Ci lasciava dieci anni fa il grande divulgatore e studioso bolognese | Mario Traina, una vita dedicata al giornalismo e alla numismatica

 

di Roberto Ganganelli | Dieci anni fa, il 9 ottobre 2010, ci lasciava Mario Traina. Se ne andava inaspettatamente, in silenzio, lavorando fino all’ultimo giorno per la redazione e i lettori dell’allora mensile Cronaca numismatica che aveva fondato e diretto per 160 numeri, dal settembre 1989 al marzo 2004, lasciando a chi scrive il testimone e il compito, non semplice, di non farlo rimpiangere.

Pochi giorni prima, in occasione di Vicenza Numismatica, l’Accademia italiana di studi numismatici di cui nel 1996 era stato fondatore e, fino al 2003, presidente e principale animatore, lo aveva festeggiato con una medaglia per i suoi ottant’anni, compiuti il 17 aprile.

Laureato in legge, giornalista professionista e a lungo tra le firme di punta del quotidiano Avvenire, Mario Traina era approdato alla numismatica nella sua Bologna, città in cui era vissuto e che aveva amato senza mai dimenticare le sue origini siciliane, con la moglie Wanda, prematuramente scomparsa.

La sua bibliografia, che spazia dalle monetazioni medievali e moderne italiane a quelle contemporanee, dall’epigrafia numismatica alla bibliografia, si apre nel 1967 con Le monete italiane del XVIII secolo: I Savoia e la consacrazione tra gli studiosi di più alto livello in Italia arriva tra il 1975 e il 1977 con i tre volumi de Le monete ossidionali italiane; per De Vecchi pubblica nel 1976 Investire in monete e, da bibliofilo appassionato, sforna poi i due volumi del Saggio di bibliografia numismatica delle Zecche medievali dell’Emilia Romagna.

Non perde mai di vista la divulgazione, Mario, in un’Italia – quella degli anni ’80 e ’90 – così diversa da quella di oggi e in cui il benessere diffuso porta un gran numero di persone ad appassionarsi alle monete, a collezionare e soprattutto a leggere e informarsi.

Nascono così l’opera a fascicoli Il pallino della Numismatica: guida ragionata e illustrata alla Numismatica e Le monete raccontano la storia, entrambe edite da Fabbri; in collaborazione con Leonardo Capano esplora il tema de L’arte nel denaro per poi dar vita, negli anni a cavallo del debutto dell’euro, a due opere sulla moneta italiana: La lira d’Italia, immagini e allegorie nella storia repubblicana e La storia della lira nella Repubblica Italiana, quest’ultima pubblicata dall’Istituto poligrafico e zecca dello Stato.

Si occupa anche di medaglistica, settore che ama e di cui è anche collezionista – anche se dice che considera il collezionare come “conflitto di interessi” con il suo ruolo di studioso puro e, all’arte di Pisanello, dedica saggi, belle monografie su artisti, cataloghi di mostre.

L’ultima opera di Traina, firmata con il fratello Alfonso, eminente latinista, si intitola Il linguaggio delle monete e, pubblicata dall’Editoriale Olimpia di firenze nel 2007, vince entrambi i premi per la migliore pubblicazione numismatica dell’anno: il “Solone Ambrosoli” della Società numismatica italiana e quello della Banca agricola mantovana.

Suoi articoli e saggi trovano spazio nel corso di quattro decenni, valorizzandole, nelle principali riviste italiane del settore. Ricordiamo tra queste Soldi numismatica, Italia numismatica, La numismatica, il Bollettino del Circolo numismatico napoletano, Rassegna numismatica, il Gazzettino numismatico, i Quaderni ticinesi, Medaglia, nelle Memorie dell’Accademia italiana di studi filatelici e numismatici, ovviamente in Cronaca numismatica (non riuscì a terminare gli Speciali sulle monete di Casa Savoia, cui era particolarmente legato) e nella prestigiosa Rivista Italiana di Numismatica. Traina firma, inoltre, rubriche di numismatica per quotidiani e periodici come La Stampa, Stampa Sera, Il Mattino, L’Avvenire d’Italia, Avvenire 7, Famiglia cristiana, Famiglia mese ed Esperienza.

