Figlio di Carino e (forse) di Magna Urbica, tra le sue monete di consacrazione un aureo campione di rarità

 

di Roberto Ganganelli | Si sa pochissimo di Nigriniano, oltre al fatto ormai accertato che visse a fine III secolo e morì giovanissimo. Un’iscrizione lo identifica come un nipote di Caro, ma può essere dedotto da uno studio tecnico della monetazione che egli era, più precisamente, figlio di Carino.

Nigriniano, chi era costui?

Generalmente si presume che Magna Urbica, la moglie di Carino al tempo in cui questi regnò, fosse la madre di Nigriniano, ma a rigor di termini non ci sono prove a riguardo.

La Historia Augusta dà una pessima immagine di Carino, specialmente quando si tratta di donne: “Sposando e divorziando, ha preso in tutto nove mogli e ne ripudiate alcune mentre erano incinte …”.

Secondo le fonti disponibili per questo periodo, Carino fu uno dei grandi dongiovanni della sua epoca e il Nigriniano (o Nigrino) effigiato su questo esemplare in oro, pressoché unico, potrebbe essere nato da una qualsiasi, sconosciuta donna.

Giovanissimo nei tratti, quasi commovente questo ritratto di Nigriniano sull'aureo di consacrazione, campione di rarità fra le monete imperiali romane
Giovanissimo nei tratti, quasi commovente questo ritratto di Nigriniano sull’aureo di consacrazione, campione di rarità fra le monete imperiali romane

Un aureo postumo per far sognare i collezionisti

Tre appena sono gli aurei di questo tipo conosciuti: uno aveva un foro nel campo dietro il ritratto ed era tra le monete rubate nella grande rapina alla Bibliothèque Nationale di Parigi e probabilmente è stato fuso.

Fortunatamente, Cohen ne ha riprodotto un disegno in uno dei suoi volumi e, sebbene sia impossibile dimostrare al 100% che una moneta proviene dagli stessi conii di un’altra rappresentata solo da un disegno, è quasi certamente possibile affermarlo in questo caso.

a composizione delle lettere è identica e variano solo i dettagli più piccoli, il che è accettabile considerando l’imperfezione di tale processo.

Lo stile del ritratto è più raffinato di quello che si incontra sulla monetazione di mistura; qui il volto è scolpito in altorilievo e in uno stile compatto e affascinante, ma conserva ancora il collo lungo e il troncato pronunciato che si vede su altre sue monete, tutte postume.

Il divo Nigriniano su un antoniniano a suo nome: qui il ritratto porta la corona radiata, come d'uso su questo tipo di moneta
Il divo Nigriniano su un antoniniano a suo nome: qui il ritratto porta la corona radiata, come d’uso su questo tipo di moneta

La scena della consacrazione: pira o crematorio?

Il rovescio reca una delle scene canoniche legate ai riti di consacrazione nella cultura imperiale romana. La figura centrale è solitamente descritta come una pira, una struttura che viene bruciata, mentre lo studioso Philip Hill ha sostenuto che in realtà si tratterebbe di un crematorio, una struttura permanente in cui è collocata la pira funebre.

Alcuni dettagli variano tra le prime raffigurazioni del crematorio e quella riprodotta su questo aureo, come la porta che sembra essere posizionata sul piano superiore piuttosto che sul secondo livello. Secondo Hill, il carro di fronte che sormonta la struttura era una quadriga per gli uomini e una biga per le donne.

Un refuso al rovescio: svista o esigenza artistica?

Chiaramente, qui ci sono solo due cavalli, ma è difficile dire se ciò sia stato l’effetto di una svista dell’incisore o se si sia trattato di una scelta fatta per ragioni di compressione della scena negli appena 21 millimetri del tondello.

Questo affascinante esempio di moneta in oro pesa 4,66 grammi ed è classificata nel RIC al n. 471; l’esemplare qui illustrato è stato esitato in asta Numismatica Ars Classica NAC AG n. 33, al lotto 581, nel 2006 partendo dall’astronomica stima di 200 mila franchi svizzeri.