Settecento anni, tanti ne sono trascorsi dalla morte di Marco Polo, nato a Venezia nel 1254 e il Laguna ritornato dopo anni e anni di peregrinazioni oltre i confini del mondo allora conosciuto. Tra le tappe dei suoi viaggi – durati dal 1971 al 1925 – il vicino e l’estremo Oriente, da Acri all’Armenia e all’Iran fino a Samarcanda e alla Cina.

Un veneziano che si guadagna la stima di Kublai Khan, il temibile imperatore dei Mongoli, e ne diviene alto funzionario con poteri quasi illimitati; un curioso che osserva usanze, costumi, sistemi economici e commerciali per poi riportarne traccia ne Il Milione, il diario di viaggio che detta a Rustichello da Pisa, durante la prigionia alla Meloria seguita, nel 1298, alla battaglia di Curzola contro Genova.

Nel corso delle sue avventure, il veneziano – da buon mercante – annota anche usi monetari e valori delle diverse valute che incontra lungo il suo cammino, comprese le monete naturali come conchiglie, lingotti di sale, pelli e quella “moneta volante” ossia fatta di carta, che in Oriente è già in uso.

L’incredibile percorso dei viaggi di Marco Polo da Venezia all’Asia centrale e fino in Cina e India

Così se, a sette secoli dalla morte, a Marco Polo l’Italia non dedicherà nemmeno una moneta commemorativa – meglio Vasco e la cultura pop, potrebbe pensare qualcuno – per fortuna, qualche decennio fa il grande, esploratore è stato almeno protagonista di una banconota tricolore.

Parliamo delle 1000 lire emesse dal 1982 al 1991, nel formato da 112×61 millimetri, dalla Banca d’Italia. Una banconota comunissima – stampata con dodici diversi decreti di emissione per un totale di oltre 2,1 miliardi di esemplari – e che, a dispetto di tanti post in cui il biglietto è accreditato di un potenziale, cospicuo valore collezionistico – rimane uno dei tipi di cartamoneta italiani più comuni dell’ultimo mezzo secolo.

Il fronte delle 1000 lire Marco Polo emesse dal 1982 al 1991 (courtesy Cartamoneta.com)

È tuttavia interessante, la banconota da 1000 lire Marco Polo, soprattutto perché rappresenta l’unico caso di biglietto di banca dall’unità d’Italia in poi a non presentare il classico orientamento orizzontale su entrambe le facce.

Se il fronte, infatti, ci mostra un barbuto ritratto dell’esploratore veneziano in età matura, che fa capolino da uno sfondo decorato di motivi animali e floreali (una stoffa veneziana del XIV secolo), il rovescio si sviluppa invece in verticale, dominato da uno scorcio di Palazzo Ducale, simbolo della Serenissima da cui il giovanissimo Marco era partito insieme al padre e allo zio.

Il retro della banconota a orientamento verticale: caso unico nella storia italiana

Disegna la banconota Gugliemo Savini (1939-2001) mentre, ad inciderne i cliché, è il talentuoso bulino di Trento Cionini (1919-2005). In filigrana, di nuovo un ritratto – ovviamente di fantasia – del grande viaggiatore. Completa il tutto il contrassegno di Stato con gli emblemi delle Repubbliche marinare dominato, guarda caso, dal Leone marciano nella parte alta.

Alla fine, va ammesso, quelle 1000 lire Marco Polo risulteranno piuttosto “scialbe” dal punto di vista cromatico, ma finiranno comunque per essere amate dagli italiani. Con l’arrivo del nuovo taglio dedicato a Maria Montessori (leggi qui un approfondimento), le 1000 lire Marco Polo vennero mandate in pensione dalla Banca d’Italia, che pone fine al loro corso legale il 30 giugno del 1995 dopo tredici anni di “viaggio” di questa indimenticabile banconota.