Tutte le monete dell’Etruria conservate al Museo archeologico del capoluogo toscano, le monete “di invenzione”, nuovi approfondimenti

 

di Roberto Ganganelli | Era il 2007 quando veniva data alle stampe la prima edizione del volume Sylloge nummorum graecorum Italia. Museo archeologico nazionale di Firenze. II. Etruria; da allora, il ricco medagliere toscano ha pubblicato volumi dedicati alle monete cartaginesi (2016), di Sicilia (2018), delle aree Umbria-Bruttium (2019) e delle zecche della Gallia (2021). È in preparazione, inoltre, un ulteriore volume dedicato alle monete dell’Hispania e altre ricerche sono in corso.

Un’attività di pubblicazione, quella legata alle collezioni del Museo archeologico nazionale di Firenze, fortemente voluta da Fiorenzo Catalli con la collaborazione di vari esperti e cultori di numismatica tra i quali spicca Stefano Bani il quale, a distanza di quindici anni dalla prima stesura, firma questa edizione riveduta della silloge delle monete etrusche.

Le sinergie che hanno reso possibili queste significative pubblicazioni numismatiche, che si inseriscono nella collana internazionale Sylloge nummorum graecorum, non si fermano tuttavia all’apporto di ricercatori indipendenti; il circolo virtuoso, infatti, si completa con l’apporto editoriale di realtà professionali di primo livello come, in questo caso, la ditta Varesi e Tinia Numismatica.

La copertina della seconda edizione della "Sylloge nummorum graecorum Italia" dedicata alle monete della Etruria dal Museo archeologico nazionale di Firenze
La copertina della seconda edizione della “Sylloge nummorum graecorum Italia” dedicata alle monete dell’Etruria dal Museo archeologico nazionale di Firenze

La necessità di revisione del volume edito nel 2007 si spiega in modo semplice: per alcune emissioni dell’antica Etruria, infatti, gli studi più recenti hanno consentito un nuovo o più esatto inquadramento cronologico mentre per altre monete è stato possibile attribuire in maniera più puntuale le aree di produzione o le sedi di zecca.

C’è poi il capitolo relativo alle monete etrusche in oro non autentiche, nel quale Stefano Bani riesce nel non semplice compito di chiudere definitivamente la vexata quaestio dimostrando la loro origine e provenienza dal fiorente mercato di orafi, antiquari e falsari attivi nella seconda metà dell’Ottocento.

L’autore, al di là delle considerazioni storiche, stilistiche e al riscontro di fonti e documenti, si affida infatti alle analisi con termo fluorescenza svolte dal CNR di Pisa mostrando come le leghe con cui queste monete furono realizzate non possano essere compatibili con la metallurgia etrusca quanto, piuttosto, con lavorazioni assai più recenti.

Brevi note sulla monetazione etrusca e principalmente di Populonia aprono il volume; segue il catalogo vero e proprio, esemplare per chiarezza e per riferimento, come per la qualità delle immagini a colori e nel quale sono censiti la bellezza di 1118 esemplari fusi e coniati dell’affascinante monetazione etrusca.

Seguono, come anticipato, l’interessante sezione sulle monete “di invenzione” e una appendice relativa a esemplari presenti nella prima edizione della silloge dedicata all’Etruria in quanto depositati provvisoriamente presso il Museo archeologico nazionale di Firenze e ora rientrati presso le istituzioni di appartenenza. Altre monete di pertinenza di Firenze, invece, sono state dislocate in modo permanente presso altri musei.

Completa questa edizione riveduta della Sylloge nummorum graecorum Italia. Museo archeologico nazionale di Firenze. II. Etruria, come è naturale, un’ampia bibliografia relativa alla civiltà etrusca e alla sua affascinante monetazione che oggi, grazie all’esemplare impegno e alla competenza di Stefano Bani, risulta un po’ meno misteriosa.