Un’opera d’arte in un monastero di Lisbona trasporta le monete portoghesi del XVI-XVII secolo in un improbabile scenario biblico

 

di Roberto Ganganelli | La moneta, come oggetto in se stesso, ha un potere comunicativo impressionante e la sua sola forma fa sì che nella mente delle persone si formino evocazioni, concetti, curiosità ed emozione.

Ecco perché anche gli artisti, nel disseminare di monete le loro opere – tanto che si tratti di celebrati capolavori che di semi sconosciute produzioni – hanno sempre cercato di sfruttare l’appeal delle monete per attrarre l’attenzione di quanti avrebbero ammirato un dipinto, una scultura o un altro manufatto d’arte.

Giuseppe venduto dai fratelli ai Medianiti: questa decorazione a piastrelle maiolicate fa parte di un ciclo che abbellisce il chiostro del monastero geronimita di Belem, a Lisbona
Giuseppe venduto dai fratelli ai Medianiti: questa decorazione a piastrelle maiolicate fa parte di un ciclo che abbellisce il chiostro del monastero geronimita di Belem, a Lisbona

Ad esempio, all’interno del monastero geronimita di Santa Maria, capolavoro dell’architettura manuelina che si erge nello storico quartiere Belem di Lisbona, è conservato un ciclo di azulejos (decorazioni parietali a maiolica con disegni nei quali l’azzurro è prevalente) risalente al XVI-XVII secolo e raffigurante, in accordo con l’ambiente, una serie di scene a tema biblico: le storie di Giuseppe.

Il prezzo della vendita di Giuseppe pagato... in monete portoghesi: quando alla "correttezza filologica" si sostituisce la necessità di una comunicazione visiva immediata
Il prezzo della vendita di Giuseppe pagato… in monete portoghesi: quando alla “correttezza filologica” si sostituisce la necessità di una comunicazione visiva immediata

Tra queste si trova l’episodio in cui il giovane profeta, a motivo dei suoi sogni premonitori, viene addirittura venduto dai fratelli come schiavo ai Medianiti (si veda Genesi, cap. 37).

Fin qui, niente di strano; le particolarità iniziano quando, accanto ad un tentativo di ricostruzione degli antichi costumi orientali, spicca un dettaglio della divisione del prezzo, pagato dai mercanti di Median niente meno che… in cattolicissime monete portoghesi, come testimonia la croce ben visibile sui tondelli!

Non potendo conoscere le forme dello scambio e del commercio in epoca biblica, il decoratore deve essersi evidentemente arrangiato come poteva, dando vita ad una rappresentazione approssimativa (anzi, del tutto incoerente) dal punto di vista numismatico.

Moneta in argento portoghese da 100 reais in argento del 1642 coniata a nome di re Dom João IV (1640-1656): la croce al rovescio richiama quelle dipinte sugli "azulejos" di Belem
Moneta in argento portoghese da 100 reais in argento del 1642 coniata a nome di re Dom João IV (1640-1656): la croce al rovescio richiama quelle dipinte sugli “azulejos” di Belem

Una raffigurazione, tuttavia, indubbiamente efficace e diretta – come un fumetto di oggi – per i fedeli analfabeti che un tempo frequentavano il monastero e che, anche da quell’azulejo “numismatico”, dovevano ricavare un ammonimento religioso.