Curiosa storia quella dell’imperatore Teodosio II (401-450) dal momento che – figlio di Arcadio (337-408) e di Elia Eudossia (?-404) – quando venne insignito del titolo imperiale di “augusto” aveva appena un anno. Era il 402 e, a soli sette anni, il giovanissimo Teodosio II si ritrovò unico sovrano dell’Impero romano d’Oriente.
Come in altri casi, vista la tenera età dell’imperatore gran parte del potere fu assunto da Antemio, prefetto del pretorio d’Oriente, e dalla sorella Pulcheria che rivestì il ruolo di reggente fino al 416, anno in cui l’imperatore Teodosio II raggiunse quella che all’epoca era considerata la maggiore età.
Nel 421, Teodosio II scatenò una guerra contro l’Impero sasanide guidato di Shahanshah Vararanes V, che premeva sui confini e aveva perseguitato la popolazione cristiana. I generali di Teodosio II inflissero rapidamente una grave sconfitta ai Persiani, tuttavia non riuscirono a consolidarla a causa della imminente minaccia di un attacco degli Unni alla capitale Costantinopoli.
L’enigmatico sguardo dell’impetatore Teodosio II ci parla ancora, dopo sedici secoli, nelle statue in marmo che lo ritraggono come nelle monete coniate a suo nome
“Se non puoi sconfiggerli, fatteli amici” sembra aver pensato allora l’imperatore Teodosio II il quale, per evitare un attacco potenzialmente disastroso e soprattutto il saccheggio dell’opulenta capitale dell’Impero romano d’Oriente, iniziò a blandire – leggi, corrompere – gli Unni con regolari pagamenti in oro.
Ben 350 libbre d’oro l’anno furono versati a Rugila, re degli Unni, all’inizio degli anni Trenta ma dopo la sua morte, nel 434, i suoi nipoti Attila e Bleda aumentarono il tributo annuale a 700 libbre. Circa un decennio dopo, nel 443, Attila aumentò ulteriormente il tributo annuale a ben 2100 libbre, oltre a un’indennità di 6000 libbre nel 443, dopo che un esercito imperiale aveva tentato senza successo di sconfiggere gli Unni sulla frontiera del Danubio.
Una libbra era pari a circa 327 grammi d’oro e il fatto che l’imperatore Teodosio II fosse in grado di a far fronte a tali, enormi pagamenti è una testimonianza della grande ricchezza dell’Impero romano d’Oriente anche se al momento della sua morte, nel 450, le casse imperiali risultarono praticamente vuote.
Ex asta NAC Numismatica Ars Classica 154, lotto 1511: dritto del medaglione di Teodosio II (Costantinopoli, anno 437) da 1,5 solidi (oro, mm 25, g 6,61) con legenda DN THEODO | SIVS PF AVG a circondare un ritratto imperiale di rara perfezione
Come spesso accade nel corso della storia, la ricchezza di una nazione o di un impero sono testimoniati anche dalle monete, come nel caso di un magnifico medaglione da 1,5 solidi andato all’asta da NAC Numismatica Ars Classica lo scorso 19 maggio, al lotto 1151 del catalogo 154.
Di estrema rarità – dovrebbe trattarsi del secondo esemplare conosciuto – la moneta fu coniata nell’anno 437, pochi anni dopo che Attila e Bleda avevano aumentato la “tariffa di protezione” nei confronti dell’Impero romano d’Oriente.
È affascinante pensare che questa moneta possa essere stata parte del “tributo” dovuto agli Unni, anche se il soggetto del rovescio indica che essa venne coniata originariamente come donativo per celebrare l’arrivo dell’imperatore Teodosio II a Costantinopoli. Il rovescio presenta infatti un soggetto standard del tardo periodo imperiale romano – quello dell’adventus – che vede l’imperatore a cavallo, con la mano alzata in un gesto di saluto. L’aureola intorno al capo sottolinea la sacralità dell’imperatore.
Nel 437, la ragione principale del ritorno dell’imperatore Teodosio II a Costantinopoli fu un lieto evento familiare, il matrimonio della figlia Licinia Eudossia con il cugino, l’imperatore d’Occidente Valentiniano III, che lo stesso Teodosio II aveva messo sul trono all’età di sei anni nel 423.
Ex asta NAC Numismatica Ars Classica 154, lotto 1511: rovescio del medaglione di Teodosio II (Costantinopoli, anno 437) da 1,5 solidi (oro, mm 25, g 6,61) con legenda ADVENTVS | S DN AVG a circondare la figura imperale a cavallo, aureolata, con la mano in gesto di saluto
Il matrimonio, celebrato a Costantinopoli in un contesto di grande sfarzo, rappresentò per l’imperatore Teodosio II anche un’abile manovra politica, poiché creò un nuovo rapporto dinastico tra i sovrani dell’Impero romano d’Oriente e d’Occidente, con il sovrano di Costantinopoli in posizione dominante in quanto più anziano.
Purtroppo, i legami familiari tra Oriente e Occidente non erano destinati a durare. Dopo aver intrapreso senza successo diversi tentativi di respingere Unni e Vandali, nel 450 Teodosio II morì per le ferite riportate in una caduta da cavallo mentre Valentiniano III sopravvisse solo per cinque anni prima di essere assassinato e sostituito dal senatore Petronio Massimo.
La bellezza e la perfezione di questamoneta tardo imperiale di eccezionale importanza si possono apprezzare anche nel video pubblicato da NAC Numismatica Ars Classica
Dell’imperatore Teodosio II, su questa magnifica moneta, ci resta un ritratto di assoluta perfezione, drappeggiato e corazzato, col capo ornato da un ricco diadema di perle; ci colpiscono poi gli occhi vagamente malinconici, quasi smarriti, come se il sovrano percepisse la precarietà del proprio potere minacciato da Unni e Vandali, e ci lascia senza fiato la nitidezza nell’incisione dei capelli, del profilo, della barba fluente.
Frammenti di storia che – grazie alla perfetta conservazione di questo medaglione – permangono intatti, dopo quasi sedici secoli. Il fatto che questa moneta pressoché unica, stimata 90.000 franchi svizzeri, sia poi stata venduta a un raffinato collezionista per 92.500 franchi più diritti è solo un dettaglio.