Troppi articoli in rete, in Italia, illudono migliaia di persone: vecchie lire ed euro spiccioli, salvo eccezioni, non sono un tesoro nel cassetto

 

di Roberto Ganganelli | Negli ultimi mesi, e in modo ancor più marcato nelle ultime settimane, si è assistito ad un proliferare di articoli in rete riguardanti le monete, nella fattispecie vecchie lire ed euro spiccioli.

“Cosa vuoi di più?” – potreste chiedervi, dal momento che in venticinque anni “mestiere” in questo settore mi sono sempre lamentato – e non sono il solo – del fatto che i mezzi di informazione generalisti ignorino la numismatica, perfino all’interno dei contenitori culturali più “alti”.

Numismatica, informazione e disinformazione

Beh, la risposta è semplice e credo che basti avere un’infarinatura sull’argomento per capire che tutti questi sono articoli che non fanno affatto informazione, bensì disinformazione bella e buona, col serio rischio di danneggiare il settore.

La maggior parte di questi contenuti, fin dal titolo, usa infatti espressioni roboanti del tipo “Le vecchie lire? Valgono una fortuna!” oppure “Guardati in tasca: i tuoi euro sono un tesoro!” o si spingono oltre indicando potenziali valori di mercato nell’ordine di migliaia di euro.

Risultato? Una campagna di disinformazione a tappeto, ricca di inesattezze e di vere e proprie fake news (quelle che in redazione, una volta, chiamavamo “bufale”) e che ha come solo risultato quello di illudere migliaia di persone allontanandole, alla prova dei fatti, da ogni curiosità su monete e dintorni.

Gli operatori commerciali “tra incudine e martello”

Come può sentirsi, ad esempio, una persona che, dopo aver letto – magari su una testata nazionale, non sono solo i blog di basso livello i colpevoli – che le lire del nonno sono un tesoro (uso volutamente l’indicativo) si trova di fronte ad un professionista che fa il proprio lavoro e lo disillude in pochi minuti, affermando con cognizione l’esiguo valore delle monete e rifiutando di acquistare il presunto “tesoro”?

Il malcapitato si domanderà se qualcuno stia tentando di prenderlo in giro e la colpa non andrà, il più delle volte, al sito web, nebulosa realtà in cui spesso i contenuti sono non nemmeno firmati e originali, ma rilanciati e anonimi, bensì al numismatico (in carne, ossa e professionalità) che gli ha dedicato tempo ed attenzione mettendoci, letteralmente, “la faccia”.

Facili guadagni con le monete nel cassetto? La numismatica è ben altro

Il problema è dunque la generazione di false e distorte aspettative e, al tempo stesso, sta nel fatto di proporre il collezionismo e la passione per la numismatica come qualcosa di picaresco e fumoso, una lampada di Aladino per risolvere problemi economici o in grado di permettere, con la vendita di vecchie lire ed euro spiccioli, una vita di lusso.

Questa è pura illusione, e l’illusione deriva dall’ignoranza non solo di chi legge ma soprattutto di chi scrive che, per deontologia professionale, dovrebbe astenersi con cura dal viaggiare sul filo della fake news solo per accumulare clic, like e follower.

E’ da sottolineare, infatti, come nel nostro paese – tolto un 32% che, ad un recente sondaggio del Reuters Insitute, ha dichiarato candidamente di “non informarsi” affatto – ben il 66% di coloro che lo fanno (o suppongono di farlo) ha accesso alle news attraverso dispositivi digitali e/o social media.

Meno della metà degli utenti si fida delle notizie che legge (e il senso critico, di fronte all’informazione, è sempre un bene); il fatto è che, per quanto ci riguarda, la stragrande maggioranza degli italiani non sa neppure cosa sia la numismatica e basta un titolo ad effetto per fuorviare il lettore e dargli in pasto una serie di informazioni parziali, sbagliate, illusorie.

Questo, anche perché colui che usa lo smartphone per informarsi legge di media contenuti brevi, non presta ai dettagli e alle argomentazioni particolare attenzione e, complice la rete di collegamenti tra pagine, tende a saltellare qua e là come una cavalletta impazzita.

Tutti insieme per diffondere (in rete e non solo) la “spicciola verità”

Per parte nostra, non possiamo che auspicare – ci diano ascolto i direttori delle testate coinvolte – la fine di questa campagna di disinformazione e chiediamo a tutti i lettori di condividere e diffondere quanto più possibile questo Dritto & Rovescio, proprio grazie a quella rete che troppe bufale sta sfornando in merito al collezionismo.

Al tempo stesso chiediamo collaborazione anche le associazioni, i circoli e gli operatori del settore – ormai, tutti presenti in rete – in modo che si ristabilisca l’equilibrio delle cose, perché la passione per vecchie lire ed euro spiccioli torni ad essere ciò che è, una delle tante espressioni della passione numismatica – non certo la più importante – e quanti si avvicinano al mondo della moneta possano farlo con cognizione di causa, per voglia di conoscere e non per sete di facili e impossibili guadagni.

 

Post scriptum: nonostante i termini inglesi relativi alla rete e all’era digitale siano stati ormai “sdoganati” in italiano, li abbiamo volutamente scritti in corsivo, come si faceva un tempo, perché quanto e come hanno cambiato il nostro modo di vivere e di informarci sia, almeno per una volta, ancor più evidente.