Il tallero dell’alchimista, coniato per volere di Federico I di Sassonia-Gotha-Altenburg, era stato rubato nel 1945

a cura della redazione | Alcune settimane fa, in una cerimonia ufficiale, Ulrich Künker dell’omonima casa d’aste tedesca ha consegnato alla Klassik Stiftung di Weimar il tallero dell’alchimista, una delle massime rarità trafugate dalla città alla fine della II Guerra mondiale e portate negli USA come bottino di guerra. La casa d’aste Künker si è accollata tutti i costi per la restituzione dell’esemplare – un unicum, peraltro – alla fondazione culturale.

Il tallero dell’alchimista

La moneta restituita è un esemplare che pesa 6 grammi, ha valore nominale di un tallero e incarna tutta la passione del duca per l’alchimia. Federico possedeva un laboratorio alchemico nel castello di Friedenstein. Spese cifre enormi per sovvenzionare alcuni alchimisti e le loro ricerche per trovare un modo per coprire le spese pubbliche con oro “chimico”.

Le note e gli appunti che Federico redigeva durante i suoi esperimenti alchemici sono conservate negli archivi statali di Thüringen a Gotha. Sembravano sogni, quasi da far sorridere noi uomini del XXI secolo, ma in realtà la chimica moderna si è sviluppata in parte proprio a partire dall’alchimia barocca.

Il tallero dell'alchimista torna a Weimar e Sebastian Dohe, conservatore delle opere fino al 1650 del Klassik Stiftung di Weimar, appare entusiasta dell'aggiunta alla collezione, per merito di Ulrich Künker
Il tallero dell’alchimista torna a Weimar e Sebastian Dohe, conservatore delle opere fino al 1650 del Klassik Stiftung di Weimar, appare entusiasta dell’aggiunta alla collezione, per merito di Ulrich Künker

Numerosi simboli alchemici sul rovescio dell’Alchemistentaler fanno riferimento alla conversione dei metalli di base in metalli preziosi: attraverso il processo di vaporizzazione, i prodotti di partenza sale, zolfo e mercurio sono trasformati nei prodotti finiti (oro e argento) con l’essenziale ausilio della pietra filosofale.

La storia di questa eccezionale moneta

In epoca barocca, era comune scambiarsi doni tra corti principesche imparentate e alleate. I multipli d’oro che rappresentavano le preferenze, le passioni e gli interessi dei donatori di regali erano omaggi particolarmente graditi, come la moneta restituita da Künker.

Il tallero dell'alchimista, dritto: la moneta del 1687 valeva 6 ducati e fu coniata nella zecca di Gotha con conii incisi da Christian Wermuth. FRIDERIC DG DVX SAX IC ET MONT Testa con corona di alloro rivolta a destra, sotto la firma IG (fiore) W
Il tallero dell’alchimista, dritto: la moneta del 1687 valeva 6 ducati e fu coniata nella zecca di Gotha con conii incisi da Christian Wermuth. FRIDERIC DG DVX SAX IC ET MONT Testa con corona di alloro rivolta a destra, sotto la firma IG (fiore) W

Ecco perché è probabile che Federico I di Sassonia-Gotha-Altenburg (1646-1691) abbia regalato lui stesso un esemplare a Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar, e che attraverso di lui la moneta è finita nella collezione numismatica pubblica della città.

Dopo la II Guerra mondiale, la moneta fu rubata nel 1945 insieme a un totale di altri 200 esemplari numismatici. Gran parte di queste monete, incluso il tallero in questione, fu venduta in maniera privata dalla casa d’aste Grunthal & Ganz a New York nel 1950.

Da allora ha fatto parte di una collezione privata, fino a quando non è stata consegnata tramite la casa d’aste Künker nel 2017. La sua possibile provenienza è stata prima studiata per accertare se il pezzo avrebbe potuto essere parte della collezione di Gotha e se fosse o meno scomparso. Poiché ciò non ebbe riscontro, la moneta è stata poi messa all’asta come il lotto 1211 nell’asta di Berlino di Künker il 1° febbraio 2018 e venduta per 28.000 euro. Il prezzo di vendita, comprensivo del sovrapprezzo dell’acquirente e dell’Iva, ammontava a 34.400 euro.

