Tra tante coniazioni di grande impatto popolare – come quelle per il Tour mondiale del Vespucci o quella per Renato Zero – fa in un certo senso notizia il fatto che sia stata appena emessa anche una moneta da 5 euro per Giovanni Spadolini, che i nati dopo il crollo della Prima Repubblica, per gran parte, non hanno nemmeno sentito nominare.

Giovanni Spadolini (1925-1994) in una foto ufficiale come senatore della Repubblica

Eppure Spadolini, nato a Firenze il 21 giugno del 1925, giusto un secolo fa, è stato un eminente studioso di storia, un fine giornalista e un gentiluomo di rara misura. Questo, senza contare i suoi ruoli di presidente del Consiglio (fu nominato da Sandro Pertini, primo laico non democristiano, nel 1981), varie volte ministro e, dal 1987, presidente del Senato. Nominato senatore a vita nel 1991, Spadolini ricoprì anche il ruolo di presidente supplente della Repubblica dopo le dimissioni di Francesco Cossiga e fino al giuramento di Oscar Luigi Scalfaro, nel 1992.

La moneta da 10 euro per Giovanni Spadolini, realizzata in argento 925 millesimi a finitura proof, ha il consueto diametro di 32 millimetri, peso di 18 grammi, il contorno a rigatura spessa ed è stata prodotta in 4000 esemplari che l’Istituto poligrafico e zecca dello Stato commercializza alla fonte, in astuccio, al prezzo di 65 euro ciascuno.

moneta da 5 euro per giovanni spadolini argento ipzs proof collezione numismatica senato governo garibaldi partito repubblicano ministro giornalista storico professore

Uomo di cultura e fine studioso, Spadolini e ritratto sul dritto dei nuovi 5 euro italiani

“Nel centenario della nascita – si legge in una nota di IPZS – un tributo speciale a Giovanni Spadolini, per il suo contributo intellettuale e il suo impegno civile nel panorama storico e culturale italiano”. L’intellettuale e politico toscano è infatti ritratto sul dritto, di tre quarti, così come appare in una fotografia del periodo della maturità. Circondano il ritratto le iscrizioni REPUBBLICA ITALIANA, la data 2025, la firma dell’autore Valerio De Seta. Nel campo anche la R, segno della zecca di Roma.

Al rovescio è raffigurato al centro un particolare dell’aula del Senato della Repubblica, luogo in cui Spadolini portò uno stile caratterizzato da sobrietà e da un profondo rispetto delle istituzioni e dei ruoli parlamentari. Nel giro la scritta GIOVANNI SPADOLINI e le due date 1925 e 2025. In basso 5 EURO, valore nominale della moneta.

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Nell’aula di Palazzo Madama, sede del Senato, Spadolini è stato presidente dal 1987 al 1994

Perché una moneta da 5 euro per Giovanni Spadolini? Perché a prescindere dalle idee politiche, dal ruolo avuto nelle istituzioni e dalle scelte operate come capo del Governo, ministro o presidente del Senato, Spadolini rimane per l’Italia recente e per le generazioni future un esempio di uomo di cultura.

Primo ministro per i Beni culturali e ambientali della storia repubblicana – dal 21 dicembre 1974 al 12 febbraio 1976 – Spadolini riuscì ad affrancare la gestione del patrimonio artistico e culturale nazionale dal gran “calderone” del Ministero della Pubblica istruzione in cui era ricompresa; durante il suo mandato diede vita alla Biblioteca nazionale centrale di Roma con sede nel quartiere Castro Pretorio e, dopo il furto di un Raffaello e due Piero della Francesca da Palazzo Ducale a Urbino, nella notte del 6 febbraio 1975, stigmatizzò la situazione del patrimonio italiano chiamando il governo e il Parlamento a un’azione di tutela estesa, moderna e organizzata.

Tra le realizzazioni di Spadolini ministro dei Beni culturali e ambientali la moderna sede della Biblioteca nazionale centrale di Roma non lontano da Stazione Termini

In seguito, parlando della sua esperienza come ministro dei Beni culturali e ambientali, disse di aver trovato il patrimonio italiano in una situazione simile a quella di Caporetto e che, sebbene fosse consapevole di non essere riuscito a completare il proprio mandato con una vittoria simile a quella di Vittorio Veneto, sentiva di aver realizzato, per lo meno, qualcosa di simile ad una “linea di resistenza sul Piave”.

Parole che testimoniano un uomo la cui vita era profondamente imbevuta di cultura; una cultura eclettica e continuamente coltivata, con impegno e metodo, e che comprendeva anche la passione per la medaglia d’arte, che lo accomunava ad altri politici di spicco come Giulio Andreotti e Cesare Merzagora.

Spadolini amava ricordare di sé: “[…] io ho continuato a studiare sempre. […] Non esiste impegno di lavoro, per quanto massacrante, che tolga spazio alla riflessione e allo studio. Ho continuato a studiare sempre, sia pure utilizzando pezzetti di tempo. E le mie migliori vacanze coincidono col tempo che riesco a dedicare ai miei studi e ai miei scritti”.