Svelata la tiratura delle monete del Bonaparte | Confermata l’inesistenza delle mezze piastre | Le coniazioni “da ostentazione” millesimate 1806

 

di Carmelo R. Crupi  | Serendipità: cosa significa? E’ la capacità o fortuna di fare casualmente importanti ed inattese scoperte mentre si cerca altro. A me è capitato proprio questo, un colpo di serendipità nel mentre ero alla ricerca di tutt’altro, l’inattesa quanto significativa scoperta dell’effettiva e, per quanto a mia conoscenza, inedita tiratura delle belle monete argentee da 120 grana coniate a nome di Giuseppe Napoleone nella zecca di Napoli. Ma procediamo con ordine.

Le monete napoletane a nome di Giuseppe Napoleone

Giuseppe Napoleone, fratello maggiore del Grande Corso, nato nel 1768 e re di Spagna dopo esserlo stato di Napoli e Sicilia, sarebbe morto a Genova nel 1844
Giuseppe Napoleone, fratello maggiore del Grande Corso, nato nel 1768 e re di Spagna dopo esserlo stato di Napoli e Sicilia, sarebbe morto a Genova nel 1844

La monetazione di Giuseppe Bonaparte per Napoli venne disciplinata dal decreto del 12 gennaio 1807, pubblicato sul Monitore Napoletano n. 94 del 20 gennaio dello stesso anno.

Erano previste soltanto le seguenti monete auree ed argentee, che avrebbero dovuto avere i medesimi titolo, peso, diametro e spessore delle monete già in circolazione nel Regno: monete d’oro (doppia da 6 ducati, oncia da 3 ducati); monete d’argento (12 carlini, 6 carlini, 4 carlini, 3 carlini, tarì e carlino).

Le vicende politiche e le circostanze socio-economiche in cui versava allora il Regno di Napoli consentirono, però, la coniazione della sola piastra da 120 grana, conosciuta coi millesimi 1806 (che i manuali recenti e meno recenti sono concordi nel qualificare due volte rara), 1807 e 1808, le cui caratteristiche intrinseche ed estrinseche rispettano pienamente i dettami del decreto istitutivo del 12 gennaio1807.

Le piastre in argento da 120 grana con data 1806

Sull’esistenza delle piastre millesimate 1806, nonostante che il relativo decreto istitutivo sia successivo, finora non si son potute indicare motivazioni certe, supportate da documenti. Sono state avanzate solo ipotesi: forse furono approntati i coni per le monete, col data 1806, al fine di presentare i nuovi nummi al re e, solo dopo l’approvazione reale, oramai nell’anno 1807, si poté redigere il decreto istitutivo della nuova monetazione.

Oppure si deve ammettere che, dopo la pubblicazione del decreto istitutivo del 12 grennaio 1807, furono battute piastre millesimate 1806, magari per ragioni di “immagine”, di puro prestigio politico: si rammenti, infatti, che Giuseppe Bonaparte era stato nominato re di Napoli e di Sicilia con decreto dell’onnipotente fratello Napoleone dato a Parigi il 30 marzo 1806 (Giuseppe Ruotolo propende per quest’ultima ipotesi).

Rarissimo esemplare di 120 grana per Napoli 1806 a nome di Giuseppe Napoleone (Ag, mm 38 per g 27,5)
Rarissimo esemplare di 120 grana per Napoli 1806 a nome di Giuseppe Napoleone (Ag, mm 38 per g 27,5)

Quelle mezze piastre citate e mai viste

In verità Lodovico Bianchini afferma, in quella fonte inesauribile di informazioni economiche e finanziarie che è Della storia delle finanze del Regno di Napoli, pubblicata per la prima volta a Napoli nel 1835, che a nome di Giuseppe Napoleone, accanto alle piastre, venne battuto anche un ridotto numero di mezze piastre.

Però è altresì vero che di queste presunte monete da 60 grana oggi non si conoscono esemplari: non sono annoverate né in collezioni pubbliche, né private, né mai finora sono state descritte come esistenti dagli studiosi di numismatica napoletana recenti e meno recenti (fatta eccezione per il menzionato Bianchini).

