Ritratto di Gian Giacomo Trivulzio con le insegne di maresciallo di Francia
Ritratto di Gian Giacomo Trivulzio con le insegne di maresciallo di Francia

di Antonio Castellani | QVEM GENVIT ADORAVIT, ossia “Ha adorato ciò che ha generato”, espressione della Liturgia mariana, venne assunta come divisa dalla famiglia Trivulzio di Milano.

E se tale legenda latina appare quasi uguale  anche su monete modenesi (da due e una lira) di Francesco I d’Este e sulle lire di Francesco III d’Este per la stessa zecca, vogliamo qui porre l’attenzione sulle monete coniate a nome del conte Gian Giacomo Trivulzio (1440-1518, al potere dal 1480): si tratta del doppio testone, del testone, del mezzo e del quarto di testone dall’officina monetaria del castello di Mesocco, tutte di estrema rarità, sul cui rovescio campeggia una delle più belle raffigurazioni numismatiche della Beata Vergine in adorazione del Bimbo.

Il dritto del testone su cui campeggia il semplice ed elegante stemma dei Trivulzio di Milano
Il dritto del testone su cui campeggia il semplice ed elegante stemma dei Trivulzio di Milano

Gian Giacomo detto “il Grande”, figlio di Antonio Trivulzio e Francesca Visconti, amico di Galeazzo Maria Sforza nel 1465 ne segue l’esercito sforzesco in Francia in aiuto di Luigi XI. Partecipa alle campagne contro il Colleoni ed è al fianco di Federico da Montefeltro nelle guerre di Romagna. Sposa la dodicenne Margherita Colleoni, lontana parente del celebre condottiero, dalla quale ha diversi figli.

Nel 1478 soccorre Firenze contro le mire espansioniste di Sisto IV e nel 1480 diventa proprietario del Castello di Mesocco (in Svizzera, nel cantone dei Grigioni), che apparteneva ai De Sacco. Dopo aver partecipato al servizio di Ludovico il Moro alla Guerra dei Rossi e aver comandato l’assedio decisivo della Rocca di San Secondo nel 1483, nel 1484 sconfigge i Veneziani a Martinengo.

Il castello di Mesocco, nel Cantone dei Grigioni (CH), come si presenta oggi
Il castello di Mesocco, nel Cantone dei Grigioni (CH), come si presenta oggi

Rimasto vedovo, nel 1488 sposa una D’Avalos e si reca Napoli mettendosi al servizio di Alfonso d’Aragona. Come noto, nel frattempo il Moro si allea con Carlo VIII e lo incita a impossessarsi del Regno di Napoli e, qui giunto, si trova a contrattare la resa proprio col Trivulzio, che era stato nominato comandante dell’esercito. Carlo VIII viene colpito dall’abilità di Gian Giacomo e lo ingaggia, con il placet di Ferdinando d’Aragona, per 10.000 ducati annui.

La splendida Madonna orante con Gesù bambino al rovescio della moneta
La splendida Madonna orante con Gesù bambino al rovescio della moneta

Il Trivulzio risale l’Italia al fianco del re di Francia e partecipa alla battaglia di Fornovo del 1495. E’ nominato luogotenente del re che gli concede titoli nobiliari e possedimenti in Francia. Gian Giacomo Trivulzio è praticamente la longa manus francese in Italia anche con il nuovo re francese, Luigi XII, con cui arma un potente esercito, comandato dal Trivulzio, per conquistare Milano. Il progetto si realizza puntualmente e il 29 settembre 1499 Gian Giacomo è nominato maresciallo di Francia.

Non solo soggetti sacri: in questo testone post 1498, Gian Giacomo fa appello a san Giorgio, patrono della cavalleria, raffigurato nell'atto di sconfiggere il drago
Non solo soggetti sacri: in questo testone post 1498, Gian Giacomo fa appello a san Giorgio, patrono della cavalleria, raffigurato nell’atto di sconfiggere il drago

Nel 1509 batte i Veneziani ad Agnadello. Nel 1515 gli Svizzeri nella battaglia di Marignano. Nel 1516 difende ancora Milano dall’imperatore Massimiliano I; sospetti, accuse e gelosie lo fanno però cadere in disgrazia agli occhi del re francese Francesco I; valica allora le Alpi nel pieno dell’inverno 1518 per chiedere udienza al re. Muore pochi giorni dopo.

Ricchissimo, si fa mecenate per finanziare opere artistiche come quelle attribuite al Bramantino: la cappella Trivulzio della Basilica di San Nazaro Maggiore, dove viene sepolto, e il ciclo dei dodici Arazzi dei Mesi, oggi al Castello Sforzesco.

La tomba di Gian Giacomo Trivulzio a Milano

Il testone qui illustrato, coniato prima del 1498 in argento al peso di 9,53 grammi e con un diametro di circa 29 millimetri, è considerato – come le altre monete a soggetto mariano della serie – della massima rarità e incanta gli appassionati per l’eleganza con cui lo stemma dei Trivulzio si abbina con la fine incisione della Madonna adorante.