È la fontana di piazza Navona, edificata dal Bernini e immortalata da Gaspare Morone Mola su alcune emissioni di Innocenzo X

 

di Giancarlo Alteri | Mentre si andava completando il palazzo Pamphili a piazza Navona, Innocenzo X decise, nel 1647, di nobilitare ulteriormente la piazza stessa, facendo erigere al suo centro, al posto del cinquecentesco abbeveratoio per cavalli, una grande fontana, sormontata da un obelisco scoperto in quegli anni tra le rovine del circo di Massenzio lungo la via Appia. E quel vascone in travertino, disadorno, colmo fino a traboccare dell’acqua Vergine, dove, nel silenzio della notte, sola si rispecchiava la luna, suscitò un progetto grandioso nella fantasia del Bernini, a cui fu affidata l’esecuzione dell’ opera.

Il genio di Gian Lorenzo per la nuova fontana di piazza Navona

Diverse sono le versioni su ome il geniale architetto sia riuscito a far pervenire il suo bozzetto della fontana a papa Innocenzo, che ne rimase conquistato. Il principe Niccolò Ludovisi, che aveva sposato Costanza Camilla, figlia della cognata del pontefice, donna Olimpia Maidalchini, e nipote di Innocenzo X, avendo potuto ammirare il modello della fontana nello studio del Bernini, se lo fece consegnare e lo collocò bene in vista in una stanza del palazzo Panphili, in modo che il papa dovesse per forza notarlo al suo passaggio.

Gian Lorenzo Bernini, geniale ideatore della fontana di piazza Navona e maestro indiscusso, poliedrico maestro che ha segnato l'arte del Seicento
Gian Lorenzo Bernini, geniale ideatore della fontana di piazza Navona e maestro indiscusso, poliedrico maestro che ha segnato l’arte del Seicento

Difatti Innocenzo X, dopo un lauto pranzo presso la cognata donna Olimpia, si trovò di fronte al modello ed esclamò meravigliato: “Questo disegno non può essere d’altri che del Bernini; e questo tiro che del principe Ludovisio. E bisognerà pure servirsi di lui, a dispetto di chi non lo vuole, perché bisogna non vedere le sue cose, per non porle in opera!”. Così narra Domenico Bernini nella Vita del Cavalier Gian Lorenzo suo padre, ed aggiunge che il pontefice, chiamato l’artista presso di sé, gli ordinò di edificare la fontana.

Un’altra versione, più attendibile, rivela che il Bernini riuscì ad entrare nelle grazie di donna Olimpia, mandando alla potente cognata del papa un modello della fontana in argento massiccio, alto circa un metro e mezzo. Quando donna Olimpia lo vide, se ne innamorò ed il Bernini ottenne l’incarico di realizzarlo.

La “fabbrica” della fontana e le allegorie dei quattro fiumi

Comunque siano andate le cose il Bernini, nella seconda metà del 1648, cominciò i lavori e già nel 1649 poté collocare, in un basso bacino di circa 23 metri di diametro, l’obelisco di 16 metri di altezza, poggiandolo su un gran masso, forato da quattro lati, a forma di ruvida scogliera, ai cui angoli pose, in drammatici atteggiamenti, quattro enormi statue, rappresentanti il Nilo, il Gange, il Danubio ed il Rio della Plata, cioè i principali fiumi delle quattro parti del mondo allora conosciute.

Nella vasca, dalle aperture della roccia, tra lo scrosciare dell’acqua, la creatività del Bernini immaginò un cavallo marino scalpitante e un enorme leone nell’atto di dissetarsi. Tutt’intorno numerosi altri animali, reali ed immaginari, come pure svariati elementi vegetali furono scolpiti per popolare e ravvivare la pietra, in una composizione insieme fantastica e drammatica, monumentale ed eterea, innalzata verso il cielo di Roma come una sublime poesia.

Piazza Navona a Roma, con al centro la monumentale fontana dei Quattro fiumi e il grande obelisco, così come appare in un'incisione del XVIII secolo: luogo di incontro, di mercato e di eventi pubblici, sorge sopra le rovine del Circo agonale romano
Piazza Navona a Roma, con al centro la monumentale fontana dei Quattro fiumi e il grande obelisco, così come appare in un’incisione del XVIII secolo: luogo di incontro, di mercato e di eventi pubblici, sorge sopra le rovine del Circo agonale romano

L’8 giugno 1651 l’eccezionale opera era terminata e, racconta il diarista Gigli, lo stesso Innocenzo X, con un corteo di oltre cinquanta personaggi, “andò in Piazza Navona a vedere l’ornamento delle Fontane fatte a piè della Guglia, alle quali non era stata data l’acqua”.