Medaglia omaggio a Giuseppe Napoleone (1768-1844) coniata nel 1813 a Parigi e incisa da Dubois & Denon (bronzo, mm 50,8 per g 59,3)
Medaglia omaggio a Giuseppe Napoleone (1768-1844) coniata nel 1813 a Parigi e incisa da Dubois & Denon (bronzo, mm 50,8 per g 59,3)

Pur essendo tutto ciò singolare, soprattutto in considerazione dell’autorevolezza del Bianchini, è d’obbligo notare che il numismatico Giacomo Majorca, nel suo Numismatica contemporanea sicula. Le monete di corso sino al 1860 (Palermo, 1870), descrive solo i pezzi da 120 grana come monete coniate a Napoli a nome di Giuseppe Napoleone.

A ben vedere, inoltre, non c’è traccia delle mezze piastre di Giuseppe Napoleone neppure nelle collezioni di Vittorio Emanuele III e di Giovanni Bovi, forse le più importanti e complete raccolte numismatiche conosciute, concernenti monete napoletane, che pure annoverano altri nummi napoletani di assoluta rarità, conosciuti in pochissimi esemplari.

E’ lecito, dunque, affermare con tranquillità che il fratello di Napoleone, sulle rive del Sebeto, fece coniare con la propria effige solo piastre. Ma torniamo alla serendipità.

Un esemplare di 120 grana per Napoli datato 1807 a nome di Giuseppe Napoleone (Ag, mm 38 per g 27,5)
Un esemplare di 120 grana per Napoli datato 1807 a nome di Giuseppe Napoleone (Ag, mm 38 per g 27,5)

Quante monete? La risposta è dove non ti aspetti

Intento a cercare informazioni economiche e finanziarie su quello che fu il Regno delle Due Sicilie, mi sono imbattuto nella scansione del libro Principii del credito pubblico, altra fatica del Bianchini, seconda edizione pubblicata a Napoli nel 1831. A pagina 104 del libro la mia attenzione è stata attirata da un prospetto rubricato TAVOLA N.1 – Quadro di monete coniate nella Regia zecca dal 1683 sino al 1693, e dal 1735 sino al 31 marzo 1831.

Esso riporta, diviso per metallo (oro, argento e rame) e per regnante, il valore nominale in ducati e grani delle monete coniate in vari intervalli temporali nella zecca napoletana. In particolare, vi si legge che a nome del Bonaparte, negli anni 1807 e 1808, furono battute monete d’argento per un valore nominale complessivo di 257.602 ducati e 80 grana.

Se è vero, quindi, che il napoleonide coniò nella città di Partenope esclusivamente pezze da 120 grana, è presto determinata la relativa tiratura: 25.760.280 di grana diviso per 120 grana equivale a 214.669 piastre. Dato che, a quanto mi risulta, è finora inedito.

Completa la serie delle monete napoletane a nome di Giuseppe Napoleone la piastra con millesimo 1808 (Ag, mm 38 per g 27,5)
Completa la serie delle monete napoletane a nome di Giuseppe Napoleone la piastra con millesimo 1808 (Ag, mm 38 per g 27,5)

E non ci sono dubbi neppure sull’esattezza, attendibilità ed ufficialità dei dati pubblicati dal Bianchini, stando a quanto egli stesso riferisce nella Nota 1 in calce al menzionato, prezioso, prospetto: i dati provengono direttamente dall’Archivio della zecca napoletana e gli furono favoriti personalmente dal “Reggente del Banco”, commendatore De Rosa, sotto la cui responsabilità era allora posta l’amministrazione delle monete.

Il prospetto del Bianchini ci dà anche un’altra informazione importante, da interpretare sempre alla luce dell’autorevolezza ed ufficialità delle fonti: tutte le monete argentee battute a nome di Giuseppe Bonaparte sono state coniate a Napoli nel 1807 e 1808.

Resta così dimostrato che le piastre con data 1806 furono coniate dopo la promulgazione del decreto istitutivo della nuova monetazione, nell’anno 1807, così come era legittimo che avvenisse, probabilmente per ragioni di prestigio e propaganda politica.