La prima medaglia raffigurante Adolf Hitler fu una “satirica” che comportò molti rischi per uno degli incisori più abili del Novecento

 

di Antonio Castellani | Le medaglie di satira e propaganda rappresentano un’espressione culturale tipica dei primi anni del secolo scorso e permeata di echi ottocenteschi, romantici e perfino di tratti cavallereschi.

Anche se, in alcuni casi, sono frutto della creatività, delle idee personali e dell’altrettanto individuale vi­sione del mondo degli artisti, molte coniazioni di propaganda sono pianificate e finanziate, dietro le quinte, da uffici governativi che ne acquisiscono intere partite e ne pilotano la distribuzione per generare consenso e orientare l’opinione pub­blica.

La medaglia di propaganda, per le sue raffigurazioni si presta sia a una diffusione fra il ceto borghese e l’intellighenzia sia fra le masse popolari alle quali è veicolata, spesso da agenti appositamente assoldati, come omaggio durante eventi politici e manifestazioni patriottiche.

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Anno 1923: una riunione del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori nella birreria di Monaco di Baviera luogo del fallito colpo di Stato tentato da Hitler

Con il mutare dei tempi la medaglia diventa volta in volta “memoria metallica” di una guerra vittoriosa o ricordo cocente di una sconfitta, fino a trasformarsi in un passo falso e in una pericolosa trappola per colui che l’ha ideata.

Il putsch di Monaco, Karl Goetz e una medaglia satirica

È il caso di Karl Xaver Goetz (1875-1950) il quale proprio cento anni fa, alla fine del 1923, fonde in bronzo una delle sue creazioni più rare, quella che prende di mira il putsch di Monaco dell’8 novembre, un improvvisato tentativo di colpo di stato che ebbe come conseguenza la messa fuori legge del  Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori da parte del governo della Repubblica di Weimar.

Sulla medaglia Hitler, al dritto, viene mostrato mentre, con la pistola in mano, sale sul palco dove Gustav Ritter von Kahr (esponente della destra con­servatrice) sta tenendo un discorso e spinge da parte il commissario di Stato ba­varese. Un cittadino di Monaco siede in primo piano, intento a bere birra. Le iscrizioni recitano HITTLER PUTSCH [sic] e NATIONAL GEN NATIONAL (“Naziona­lista contro nazionalista”).

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Un ‘passo falso’ che poteva costare molto caro a Karl Goetz, questa medaglia che ironizza su Hitler, il nazionalsocialismo tedesco e il putsch di Monaco del 1923 (bronzo, mm 59)

Sul rovescio sono tre figure in uniforme nazista di piccole dimensioni su un palcoscenico: uno brandisce una forca, un altro la ban­diera con la svastica mentre il terzo, al centro, alzando la mano destra in una pa­rodia di saluto nazista calza uno stivale con sperone simile a una bomba di aereo.

Dietro il sipario, sulla destra, è von Kahr con un cannone, e tra lui e i tre seguaci di Hitler un socialdemocratico balla sul palco indicando i due schieramenti con­trapposti, quello nazista e quello di von Kahr; un manifesto in basso riporta le scritte [L]ETZTE VORSTELLUNG – AUF NACH BERLIN (“Ultimo spettacolo – An­diamo a Berlino”) con la data del 9 novembre 1923.

Un goffo tentativo di presa del potere da parte di Hitler

Hitler, sostenuto dal generale Erich Ludendorff e da altri leader bavaresi, in effetti vorrebbe già in quel mo­mento marciare sulla capitale, dichiarare decaduti il presidente e il cancelliere e conquistare la Germania.

È storia quanto accade quella sera al Bürgerbräukeller, dove i nazionalsocialisti prendono il controllo dell’incontro con la forza e Hitler spara un colpo di pistola contro il soffitto per attirare l’attenzione, prima di autoproclamarsi nuovo presidente e cancelliere e affidare a Ludendorff il controllo delle forze armate. Lo stesso giorno il governo riconosce nelle azioni di Hitler l’alto tradimento. Il tentativo di golpe rientra e il suo artefice è catturato e processato.

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Foto raffigurante i principali congiurati del tentato colpo di stato inscenato alla Bürgerbräukeller di Monaco: si riconoscono Hitler, Ludendorff e Röhm

L’immagine del futuro Führer sulla divertente creazione di Goetz è la prima in as­soluto ad apparire su una produzione numismatica; l’effigie del veemente ex ca­porale austriaco non è certo lusinghiera e la caricatura dei nazisti come giovani teppisti, con le svastiche capovolte e l’ortografia intenzionalmente sbagliata del nome di Hitler rendono questa medaglia, negli anni seguenti, un potenziale pe­ricolo sia per chi la possiede sia, principalmente, per il suo autore.

Goetz, una volta che Hitler si avvia a conquistare il potere nel 1933, si rende conto che quella fantasia artistica realizzata un decennio prima potrebbe essere per lui addirittura fatale: così, si mette in viaggio per la Germania e, al termine di mesi di ricerche presso collezionisti e mercanti riacquista tutti gli esemplari, distrug­gendoli e trasformando le medaglie superstiti in autentiche rarità.

Un grande medaglista allineato col regime nazista

Per sua fortuna, grazie a una vera e propria autocensura riesce a far dimenticare l’imbarazzante episodio e a creare, fino agli anni della Seconda guerra mondiale, opere ben più gradite al nuovo regime, come la medaglia che inneggia all’elezione di Hitler a cancelliere nel 1933 o quella celebrativa delle Olimpiadi di Berlino del 1936.

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Anche i grandi artisti come Goetz diventano organici al potere, specie quando è assoluto: qui lo scultore esalta Adolf Hitler al momento della presa del potere, nel 1933 (argento, mm 36)

Goetz diventa artista organico al sistema totalitario al punto che nel 1942, quando il nazismo sembra prossimo alla vittoria finale – dominando o controllando lo scacchiere nordafricano, le regioni orientali fino al Don, l’Europa centrale e gran parte di quella occidentale – lo scultore si dedica a un’opera destinata, almeno nelle intenzioni, a segnare la Storia.

Il progetto dei 5 reichsmark con ritratto di Hitler

Si tratta del progetto di una moneta da 5 reichsmark, che arriva fino allo stato di prova di conio, presentato a Hitler in persona dal responsabile della circolazione monetaria del Reich durante un incontro alla Wolfsschanze (la “Tana del lupo”) nella Prussia orientale, da dove sono coordinate tutte le azioni belliche.

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Progetto di moneta da 5 marchi con profilo di Hitler e data 1942: modellata da Goetz, sarebbe stata la prima in assoluto, in caso di vittoria, a raffigurare il Führer (rame argentato, mm 36)

La prova di moneta, sulla quale Goetz abbandona ogni stilema personale per modellare un profilo solenne e verista, a collo nudo e quasi “sta­tuario” del Führer, dovrà essere la prima in assoluto, con l’effigie del dittatore, a circolare tra i tedeschi e i popoli sottomessi, ma solo dopo “l’immancabile vittoria finale”.

Questa è la condizione, o meglio l’ordine che Hitler, che non ha mai voluto essere effigiato sulle monete tedesche, pone agli alti funzionari dell’officina mo­netaria berlinese. La sconfitta del 1945 renderà vana questa raccomandazione e inutile l’ultima creazione firmata Karl Goetz per il Terzo Reich.