Una innovativa e preziosa moneta scozzese del XVI secolo su cui il re Giacomo V appare senza corona, ma con un aristocratico berretto

 

di Maria Giannantonj | E’ la prima moneta scozzese a recare la data. Si tratta del ducato o bonnet (letteralmente “berretto” in lingua francese) in oro coniato dalla zecca di Edimburgo sotto il regno di Giacomo V Stuart (1512-1542), re di Scozia dal 1513, cioè da quando non aveva neanche un anno d’età.

Giacomo V Stuart, re di Scozia, ritratto con il prediletto berretto che diede il nome alla sua più famoisa moneta d'oro
Giacomo V Stuart, re di Scozia, ritratto con il prediletto berretto che diede il nome alla sua più famoisa moneta d’oro

Durante la reggenza della madre, Margherita Tudor, la monetazione non subì variazioni sensibili rispetto agli anni precedenti; in suo onore circolavano le queen plaks, monetine dalla forma quadrangolare, in metallo vile, e i bellissimi liocorni in oro (dal nome dell’immagine al dritto, tipica della monetazione scozzese a partire dal regno di Giacomo III, 1437-1460). La circolazione in argento di quegli anni era estremamente limitata.

E’ comprensibile che Giacomo V, una volta salito al trono (1526), abbia voluto segnare con forza questo passaggio promovendo una monetazione profondamente modificata; a questo periodo è da ascriversi anche il ducato in oro con la data, segno di una volontà di modernizzazione molto importante, effetto anche di una costante attenzione alle monete francesi e inglesi della stessa epoca, egemoni sui mercati.

L’introduzione della data rientra in un preciso progetto di inserirsi a livello economico nei circuiti internazionali, dal momento che anche il peso delle monete venne attualizzato sul piede ponderale del ducato francese, e, per ciò che riguarda i tipi, comparve un ritratto del re ispirato ai sovrani inglesi (in particolare a quello di Enrico VII).

Il "bonnet" (berretto) millesimato 1540 è la prima moneta con data nella storia della Scozia, segno di una volontà del sovrano di inserirsi nei mercati internazionali con Francia, Inghilterra e Spagna
Il “bonnet” (berretto) millesimato 1540 è la prima moneta con data nella storia della Scozia, segno di una volontà del sovrano di inserirsi nei mercati internazionali con Francia, Inghilterra e Spagna

Il ducato, del peso di g 5,65 circa, presenta al dritto il profilo di Giacomo V, rivolto a destra, che indossa un berretto basso (da cui il nome bonnet): si tratta di un ritratto piuttosto maschio, il tratto dell’incisore è deciso, lontano dalla delicata linea e dalle sfumature leggere a cui ci avevano abituato i contemporanei artisti italiani.

Il busto su cui poggia il capo è frontale, in una rappresentazione simultanea di due punti di vista differenti che appartiene ad una cultura artistica semplificata, dove risulta più efficace descrivere le parti che offrono maggiore chiarezza, senza considerare la totale impossibilità di questa torsione.

Sul "groat" (grosso) in argento Giacomo V appare in vesti più tradizionali, coronato e con ricco mantello
Sul “groat” (grosso) in argento Giacomo V appare in vesti più tradizionali, coronato e con ricco mantello

Il ritratto risulta comunque di grande efficacia espressiva, gli abiti ed il copricapo sono evidenti simboli di nobiltà; la barba appuntita e prominente, le orecchie incise con evidenza ci parlano di un uomo dalla sobria eleganza, abituato a cavalcare nella brughiera scozzese, esponente di una civiltà dai sistemi ancora legati ai vincoli di famiglia, che non disdegna di guardare con intelligenza ed interesse mondi più raffinati.

Il nostro Giacomo V era sicuramente a conoscenza dei fasti della corte rinascimentale francese, dal momento che aveva sposato Maddalena figlia di Francesco I di Francia, e, in seconde nozze, nel 1538, Maria di Guisa, madre di Maria, la famosa Stuart antagonista di Elisabetta I.

La legenda del dritto recita IACOBVS. 5 . DEI . GRA . R . SCOTOR . 1540 X, dove, oltre al nome del sovrano e alla data, compare il nome della Scozia, sottolineando così il fortissimo e radicato orgoglio di identità nazionale.

Sappiamo che  la lotta per l’autonomia e  la strenua difesa della libertà risalgono – nelle Highlands – a tempi molto antichi, quando gli Scoti, provenienti dall’Irlanda, si insediarono nella regione di Argyll, il regno di Dalriada (VI secolo). E’ però nell’843 che nasce il regno di Scotland, quando Pitti e Scoti si uniscono sotto la guida dello scoto Kenneth Mac Alpin per fronteggiare le incursioni dei Norvegesi.

Più volte i sovrani d’Inghilterra tentarono di sottomettere o annettere la Scozia, ma sempre trovarono una fiera resistenza degli abitanti a farsi sottomettere e ad abdicare alla propria identità. Per fronteggiare lo scomodo vicino, gli Scozzesi più volte si rivolsero alla Francia, storico nemico degli Inglesi: il padre di Giacomo V (Giacomo IV) morì proprio a Floddenfield, dopo essersi alleato con i Francesi, in una spedizione organizzata nel 1513 per invadere l’Inghilterra. Giacomo V, con i suoi matrimoni francesi, ribadì chiaramente l’orientamento della sua politica internazionale.

Sul "bawbee" di biglione a nome del padre di Maria Stuarda il cardo coronato e la croce di sant'Andrea, entrambi simboli della Scozia
Sul “bawbee” di biglione a nome del padre di Maria Stuarda il cardo coronato e la croce di sant’Andrea, entrambi simboli della Scozia

Al rovescio del “berretto d’oro”, nel campo, troviamo lo scudo coronato con leone rampante verso sinistra, su croce di Sant’Andrea (il santo  guerriero protettore della Scozia) ornata da fiori. In cerchio: + HONOR . REGIS . IVDICIVM . DILIGIT, cioè “L’onore del re ama la giustizia”, motto dal chiaro messaggio.

Sul ducato – curiosamente – non appare il re incoronato, come invece si trova su un grosso in argento (g 2,72), altra novità legata al suo regno, nel quale viene reintrodotta la circolazione di questo metallo.

Altre monete in rame caratterizzano la nuova monetazione di Giacomo V: si tratta di un nominale da 6 pence, detto bawbee, con sottomultipli da un mezzo e da un quarto, che recano al dritto il cardo coronato, ancora oggi simbolo nazionale della Scozia.