Un’altra bimetallica all’insegna dell’arte dal Titano: l’ha modellata Antonio Vecchio in omaggio al bicentenario dalla scomparsa di Canova

 

di Chiara Pasqui | Canova e San Marino, un binomio non così improbabile dal momento che, solo per fare un esempio, nelle collezioni pubbliche dei musei del Titano figura da oltre due secoli un magnifico Napoleone Bonaparte ritratto sotto le mitologiche sembianze di Marte pacificatore. L’incisione, conservata presso il Museo di Stato, riporta una dedica autografa dell’artista veneto indirizzata alla Repubblica di San Marino.

Antonio Canova moriva duecento anni fa e, al grande scultore veneto, maestro assoluto del Neoclassicismo, il Dipartimento filatelico numismatico di Poste San Marino SPA dedica – con data di emissione prevista per il prossimo 4 ottobre – una moneta da 2 euro commemorativa opera dell’artista Antonio Vecchio.

Il folder della moneta commemorativa da 2 euro dedicata allo scultore neoclassico Antonio Canova che San Marino emetterà il 4 ottobre in 55.000 esemplari in fior di conio
Il folder della moneta commemorativa da 2 euro dedicata allo scultore neoclassico Antonio Canova che San Marino emetterà il 4 ottobre in 55.000 esemplari in fior di conio

La moneta commemorativa da 2 euro riporta sul rovescio l’immagine in rilievo della scultura della dea Ebe, opera che Canova realizzò fra il 1796 e il 1817 in quattro copie oggi conservate rispettivamente a Berlino, San Pietroburgo, Chatsworth e Forlì. E’ quest’ultima quella scelta per la moneta sammarinese.

Le sculture di Ebe furono inizialmente molto criticate per le scelte stilistiche di Canova il quale, con una visione rivoluzionaria di “contaminazione materica”, unì al notire del marmo dei dettagli realizzati in bronzo e, soprattutto nelle prime due opere, coprì di una patina rosata il candido marmo bianco.

Ebe, danzante, con nelle mani una piccola brocca e una coppa, campeggia sulla faccia nazionale dei 2 euro modellati dall'artista Antonio Vecchio e coniati da IPZS
Ebe, danzante, con nelle mani una piccola brocca e una coppa, campeggia sulla faccia nazionale dei 2 euro modellati dall’artista Antonio Vecchio e coniati da IPZS

Tuttavia, queste sculture di equilibrio ed eleganza assoluta sono oggi considerate fra le più alte opere del neoclassicismo. Ai lati dell’immagine della dea Ebe, sulla moneta, appaiono le date 1822 e 2022 a ricordare la celebrazione e nel giro le legende CANOVA e SAN MARINO.

Il blister che ospita i 2 euro canoviani di San Marino è un gioco compositivo fra dettagli dell'opera ed elementi grafici moderni
Il blister che ospita i 2 euro canoviani di San Marino è un gioco compositivo fra dettagli dell’opera ed elementi grafici moderni

Elegante ed essenziale, la 2 euro canoviana di San Marino conferma l’alto livello artistico delle bimetalliche del Titano emesse negli ultimi anni, ad iniziare da quella coniata in primavera per celebrare Piero della Francesca (clicca qui per saperne di più).

I 2 euro per il maestro di Possagno, coniati per conto di San Marino da IPZS presso la zecca di Roma, saranno disponibili in finitura fior di conio, in 55.000 esemplari confezionati in un bel blister a tema, al prezzo base di 17,50 euro ciascuno, ai quali aggiungere l’Iva in vigore per i clienti italiani.

La moneta da 2 euro non è la prima “canoviana” di San Marino: nel 2016, infatti, è stata emessa una magnifica 10 euro proof in argento (925 millesimi, 34 millimetri di diametro per 22 grammi di peso) sulla quale l’artista Claudia Momoni raffigurò le Tre Grazie, altro capolavoro del maestro e opera della quale ricorreva il bicentenario del completamento della prima versone, commissionata da Giuseppina di Beauharnais e oggi conservata all’Hermitage di San Pietroburgo. Un altro esempio di come la grande arte possa diventare soggetto ideale per emissioni numismatiche da collezione.

I 10 euro in argento dedicati alle "Tre GRazie" di Canova emessi da San Marino nel 2016, a duecento anni dal completamento della prima versione dell'opera
I 10 euro in argento dedicati alle “Tre GRazie” di Canova emessi da San Marino nel 2016, a duecento anni dal completamento della prima versione dell’opera