Tutte le facce nazionali sono state svelate tranne quella dell’euro di Croazia, al centro di un “incidente diplomatico” e di un problema di copyright

 

di Antonio Castellani | Alcuni lettori, a seguito del nostro articolo sulle facce comuni degli euro di Croazia che entreranno in circolazione nel 2023 (leggi qui) ci hanno scritto chiedendo delucidazioni in merito alla mancanza del soggetto per la moneta da 1 euro.

La realtà è che, in relazione alla faccia comune prevista inizialmente prevista da Zagabria – che doveva raffigurare una kuna, ossia una martora (animale nazionale ed evocativo dell’attuale divisa croata, che porta lo stesso nome) – è emerso un problema di copyright.

Ecco come doveva essere l'euro di Croazia: un'agile martora si arrampica su un ramo con, di sfondo, la scacchiera dello stemma nazionale
Ecco come doveva essere l’euro di Croazia: un’agile martora si arrampica su un ramo con, di sfondo, la scacchiera dello stemma nazionale

In un mondo in cui – troppo spesso – più che la matita e il bulino sono Photoshop e altri software grafici a farla da padrone nella genesi delle monete sia di circolazione che commemorativi, il coin designer della moneta da 1 euro di Croazia ha utilizzato, sebbene ritoccandola un po’, un’immagine scattata dal celebre fotografo e naturalista britannico Ian H. Leach e protetta dalle leggi sul diritto d’autore.

Stjepan Pranjkovic, autore del soggetto vincente, ha così deciso  – “coda fra le gambe”, verrebbe da ironizzare – di ritirare la proposta che vedeva l’agile martora arrampicarsi su un ramo, con di sfondo la scacchiera dello stemma nazionale croato e di rinunciare a ogni diritto a presentare un nuovo soggetto.

Leach, autore della foto che sarebbe stata “plagiata” per il nuovo euro di Croazia, ha commentato dicendosi soddisfatto della conclusione della vicenda. E da Zagabria fanno sapere che sarà sempre la kuna, la martora croata, il soggetto dell’unità monetaria della nuova serie. Sempre che l’animaletto che verrà effigiato non decida di far valere, anche lui, i propri “diritti di immagine”!