E’ il carlino del 1731 l’unico tipo di Carlo di Borbone per Parma | Un magnifico esemplare, specchio di una promessa non mantenuta, in vendita da Inasta

 

Un giovanile Carlo di Borbone sul carlino parmense in argento del 1731, unica moneta a suo nome come duca
Un giovanile Carlo di Borbone sul carlino parmense in argento del 1731, unica moneta a suo nome come duca

a cura della redazione | No, non è “unico” nel senso letterale del termine, questo carlino in argento del 1731 (g 4,34) coniato a Parma da Carlo di Borbone, appena salito sul trono e che – non senza traversie – avrebbe retto le sorti del Ducato fino al 1735.

Si tratta in ogni caso di una moneta molto rara e vederla nel catalogo Inasta n. 87 al lotto 404 (qFdc, prezzo di base 750 euro) ci dà l’occasione – in vista dell’incanto previsto per il 15 maggio – di parlarne un po’.

“Presto ci sarà nuova moneta d’oro!”

Si tratta infatti dell’unico tipo monetale per Parma nome di Carlo (1716-1788), ben più noto per essere stato dapprima re di Napoli, poi anche di Sicilia e, infine, sovrano di Spagna. La moneta presenta al rovescio il motto latino su tre righe, inscritto in un padiglione coronato, AVREVS MOX ADERIT che, sciolto e tradotto, significa “Presto ci sarà [moneta] d’oro”.

Una promessa non mantenuta, quella di nuove monete d'oro annunciata solennemente sul rovescio...
Una promessa non mantenuta, quella di nuove monete d’oro annunciata solennemente sul rovescio…

Un annuncio di riforme economiche, dunque, una sorta di “manifesto di insediamento” per il nuovo titolare del Ducato di Parma e Piacenza prima che, tuttavia, i sudditi del Borbone scoprissero “l’altra faccia della medaglia”.

Gli anni di Carlo di Borbone a Parma

Figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese, Carlo iniziò infatti una sistematica opera di asportazione del patrimonio artistico e culturale presente nella città emiliana per salvare i beni di famiglia da un eventuale saccheggio austriaco; come se non bastasse, fece poi trasferire a Napoli gran parte degli arredi delle raccolte farnesiane, compresi oltre 13 mila volumi che componevano la riccca Biblioteca ducale, e il preziosissimo archivio della casata.

Altro che nuove monete d’oro per la prosperità del popolo e del Ducato: quel carlino che sarà venduto da Inasta il 15 maggio rimane la prova di una promessa non mantenuta