Dunque, non sembra che in quell’occasione Innocenzo X abbia potuto assistere all’improvviso sgorgare dell’acqua, come invece vorrebbe farci credere il figlio del Bernini, che nella Vita del padre racconta: “Al Papa […] comparve uno spettacolo che lo fece del tutto rimanere estatico per la maraviglia. Fermossi alquanto così da lungi e poi avvicinatosi a rimirare più d’appresso i diversi gorghi dell’acque, disse al Cavalier Bernino: ‘Sempre la fate da quel che siete, e voi con darci questa improvvisa allegrezza ci avete accresciuto dieci anni di vita’”.

L’inaugurazione del 1651 e le medaglie di papa Pamphili

Soltanto quattro giorni dopo, il 12 giugno, l’opera fu solennemente inaugurata e, ritenuta la fontana più bella di quel secolo, ebbe l’onore di essere celebrata dalla medaglia annuale del 1652, anno VIII di pontificato, così descritta dallo stesso Gigli: “[Da una parte] era la testa del Papa in habito ordinario col berettino in testa, con lettere attorno, che dicevano INNOCENTIVS X. PONT. MAX. et sotto al suo busto ANNO VIII.

Le medaglia dell'anno VIII di pontificato di Innocenzo X Pamphili ricorda l'inaugurazione del monumento berninianio che orna piazza Navona: gli edifici sono volutamente appena tratteggiati
Le medaglia dell’anno VIII di pontificato di Innocenzo X Pamphili ricorda l’inaugurazione del monumento berninianio che orna piazza Navona: gli edifici sono volutamente appena tratteggiati

Dall’altra parte era scolpita la Guglia con le 4. fontane a piedi, con prospettive, che dimostravano la mità della Piazza. Si vedeva da una banda il Palazzo delli Panfilii, et dall’altro lato la Chiesa di S. Jacomo delli Spagnoli con alcune case a quella contigue, et a piè della piazza si vedeva il Palazzo delli Torres, et quello delli Orsini. Ma la strada, che passa in mezzo a questi due Palazzi non si vedeva, come che, per rispetto della Guglia fusse nascosta all’occhio. Intorno vi erano lettere, cioè, sotto alla Guglia, AGONALIVM CRVORE, et nell’estremità della Medaglia dove giungeva la punta della Guglia, ABLVTO AQVA VIRGINE”.

Realizzata da Gaspare Morone, essa raffigurava al D/ il busto a s. di Innocenzo X, con camauro e mozzetta, con le leggende INNOCENZO X PONT MAX, nel giro e AN VIII G M, sotto il busto; al R/ la fontana circondata dagli edifici di piazza Navona, e la leggenda ABLVTO AQVA VIRGINE AGONALIVM CVRORE.

In questa medaglia dell'anno V di pontificato, il papa è ritratto a capo scoperto e, sul rovescio, la fontana dei Quattro fiumi col suo monumentale obelisco fa già bella mostra di sè
In questa medaglia dell’anno V di pontificato, il papa è ritratto a capo scoperto e, sul rovescio, la fontana dei Quattro fiumi col suo monumentale obelisco fa già bella mostra di sè

Per inciso, alla fontana erano state già dedicate altre due coniazioni, una nell’anno V e una nell’anno VII di pontificato, ad ennesima riprova di quanto papa Innocenzo X tenesse al progetto, al punto da volerne “narrare in medaglia” passo dopo passo.

Poiché la costruzione della fontana faceva parte del progetto più generale di rinnovamento dell’intera piazza l’incisore, nel rappresentare il monumento su medaglia, scelse, quindi, di mostrarlo nel suo ambiente, circondato dai palazzi Pamphili, Orsini, Torres e dalla chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, mentre in lontananza spicca la cupola di Sant’Andrea della Valle.

Nel trittico di coniazioni dedicate alla fontana di piazza Navona, questa dell'anno VII è la più riuscita, con il papa in paramenti solenni, il triregno sul capo, e i nitidi dettagli architettonici al rovescio
Nel trittico di coniazioni dedicate alla fontana di piazza Navona, questa dell’anno VII è la più riuscita, con il papa in paramenti solenni, il triregno sul capo, e i nitidi dettagli architettonici al rovescio

Leggende e aneddoti per un monumento celeberrimo

Dopo l’inaugurazione si sparse voce che l’obelisco, posato arditamente sulla fontana, molto presto sarebbe crollato. Il Bernini, allora, con una trovata caratteristica del suo spirito bizzarro, avrebbe assicurato l’antico monolito con quattro fragilissime cordicelle fissate al terreno con dei chiodini, ed avrebbe quindi esclamato soddisfatto che in questo modo l’obelisco non sarebbe più caduto!

Ed oggi è ancora lì, sul suo basamento, discreto testimone di tutti gli innamorati che, tenendosi per mano, compiono il giro della fontana in senso orario, perché il loro amore non tramonti mai: questa la romantica leggenda, che l’acqua, da quando sgorga fragorosa dalla fantastica roccia, racconta al luminoso e caldo sole, alla chiara e malinconica luna.