IA e NUMISMATICA, dai LIMITI attuali a possibili SCENARI futuri

a cura della redazione | Le riflessioni del professor Davide Bassi, già rettore dell’Università di Trento, sul rapporto fra IA e numismatica oggi e in prospettiva

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Ci scrive il professor Davide Bassi, a proposito del Dritto & rovescio dal titolo Intelligenza artificiale e numismatica, siamo agli antipodi: “Sono fisico atomico di professione e nella mia lunga carriera ho occupato vari incarichi tra cui quello di rettore dell’Università di Trento. Attualmente sono vicepresidente dell’Università della Svizzera italiana. Rispetto all’intelligenza artificiale potrei definirmi un utilizzatore informato, nel senso che ne conosco pregi e limiti avendola usata ormai da molti anni per uso professionale (in fisica sperimentale) ben prima che l’argomento finisse al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica.

Tra le mie passioni c’è anche la numismatica. L’articolo che lei ha pubblicato parte da considerazioni concrete, ma finisce per cadere in una retorica che – non si offenda – io definirei ‘neo-luddista’. Facendo così si rischia di sottovalutare l’intelligenza artificiale in nome di una ‘supremazia umana’ che – in generale – non darei sempre per scontata.

IA e numismatica, uno scarso “livello di addestramento”

I problemi da lei evidenziati derivano da una causa ben nota che è legata allo scarso livello di addestramento (in campo numismatico) a cui sono stati sottoposti i modelli di intelligenza artificiale attualmente accessibili al grande pubblico. L’intelligenza artificiale – così come quella umana – deve essere ‘educata’ attraverso un lungo processo di apprendimento. Nel caso specifico della numismatica questo addestramento ancora non c’è stato semplicemente perché nessuno ha speso tempo e denaro per farlo.

Diciamo che il mercato è troppo ristretto per attrarre l’interesse degli sviluppatori che puntano al grande pubblico, ma c’è da scommettere che – prima o poi – anche questo settore verrà coperto. Attualmente i principali limiti tecnici all’apprendimento della numismatica da parte dei sistemi di intelligenza artificiale sono essenzialmente due: il fatto che molti testi classici della numismatica non sono accessibili in forma digitalizzata (essenziale per fornire i dati di entrata ai sistemi di IA) e la qualità molto disomogenea delle foto disponibili per i diversi tipi di monete.

Si tratta di ostacoli superabili e personalmente sono convinto che – se non lo stanno già facendo – i grandi ‘slabblatori’ americani prima o poi si muoveranno in tale direzione. Loro hanno il vantaggio di possedere l’archivio di tutte le monete che hanno certificato. Basterebbe integrarlo con quello delle collezioni numismatiche di alcuni grandi musei ed il gioco è fatto.

Credo che ridurre le applicazioni dell’intelligenza artificiale a macchietta e affermare in modo apodittico che non potrà mai superare l’intelligenza umana rischia di non mettere in evidenza i veri termini della questione. Tra qualche anno, l’intelligenza artificiale potrebbe diventare uno strumento importante anche per la numismatica. così come oggi lo è già per molte discipline che vanno dalla fisica alla ricerca di nuovi farmaci.

Scenari nei quali IA e numismatica potranno interagire

Più che all’IA generativa (quella per intenderci che oggi scrive testi più o meno strampalati quando le chiediamo di trattare un particolare argomento numismatico) penso piuttosto alle applicazioni di IA che possono essere di ausilio sia per chi studia e classifica le monete in modo professionale, sia per i collezionisti amatoriali interessati ad ampliare le loro conoscenze. Vorrei ricordare – come esempio notevole – la recentissima applicazione dell’IA per decifrare i contenuti di alcuni papiri di Ercolano, attività che fin qui non si era mai riuscita a realizzare con le sole competenze ‘umane’.

Anch’io credo che una macchina non proverà mai la sensazione che un umano prova quando rigira tra le mani un’antica moneta carica di storia. Ma chi avrà la voglia e  l’interesse di sviluppare applicazioni di intelligenza artificiale specificamente addestrate per il settore informatico potrebbe aprire un nuovo campo di applicazione – sia pure di nicchia – con interessanti ritorni sia culturali che economici.

Da professionista della fisica atomica e da appassionato di numismatica invito tutti a ragionare di intelligenza artificiale cercando di uscire dai preconcetti e dagli stereotipi, attenti ai limiti della tecnologia, ma aperti anche a capire le opportunità che ci vengono offerte. Ricordando che – alla fine – luddisti e neo-luddisti finiscono sempre ai margini della Storia”.

Ulteriori riflessioni di Roberto Ganganelli

Con grande piacere pubblichiamo l’interessante lettera del professor Davide Bassi, innanzi tutto perché è sempre un segnale molto positivo quando un editoriale suscita reazioni nei lettori, e ancor di più quando ne suscita di così puntualmente argomentate da parte di qualcuno che ha comptetenze specifiche e approfondite.

Da giornalista e numismatico di professione, più che da informatico per formazione universitaria, ho voluto porre l’accento – senza troppi distinguo, lo ammetto – sul quell’utilizzo dilettantesco e approssimativo dell’intelligenza artificiale generativa e degli strampalati risultati – come li definisce lo stesso professor Bassi – che essa confeziona, resi tanto più ridicoli (e “rischiosi” per la numismatica, quando dati in pasto ad un pubblico non informato) dal fatto che il “revisore umano”, digiuno di numismatica, prende tutto per oro colato e ci mette pure la firma.

Ben lungi dall’invocare una forma di neo-luddismo, concordo con il professor Bassi sul fatto un’intelligenza artificiale addestrata, direi “alimentata” con basi di dati adeguate potrà certamente fornire in futuro dei contributi di conoscenza fondamentale anche per la classificazione e lo studio delle monete integrando le informazioni del mercato con quelle delle raccolte pubbliche e private e dei ritrovamenti. IA e numismstica insieme, dunque, potranno aprire le porte di una miniera nuovo sapere dalla quale l’alleanza tra la mente umana e l’intelligenza artificiale saranno in grado di far scaturire veri e propri “tesori”.

Quello che il professor Bassi definisce un “invito a ragionare” sul tema del rapporto fra IA e numismatica è dunque uno scenario aperto, intrigante e promettente, per il quale tuttavia dobbiamo attrezzarci. Perché le “macchine” imparano, e in fretta, ma sta a noi guidarle affinché la loro intelligenza, pur artificiale, si trasformi per noi in un vantaggio. Come ogni tecnologia, nel corso della Storia.