Sabato 9 e domenica 10 marzo, con due sessioni con inizio alle ora 15.00 si svolgerà l’asta numismatica Artemide E66 live che propone oltre 1200 lotti singoli e multipli tra monete greche e romane, medievali e moderne, oltre a una selezione di medaglie soprattutto papali. Le offerte pre asta e live possono essere effettuate sul portale di Artemide aste (clicca qui) o su DeaMoneta (clicca qui), sempre previa registrazione.

Per informazioni sui lotti è possibile scrivere a info@artemideaste.com. Ma ora ecco una piccola selezione di monete interessanti scelte per voi dall’asta Artemide E66.

Iniziamo con il lotto 31, un’affascinante quadruncia di Teate del 225-200 aC (base 100 euro) con al dritto testa di Eracle con pelle leonina e, al rovescio, il leone nemeo e la clava con cui l’eroe tentò di abbattere l’animale, salvo poi finirlo – grazie alla sua forza sovrumana – strangolandolo. Insomma, il mito in una moneta in bronzo.

Evoca invece le fertili terre del Meridione d’Italia il lotto 49, un classico della monetazione magno greca: si tratta infatti di uno statete incuso di Metapontum con doppia spiga e legenda META coniato nel periodo 470-440 aC proposto da 300 euro di base.

Al lotto 120 ecco una rara e ben conservata tetradracma di Entella risalente alla seconda metà del III secolo aC: è di 2000 euro la base per questa moneta con raffinato ritratto di Persefone e al rovescio i classici simboli punici del cavallo a figura intera e della palma.

Fu invece la zecca siciliana di Messana a coniare l’esemplare al lotto 140, nel 420-413 aC: si tratta di una tetradracma al cui dritto la ninfa eponima della città conduce una biga traniata da muli, mentre al rovescio – quasi in un contrasto tra lentezza e rapidità – campeggia la lepre in corsa. Bell’esemplare, è proposto da una base di 1000 euro.

Tra le monete di Sicracusa dell’asta Artemide 66E segnaliamo il lotto173, una gradevole 25 litre in elettro 310-300 aC, battuta durante il periodo di Agatocle ai tipi della testa di Apollo e della lira, strumento prediletto dal dio delle arti. La base è di 400 euro.

Spostandoci nella Grecia continentale, al lotto 199 ecco una finissima tetradracma del 150-140 aC coniata a Thasos: a un bellissimo Dioniso sul dritto si abbina al rovescio un nerboruto Eracle in nudità eroica con inscrizioni. Base fissata a 400 euro.

Passando invece alle monete di Roma repubblicana, segnaliamo tra i numerosi, interessanti esemplari un raro quinario per Luceria del 214 aC: al lotto 283, la piccola moneta in argento conserva il tipo ben conosciuto con il profilo di Roma elmata sul dritto e i Dioscuri al galoppo sul rovescio. È di 200 euro la base di catalogo.

Scendono invece dai loro destrieri, i Dioscuri, sul rovescio del denario al lotto 311 a nome di L. Memmius (109-108 aC) proposto da 100 euro di prima offerta e che, sul dritto, raffigura un profilo maschile coronato di un serto di quercia. Forse di tratta di Apollo, ma l’attribuzione resta incerta.

Un episodio celeberrimo nella storia di Roma antica – il ratto delle Sabine – è raffigurato invece sulla moneta al lotto 332, un denario di L. Titurius L.f. Sabinus dell’89 aC con al dritto un magnifico ritratto del re Tatius (Tito Tazio, sovrano di Cures, una delle città da cui i Romani rapirono le fanciulle). La base d’asta è fissata in 150 euro.

Invitandovi a visionare la vasta scelta di denari repubblicani in catalogo, ci soffermiamo ora su quello al lotto 349, di zecca forse iberica e risalente al 76-75 aC: spettacolare al dritto il Genius Populi Romani, che si abbina a un rovescio con il globo terreste affiancato da scettro e timone. Come dire: Roma, guida e dominatrice del mondo intero. Base 300 euro.

E cosa dire del lotto 362, un altro denario ma del 59 aC e a nome di M. Nonius Sufenas con bellissimo profilo di Saturno e Roma incoronata dalla Vittoria alata? Moneta eccezionale, anche per la patina, è in catalogo Artemide 66E alla base di 300 euro.

