restauri di Santa Maria in Trastevere, anno 1874 e coniata in oro, offerta al n. 1482: molto rara, eccellente per conservazione, parte da una base di € 5000.

Da Roma a Venezia, al n. 1517 l’asta Gadoury 2021 presenta un esemplare di assoluta eccezionalità: si tratta dello zecchino di Francesco Contarini, 95° doge sul trono per breve tempo fra il 1623 e il 1624. La moneta, al n. 1517 del catalogo, per la sua esimia rarità merita una base di € 60.000. Servono, invece, almeno € 80.000 per mettere in collezione il multiplo da 12 zecchini a nome di Alvise Pisani (1735-1741) raffigurante al rovescio santa Giustina: proposta al n. 1528, questa moneta rappresenta una delle massime rarità della Serenissima.

Casa Savoia, una fucina di capolavori numismatici

Tra le ben 218 monete relative alla dinastia sabauda in asta Gadoury 2021, lasciando ai lettori il piacere di approfondire le coniazione, “piccole” e “grosse” a partire dalla fine dell’XI secolo offerte in catalogo, vi presentiamo qui, innanzi tutto, l’eccezionale fiorino al tipo di Firenze fatto coniare da Amedeo VI nel periodo 1343-1383: si tratta della prima moneta in oro di Casa Savoia, eccezionale per rarità e conservazione al punto da meritare, al n. 1576 del catalogo, una base di € 40.000.

Se quel fiorino fu “di imitazione”, più originali e identitarie nello stile appaiono invece altre coniazioni auree successive: l’asta Gdoury propone ad esempio – ai nn. 1685-1687 del catalogo – lo scudo d’oro di I Tipo di Ludovico duca di Savoia del 1440-1465 con legenda inedita DEVS : IN : AVDITORIUM (rosetta) MEVM : IN TEN (base € 8000), il ducato di II Tipo di Ludovico “il Guerriero” (1482-1490) con base di € 30.000 (ritratto e scudo con cimiero) e quello di V Tipo (con ritratto e scudo in quadrilobo con FE RT) proposto dal medesimo importo di partenza.

E con due alti nominali, sempre in oro, chiudiamo la nostra selezione: si tratta degli eccezionali 4 zecchini in oro “dell’Annunciazione” battuti a Torino nel 1745, regnante Carlo Emanuele III (n. 1612, base € 20.000), e delle 5 doppiette per la Sardegna di Vittorio Amedeo III del 1773 (n. 1639, base € 60.000). Due capolavori sotto le insegne di quella Casa Savoia che, dal 1861, avrebbe cinto la corona del Regno d’Italia.

Eccellenze in moneta del “re numismatico”

Ricca, anzi ricchissima la scelta di esemplari del Regno d’Italia che sarà battuta a Monaco il 22-23 ottobre. Tra le monete più significative, con basi rispettive di € 70.000 ed € 140.000, ai lotti nn. 1733-1734 spiccano le 50 e le 100 lire oro Aratrice del 1927, emissione per numismatici voluta da Vittorio Emanuele III in soli 30 esemplari per tipologia.

Ancor  più rare – sono infatti pochissimi gli esemplari noti – sono le tre monete della serie offerta al n. 1753 del catalogo: si tratta infatti delle emissioni in argento da 20, 10 e 5 lire con millesimo 1940-XVIII, tipo Impero: un insieme che, anche a motivo della perfetta conservazione, merita € 70.000 come offerta di partenza.

Dalle rarità alle prove e ai progetti di monetazione, eccoci a mostrarvi fra le altre la moneta non emessa da 20 lire Aratrice del 1910, opera di Egidio Boninsegna e battuta su coni di Luigi Giorgi. Calante nel titolo, fu rifusa tranne, si pensa, 5-6 esemplari di cui quello in asta Gadoury è un esempio eccellente (n. 1764, base € 100.000). E concludiamo con la prova “matte”, satinata, delle 5 lire Quadriga del 1914 che, al n. 1767, in conservazione perfetta è offerta alla base di € 10.000.

E per concludere…

Le offerte online per l’asta Gadoury 2021 del 22-23 ottobre sono già aperte sulle piattaforme Biddr (clicca qui), Sixbid (clicca qui) e NumisBids (clicca qui): non dimenticate di visionare tutti i lotti, specie per quanto riguarda le zecche italiane, la monetazione decimale (occhio alle napoleoniche!), il Regno e le coniazioni mondiali di cui, come sempre, il catalogo è ricco. Buona asta!