Sampietrini e madonnine coniati a fine XVIII secolo a Civitavecchia censiti con tutte le varianti di conio da un appassionato collezionista

 

di Roberto Ganganelli | Nasce da molti anni di ricerche e da una grande passione come collezionista delle monete della sua città il volume dal titolo Le monete coniate a Civitavecchia sul finire del secolo XVIII. I “baiocchi” che Carmine Costanzo ha recentemente ultimato e dato alle stampe.

La copertina del volume dedicato alla zecca e alle monete di Civitavecchia di fine XVIII secolo
La copertina del volume dedicato alla zecca e alle monete di Civitavecchia di fine XVIII secolo

Partendo dall’analisi di centinaia di esemplari di monete da due baiocchi e mezzo e cinque baiocchi – i famosi sampietrini e le altrettanto note madonnine – l’autore ha redatto un ampio catalogo di tutte le varianti di conio uscite dalla breve esperienza di zecca della città laziale nel 1796-1797 a nome di Pio VI e nel 1798-1799 fra crisi del potere temporale, avvento di Napoleone e Prima repubblica romana.

Importante porto tirrenico dello Stato Pontificio, celebrato più volte su monete e medaglie (per queste ultime, già si ebbe un volume di Franco Nastasi nel 1994), Civitavecchia ebbe zecca grazie al piano del governo di Roma che vide l’apertura di numerose officine monetarie, sul finire del XVIII secolo, in modo da far fronte alla necessità di circolante “eroso”, in rame e in mistura.

E se Civitavecchia non coniò mai muraiole, ebbe invece una vastissima produzione di madonnine e sampietrini che Carmine Costanzo raggruppa, analizza nel dettaglio, propone con adeguate immagini a colori e dovizia di dettagli e che cerca di inquadrare anche sotto il profilo della rarità.

Sampietrino da due baiocchi e mezzo coniato a Civitavecchia nel 1796 a nome di papa Pio VI Braschi
Sampietrino da due baiocchi e mezzo coniato a Civitavecchia nel 1796 a nome di papa Pio VI Braschi

Una messe imponente di dati e foto che occupa quasi 150 delle 240 pagine del libro nel quale, dubitativamente come è giusto, si citano anche gli alberelli da due baiocchi della Prima repubblica romana con lettera C. Per ciascuna variante di sampietrino o madonnina sono riportati gli esemplari censiti, una descrizione certosina della morfologia e delle iscrizioni, i riferimenti bibliografici.

Appassionato cultore di storia locale, Costanzo inserisce nell’opera anche una serie di immagini tratte da cartoline storiche della città mentre la seconda parte dell’opera è dedicata alla cosiddetta “Repubblica dei ragazzi” o “Villaggio del fanciullo” che per lungo tempo fu attivo sul litorale e che, fra i suoi gadget – ma chiamarli così è riduttivo – ebbe anche degli oggetti para numismatici, detti “meriti” che portano le firme, niente meno, che di due grandi autori come Ettore Calvelli ed Enrico Manfrini.

Questi gettoni, di notevole bellezza, esaltano virtù come la lealtà e valori come quello della giustizia e della famiglia: coniazioni “didattiche” del tutto particolari – forse uniche – nel panorama italiano del Novecento che, da Civitavecchia, trovano grazie a questo volume una loro degna collocazione nel panorama della numismatica.