Al lotto 377 il protagonista è invece Vercingetorige, temibile sovrano degli Averni e nemico di Roma ritratto sul dritto di un denario di L. Hostilius Saserna del 48 aC (base di vendita 800 euro): se volete scoprire la storia di questo personaggio e delle monete che lo raffigurano leggete qui il nostro approfondimento.

Passando alla monetazione imperiale, qualche esemplare tra i tantissimi in catalogo nell’asta Artemide E66: iniziamo dal lotto 452, un raffinato sesterzio di Traiano con base di 500 euro; una stima dovuta alla sua rarità e alla conservazione, nonché al complesso rovescio su cui l’imperatore seduto riceve in udienza due ufficiali e cinque legionari.

Superbo anche il ritratto di un giovanissimo Geta come cesare sul denario al lotto 520 (base 100 euro): coniata a Roma nel 200-202, questa moneta è un perfetto esempio della maestria degli incisori del tempo nel saper eseguire ritratti realistici e dettagliati. Al rovescio la figura femminile della Nobilitas.

A metà III secolo, esattamente al 253-255, risale invece l’antonianiano al lotto 615, a nome di Valeriano II cesare: al ritratto con corona radiata, infatti, è abbinato un curioso rovescio su cui campeggia un giovanissimo Giove a cavallo della capra Amaltea, che secondo il mito allattò il re degli dei. Base d’asta 90 euro per questo esemplare in cui, ancora una volta, si evidenzia il legame del pantheon romano con quello greco.

Lo spostamento dell’asse del potere da Roma a Costantinopoli è incarnato dal lotto 669, un solido di Onorio del 397-402 che, con ritratto semi frontale dell’imperatore e al rovescio la personificazione della città viene offerto, in pregevole conservazione, da una stima di 500 euro. A seguire altre interessanti monete tardo imperiali, bizantine e lotti multipli del periodo antico che vi suggeriamo di visionare con attenzione.

Passando alle monete medievali e moderne di zecche italiane, altra sezione di spicco nell’asta Artemide E66 del 9-10 marzo 2024 che, vi ricordiamo, sarà battuta live, vi presentiamo il lotto 784, un raffinato giulio fiorentino con l’Annunciazione a nome di Ferdinando I de’ Medici e coniato nel 1588: rarissimo, anche se in condizioni non eccellenti parte da 100 euro di base.

Tra i grandi moduli in argento della zecca di Genova, invece, ecco un due scudi del 1676 con sigla ILM: 800 sono gli euro di base per questa rarissima moneta ai tipi del castello e della Vergine col Bambino sulle nubi proposta al lotto 820.

Tra le medievali del Nord Italia, invece, vi presentiamo un conio per la zecca di Padova: si tratta di un gradevole carrarino da due soldi del periodo 1345-1350, signore Jacopo II da Carrara in catalogo a 50 euro di stima.

Vasta la scelta di monete pontificie: al lotto 943, per esempio, spicca una piastra d’Anno santo 1675, con la Porta santa murata, coniata a nome di Clemente X Altieri: integra, con patina di antica raccolta, questa coniazione richiede una prima offerta di 350 euro.

Al lotto 1010, invece, passando a Casa Savoia fa bella mostra di sé una lira torinese del 1680, regnante il duca Vittorio Amedeo II il cui ritratto sul dritto si abbina a un rovescio con l’elaborato stemma araldico della famiglia, sormontato da corona. Base 250 euro.

Con un salto in avanti nel tempo di due secoli e mezzo eccoci ora al 1931, anno IX dell’era fascista: è con questa doppia data che debuttano le 50 lire Littore modellate da Giuseppe Romagnoli e delle quali un esemplare in alta conservazione è in catalogo al lotto 1033 alla base di 250 euro.

Ne servono almeno 600, di euro, per le 20 lire Impero del 1936-XIV: massimo modulo in argento dell’ultima serie monetale del Regno d’Italia, in conservazione pressoché splendida, sono offerte a partire da 600 euro al lotto 1038 della vendita Artemide E66.

E lasciandovi il piacere di visionare le monete estere e le medaglie dell’incanto del 9-10 marzo, ricordandovi che le offerte sono già aperte concludiamo con il lotto 1050, un tallero Italicum per la Colonia Eritrea, sfortunato tentativo di sostituire i talleri teresiani. Coniato nel 1918, è qui proposto dalla base di 150 euro.