Il tallero dell'alchimista, rovescio: A NUMINE LUMEN SUSCIPIO ET REDDO ("Da Dio ho ricevuto la luce e la restituisco"), in esergo Got[ha] 1687. Sopra un banco di nuvole, tra il sole (l'oro) e la luna (l'argento) l'esagramma (l'unificazione di tutti gli elementi e la pietra filosofale), che reindirizza i suoi raggi concentratisull'aquila alchemica (processo di vaporizzazione); l'aquila tiene nel becco un "uroboros" (simbolo di eternità e di materia prima, i prodotti di partenza) è il suo becco che intreccia i simboli alchemici di sale, zolfo e mercurio
Il tallero dell’alchimista, rovescio: A NUMINE LUMEN SUSCIPIO ET REDDO (“Da Dio ho ricevuto la luce e la restituisco”), in esergo Got[ha] 1687. Sopra un banco di nuvole, tra il sole (l’oro) e la luna (l’argento) l’esagramma (l’unificazione di tutti gli elementi e la pietra filosofale), che reindirizza i suoi raggi concentratisull’aquila alchemica (processo di vaporizzazione); l’aquila tiene nel becco un “uroboros” (simbolo di eternità e di materia prima, i prodotti di partenza) è il suo becco che intreccia i simboli alchemici di sale, zolfo e mercurio
Solo dopo la vendita, ma prima della consegna all’acquirente, è stato sollevato il sospetto che la moneta potesse essere stata rubata dalla collezione di Weimar. Künker ha immediatamente interrotto tutte le operazioni di consegna al fine di risolvere questo caso. Dopo che i sospetti si sono dimostrati fondati, i dirigenti della casa d’aste hanno deciso di restituire questo esemplare di importanza storica alla comunità e all’istituzione che ne erano i legittimi depositari.

Dalla Germiania, il valore di un esempio

Nel discorso tenuto da Ulrich Künker alla cerimonia di riconsegna, il numismatico tedesco ha riassunto i passi che sono seguiti: “Io e il mio collega decidemmo che la proprietà di Weimar doveva essere restituita alla sua collezione originale, indipendentemente da tutte le contingenze legali.

Abbiamo pagato lo spedizioniere e informato l’acquirente che non saremmo stati in grado di consegnargli la moneta in quanto si trattava di un oggetto rubato. La casa d’aste ha coperto quindi tutti i costi sostenuti per la restituzione del pezzo”.

Per quanto riguarda i motivi per cui la casa d’aste si è accollata una spesa a cinque cifre, Ulrich Künker ha aggiunto: “Sono uno dei più fervidi critici della legge sulla proprietà culturale tedesca che è stata approvata nel 2016. Critico in quanto tale legge mette tutti i commercianti sotto il sospetto generale di essere interessati solo al profitto. Ma questo non è vero. Noi, come rivenditori accettiamo la nostra responsabilità sociale. La restituzione di questa moneta è solo uno dei tanti elementi che prova tale filosofia.

C’è una lunga tradizione di apporti generosi ai medaglieri pubblici tra gli appassionati di monete: i commercianti e i collezionisti hanno sempre avuto principalmente a cuore la promozione della numismatica come campo di ricerca. A questo proposito, non ci sono mai state riserve tra collezionisti, commercianti e curatori, ma è sempre stata una stretta collaborazione.

Il tallero dell'alchimista di nuovo a Wrimar: circa 200 importanti monete furono sottratte alla fine della II Guerrra mondiale dalle collezioni pubbliche della città e finirono per gran parte in mani private
Il tallero dell’alchimista di nuovo a Wrimar: circa 200 importanti monete furono sottratte alla fine della II Guerrra mondiale dalle collezioni pubbliche della città e finirono per gran parte in mani private

Questa cooperazione è stata minacciata dall’introduzione della nuova legge. I sostenitori della legge hanno attivamente tentato di creare una frattura tra i rappresentanti delle collezioni pubbliche e i collezionisti privati, nonché i rivenditori. In un certo senso, questa restituzione dovrebbe essere considerata un simbolo: non siamo e non saremo separati.

E’ pur vero che questa restituzione ci è costata una cifra notevole. Ma l’abbiamo spesa volentieri per questa buona causa. Spero che questo Alchemistentaler d’oro riceva la meritata attenzione di un pubblico interessato in quella che era la sua vecchia ed è la sua nuova casa”.