Una circolare di fine 1926 impose l’indicazione dell’era fascista e la Banca d’Italia dovette adeguare i biglietti man mano immessi in circolazione

 

di Gerardo Vendemia | Come gli appassionati di cartamoneta italiana ben sanno, l’impronta più evidente e simbolica che Mussolini impose alla Banca d’Italia per quanto riguarda la cartamoneta è rappresentata dal cambio del contrassegno di Stato che, a partire dal 1926, consta di un fascio littorio con la dicitura su tre righe, a sinistra, OTTO | BRE | 1922, in ricordo della Marcia su Roma.

Un biglietto emesso dalla Banca d'Italia, tipo 100 lire Barbetti azzurro, ancora con il classico contrassegno di Stato precedente al 1926
Un biglietto emesso dalla Banca d’Italia, tipo 100 lire Barbetti azzurro, ancora con il classico contrassegno di Stato precedente al 1926

Esiste tuttavia anche una seconda “traccia” mussoliniana sui biglietti italiani, per lungo tempo trascurata, e che è rappresentata dall’indicazione dell’anno dell’era fascista incluso nel decreto di emissione. La sua introduzione è conseguenza di una circolare del capo del Governo datata 25 dicembre 1926 che rendeva obbligatoria, a partire dal 29 ottobre 1927, l’aggiunta dell’anno dell’era fascista in numeri romani a quello dell’era cristiana. L’era fascista iniziava per convenzione il 29 ottobre 1922, giorno successivo alla marcia su Roma. L’obbligatorietà pertanto coincideva con l’inizio del VI anno.

Su questa banconota da 100 lire D.M. 19 maggio 1926 il nuovo contrassegno di Stato: manca ancora l'indicazione dell'anno dell'era fascista
Su questa banconota da 100 lire D.M. 19 maggio 1926 il nuovo contrassegno di Stato: manca ancora l’indicazione dell’anno dell’era fascista

La Banca d’Italia recepì in anticipo la circolare del capo del Governo, ma la cosa curiosa è che la cronologia dell’attuazione non rispetta l’ordine cronologico dei decreti di emissione (ad esempio, la banconota da 100 lire Barbetti azzurro del 12/02/1927 riporta già il nuovo formato di data, che invece non è presente nella 100 lire Barbetti giallino del 12/04/1927).

Queste osservazioni ci dimostrano come i biglietti di banca venissero predisposti in funzione delle priorità legate alla circolazione dei vari tagli, e non sempre in ordine cronologico rispetto ai decreti di emissione. Per ogni taglio di cartamoneta è qui di seguito indicato il primo decreto di emissione che riporta l’indicazione dell’anno dell’era fascista:

TAGLIO TIPO PRIMO DECRETO CON INDICAZIONE DELL’E.F. ANNO DELL’E.F.
50 LIRE BARBETTI 11/10/1927 ANNO V
100 LIRE BARBETTI Giallino 12/07/1927 ANNO V
100 LIRE BARBETTI Azzurro 12/02/1927 ANNO V
500 LIRE CAPRANESI 12/04/1927 ANNO V
1000 LIRE BARBETTI 12/07/1927 ANNO V
In questa banconota da 1000 lire "Grande M" del 1929 si completa, con l'inserimento dell'anno dell'era fascista, la "rivoluzione del calendario" voluta dal duce
In questa banconota da 1000 lire “Grande M” del 1929 si completa, con l’inserimento dell’anno dell’era fascista, la “rivoluzione del calendario” voluta dal duce

Risultano invece privi della stessa indicazione dell’era fascista, ma già con presente al retro il nuovo contrassegno si Stato (fascio con OTTO | BRE | 1922) i seguenti biglietti:

TAGLIO TIPO DECRETO
50 LIRE BARBETTI 08/09/1926
50 LIRE BARBETTI 06/12/1926
50 LIRE BARBETTI 16/03/1927
100 LIRE BARBETTI Giallino 12/02/1927
100 LIRE BARBETTI Giallino 12/04/1927
100 LIRE BARBETTI Azzurro 18/11/1926
500 LIRE CAPRANESI 06/12/1926
1000 LIRE BARBETTI 18/11/1926
1000 LIRE BARBETTI 16/03/1927