Risale al 1997 un esemplare di 10.000 lire Volta utilizzato dalla Lista Pannella nella campagna contro il finanziamento pubblico dei partiti politici

 

di Roberto Ganganelli | Ci scrive un lettore, inviandoci le immagini di un biglietto da 10.000 lire Volta, a firme Fazio e Speziali, che definisce “molto spiegazzato ma recante una curiosa iscrizione”. La stampigliatura, posta nell’ovale del fronte in corrispondenza della filigrana, è in effetti interessante e, su sei righe, recita: “Questa banconota fa parte del bottino rubato a ciascun cittadino con la legge del finanziamento pubblico ai partiti. ‘Lista Pannella’ ha deciso di restituire questo denaro rubato e restituirlo. Fanne un buon uso”.

La banconota da 10.000 lire Volta inviataci da un lettore: la stampigliatura al fronte venne effettuata dalla Lista Pannella nel 1997 per restituire ai cittadini il finanziamento pubblico
La banconota da 10.000 lire Volta inviataci da un lettore: la stampigliatura al fronte venne effettuata dalla Lista Pannella nel 1997 per restituire ai cittadini il finanziamento pubblico

Ci chiede il lettore: “È possibile saperne di più? E quanto può valere questa banconota?”. La risposta alla prima domanda ci viene dagli archivi delle agenzie stampa e dei quotidiani. AdnKronos, alla data dell’8 ottobre 1997, pubblicava infatti questo lancio d’agenzia: “Quaranta mila banconote da 10 mila lire, totale 400 milioni. Sono i soldi del finanziamento pubblico dei partiti che Marco Pannella ‘restituisce’ stamattina a Roma, in piazza del Campidoglio. Secondo i calcoli dei Riformatori, sono più di 4 mila le persone in fila. La coda – due cento metri dal municipio a piazza Venezia – è già chiusa (l’iniziativa andrà avanti dalle 10 alle 13). E il traffico è n tilt dalle prime ore della mattina.

Come nelle due precedenti occasioni (a Treviso e ancora a Roma nel giorno di Ferragosto), i militanti della Lista Pannella ‘rendono’ a ciascun cittadino 50 mila lire in banconote da 10 mila […]. Con i 400 milioni di oggi, salirà a circa 900 milioni il totale dei soldi restituiti ai cittadini dalla Lista Pannella. Tra la manifestazione di Treviso e la prima di Roma sono stati infatti ‘consumati’ 553 milioni, finiti nelle tasche di 11 mila cittadini. Resta così circa un miliardo e 800 milioni ancora nelle casse dei ‘pannelliani’ sul totale di 2 miliardi e 700 che è stato assegnato al movimento dalla legge per il finanziamento ai partiti”.

Dettaglio della stampigliatura, effettuata con un mormale timbro, in cui si invita il cittadino "beneficiario" di questa baconota a "farne un buon uso" e, soprattutto, a riconoscerne - secondo i Radicali - la natura di denaro "rubato" agli italiani
Dettaglio della stampigliatura, effettuata con un mormale timbro, in cui si invita il cittadino “beneficiario” di questa baconota a “farne un buon uso” e, soprattutto, a riconoscerne – secondo i Radicali – la natura di denaro “rubato” agli italiani

A titolo di cronaca, un’operazione di restituzione analoga era stata pianificata anche in Piazza Duomo a Milano, ma la Giunta comunale non aveva rilasciato le autorizzazioni necessarie. Scomparsa la lira, nato l’euro, le 10.000 lire “pannelliane” sono tornate a far parlare di sé nel 2015 quando il leader radicale decise di metterne “all’asta”, a favore del movimento, alcuni esemplari con la sovrastampa e la sua firma.

Ilaria Valbonesi, nella testata L’Opinione delle Libertà, scriveva allora: “Nel giorno del suo 85° compleanno, il gesto di Pannella fa fare a questa ‘banconota’ una giravolta simbolica: il cimelio di carta, apparentemente addormentato nella sua sfera di valore collezionistico e storico, già sottratto nel 1997 al sistema di conversione della Banca d’Italia – con il primo timbro – ora, con la firma autografa, è sottratto al suo valore storico di cimelio e trasmesso come segno politico e oggetto di conoscenza.

Il celebre "Assegno Tzanck", opera con cui Marcel Duchamp, nel 1919, "pagò" il conto del dentista realizzando una commistione rivoluzionaria fra arte e denaro: pur non spendibile, il suo valore di mercato sarebbe ovviamente altissimo
Il celebre “Assegno Tzanck”, opera con cui Marcel Duchamp, nel 1919, “pagò” il conto del dentista realizzando una commistione rivoluzionaria fra arte e denaro: pur non spendibile, il suo valore di mercato sarebbe ovviamente altissimo

Con la firma Pannella riconosce infatti la sua opera, e la firma stessa richiama ancora con più forza l’arte. Perché una firma sottrae sempre qualcosa dalla sua sfera di valore, per consegnarla a un’altra. Basti ricordare il celebre Assegno Tzanck di Marcel Duchamp, l’assegno disegnato a mano e poi firmato con cui l’artista pagò nel 1919 il conto di 115 dollari del suo dentista (e collezionista d’arte moderna) Daniel Tzanck; un assegno che non è pagabile a vista e non può mai venire incassato. Pannella, firmando la banconota del finanziamento pubblico del 1997 fa qualcosa di simile, la trasforma nuovamente in qualche cosa che non consente che vi sia una corresponsione”.

Quale valore attribuire, dunque, al biglietto Volta in versione “radicale” del nostro lettore? Quello di testimonianza di un passaggio storico e politico importante nella storia recente del nostro paese, quello della fine della Prima Repubblica. Il valore economico, invece, è del tutto soggettivo anche se è certo che, con il ritiro delle lire, in giro ne devo essere rimasti non molti: se ne conoscono, in ogni caso, sia con stampigliatura blu che nera, tanto impressi sul fronte che sul retro.