Membro della giuria del Concorso nazionale per l’euro e della Commissione nazionale per l’euro per la monetazione metallica, presieduta dall’allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, dal 1998 al 2005 è stato membro della Commissione permanente tecnico artistica monetaria del Ministero dell’Economia e finanze.

Socio dell’AIAM, della SNI, socio onorario di numerosi circoli, attivissimo già nell’Accademia di studi filatelici e numismatici di Reggio Emilia, è stato tra i fondatori, nel 1996, della nuova Accademia italiana di studi numismatici, di cui è stato eletto presidente per tre mandati consecutivi e in seguito presidente onorario.

E’ stato una delle anime di Vicenza Numismatica, per tutte le edizioni del salone internazionale a cui ha partecipato promuovendo e organizzando mostre, convegni, tavole rotonde e portando un contributo di idee e di originalità senza pari. In virtù di questa – potremmo dire – “frenetica” carriera di ricercatore e divulgatore, dell’intensa attività pubblicistica, dell’impegno profuso nell’organizzazione di mostre ed eventi gli sono stati conferiti i maggiori riconoscimenti del settore e non, tra cui il Premio Ducato di Torino e Centro studi numismatici Piemonte-Valle D’Aosta nel 1974, l’Oscar per la Numismatica nel 1975, il premio Leader per la numismatica nel 1980, il Due Torri d’oro per l’arte e la cultura, a Bologna 1981, il Premio biennale per la numismatica del Consiglio regionale della Lombardia, il Premio “Albino Bazzi” a Mantova nel 1993, il Premio benemeriti “Numismata” dell’Ente Fiera di Vicenza nel 1998 nonché il Trofeo dell’Amicizia di Albenga, nel 2000, e infine il Premio Tevere per la diffusione della cultura numismatica l’anno seguente.

Traina era anche cavaliere dell’Ordine pontificio del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e dell’Ordine equestre di sant’Agata della Repubblica di San Marino. Onorificenze di cui, tuttavia, non parlava mai e che solo quanti avevano il privilegio di accedere al suo bellissimo studio-biblioteca di Via Ghini, sui colli di Bologna, potevano “toccare con mano”.

Basterebbero queste righe per far comprendere – anche a coloro che di numismatica non avessero mai sentito parlare fino ad oggi – quanto lunga, sfaccettata e importante sia stata l’attività svolta da Mario nel nostro settore.

Vivace nello stile, forte polemista ma sempre disponibile al confronto di opinioni, generoso e aperto alla collaborazione, Traina ha saputo – ovunque si sia impegnato a favore della numismatica – risvegliare entusiasmi ed energie che si pensavano inesistenti o sopiti, mobilitare ed aggregare individualità eterogenee, farle lavorare assieme e dar vita ad associazioni, eventi e pubblicazioni che hanno segnato la cultura numismatica degli ultimi decenni e vivono nel presente.

Impegnato in prima linea nello promuovere la conoscenza del patrimonio numismatico pubblico del nostro Paese, ha sempre guardato con simpatia e favore al commercio professionale e al collezionismo privato sostenendo una forma di “libertà nella responsabilità” che, adottata come criterio base sia dai privati che dalle istituzioni, potrebbe permettere ai primi di collezionare con serenità e alle seconde di esercitare efficacemente quei fondamentali diritti di tutela che invece, talvolta, tendono ad essere interpretati in modo distorto o insufficiente.

Amava i libri, Mario Traina, e la sua eccezionale biblioteca numismatica – una delle più complete esistenti per quanto riguarda la monetazione italiana medievale e moderna, la medaglistica altre scienze affini, per sua volontà è stata donata – dopo la sua scomparsa – al Museo civico archeologico di Bologna dove è tuttora fruibile.

E, da bolognese verace, Traina amava il buon cibo, il buon vino, il mare. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato proprio nella sua casa di Lido di Spina dove, immerso nell’ombra della pineta, trascorreva l’estate scrivendo articoli, rispondendo ai quesiti dei lettori, approfondendo i temi da trattare nei suoi futuri libri.

Ci siamo salutati con un sorriso e il suo era sempre quello – limpido e aperto – delle persone rimaste integre e amanti della vita nonostante le traversie e le difficoltà. Era il sorriso di un bambino, in un certo senso, quello del mio maestro; del resto, e non sono parole mie ma di Goethe, cos’è la vita? “La vita è l’infanzia della nostra immortalità”.