Un excursus sulle monete coniate dall’isola di Cipro, dai tipi originari a quelli di influenza alessandrina e a quelli emessi sotto il dominio di Roma

 

nota della redazione | Iniziamo, con questo contributo, la pubblicazione degli estratti dalle tesi di laurea in numismatica che hanno partecipato alla terza edizione del Premio “Pro Mario Traina” organizzato dall’Accademia italiana di studi numismatici. Autrice di questo contributo è la dottoressa Antonia Rita Vitulano che, approfondendo il tema de La monetazione di Cipro tra ellenismo e romanizzazione ha conseguito nel 2020 la laurea magistrale in Beni archeologici e storico artistici presso il Dipartimento di Lettere, arti e scienze sociali dell’Università degli studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e Pescara.

di Antonia Rita Vitulano | Michael H. Crawford, eminente studioso di numismatica, definisce la moneta uno “splendido segnale dell’esistenza” [1]. Le monete, infatti, vanno interpretate nel loro contesto storico, economico, sociale, politico attraverso l’analisi dei luoghi, della circolazione e gli esami degli aspetti tecnici.

Fin dalle prime emissioni è noto come la moneta recasse dei simboli e avesse tanti significati. Ogni polis batteva la propria moneta cercando di caratterizzarla con simboli di animali e divinità, propri della realtà emittente. Simboli e valori che si evolsero con il passare del tempo.

Il lavoro di sintesi, qui presentato, prende in esame la monetazione dell’Isola di Cipro durante la delicata fase di passaggio dall’età ellenistica all’età romana imperiale. Del resto l’isola, già dall’Età del bronzo era definita un “ponte” tra Oriente ed Occidente.

Fig. 1 | Oxhide ingot da Cipro scoperto nel sito di Enkomi (British Museum, Londra)

Grazie ai giacimenti minerari presenti a Cipro si esportava, sin dall’Età del bronzo, il rame attraverso dei lingotti meglio noti come oxhide ingots o “lingotti a pelle di bue” [2]. Per la loro forma peculiare dai lati concavi e dalle appendici angolari, l’oxhide si ispirava ad una pelle di bue fatta seccare al sole (Fig. 1). Questa forma era predisposta per il trasporto (presa agli angoli) ed efficace per l’immagazzinamento (forma piatta e allungata).

Nel IV secolo a.C., l’isola di Cipro era divisa nei regni di Salamis, Paphos, Soli, Curium, Citium, Lapethus, Cerynea, Marium e Amathus [3]. Ciascuno di questi regni era autonomo dal punto di vista commerciale ed economico e soprattutto batteva la propria moneta.

Fig. 2 | Statere di Evelthon 560-525 a.C. D/ Ariete, R/ Liscio

Salamina è stata fra le prime poleis a battere moneta già tra il VI-V secolo a.C. Il primo sovrano cipriota ad emettere una propria monetazione d’argento fu Evelthon: sul dritto della moneta vi era raffigurata la testa di un ariete e il nome del re in scrittura sillabico-cipriota; sul rovescio, inizialmente liscio (Fig. 2), fu raffigurato in seguito il simbolo egizio della vita ankh. Per quanto riguarda il dritto non è stata data una spiegazione precisa; l’ariete è associato all’allevamento ovino, ma è anche possibile che sia collegato al culto di Afrodite, poiché l’ariete era uno degli animali sacri alla dea [4].

Con Evagora I si assistette ad una sorta di rinascimento, un periodo di “Hellenic revival[5], poiché da quel momento in poi l’arte cipriota e tutta la sua cultura fu influenzata direttamente da tutto ciò che era greco. Così facendo l’isola perse la sua originalità nella produzione artistica ed iniziarono ad apparire lettere greche sulle sue monete.

L’altra zecca importante fu Paphos, città portuale che ebbe un ruolo considerevole nella storia di Cipro. Nella mitologia greca, Paphos era il luogo di nascita di Afrodite. Il santuario della dea a Paphos era il principale centro religioso dell’isola.

Fig. 3 | Paphos, V sec. a.C. Statere. D/ Toro in piedi con disco solare alato, R/ Colomba in volo rivolta verso sinistra

Le monete del V secolo a.C. raffiguravano un animale legato alla sacralità del regno, ovvero un toro in piedi con un disco solare alato. Sul rovescio una colomba, un altro animale sacro ad Afrodite (Fig. 3). Durante la seconda metà del secolo la colomba è rappresentata stante, con un ramo di ulivo o in volo. Le altre poleis di Cipro che batterono moneta, rispetto a Salamina e Paphos furono considerate zecche minori ed ebbero una breve durata.

Una svolta rilevante alla monetazione di Cipro venne data da Alessandro Magno. Il grande condottiero liberò l’isola dalla dominazione persiana nel 331 a.C. e fu il primo a dar vita alla tradizione ritrattistica nel mondo greco e nella monetazione. L’immagine del sovrano fu definitivamente introdotta sulle monete con il cambiamento dei sistemi ponderali. Con la conquista dell’Egitto nel 332-331 a.C., Alessandro impose la monetazione macedone in tutto il nuovo regno, sostituendo le monete persiane, i darici, in tutti i territori conquistati.

Fig. 4 | Paphos. 332-323 a.C. Tetradramma attico. D/ Testa di Eracle volta a destra con pelle di leone, zampe legate attorno al collo. R/ Zeus seduto a sinistra sul trono, indossa l’himation intorno alle gambe, con la mano destra tiene l’aquila e con la sinistra lo scettro. Dietro di lui la scritta  AΛEΞANΛPOY. Nel campo a sinistra vola una colomba ad ali spiegate

Il sistema monetario di Alessandro era trimetallico: statere d’oro, dramma d’argento (sottomultipli) e chalkous di bronzo o rame [6]. Le monete emesse, i cosiddetti “alessandri”, erano coniate prevalentemente in tetradrammi con i tipi Eracle/Zeus e la legenda AΛEΞANΔPOY o BAΣIΛEΩΣ AΛEΞANΔPOY (Fig. 4).

La monetazione di Alessandro continuò ad essere prodotta per altri duecento cinquanta anni dai suoi successori e dalle città principali greco-orientali. Il suo ritratto sulle monete non era altro che il simbolo dello stato e il potere che rivendicava [7]. Alla morte di Alessandro Magno, nel 323 a.C., il suo regno fu diviso tra i diadochi e gli epigoni, i quali disgregarono e cambiarono il sistema monetario di Alessandro.

Uno di questi, Tolomeo, ottenuta la satrapia d’Egitto, iniziò ad organizzare una propria monetazione: oltre alla dramma “pesante” di 4,28 grammi, furono battute anche altre monete d’oro come il tetradramma di 17,13 grammi, lo statere di 8,67 grammi, il tetrobolo di 2,86 grammi e il pentadramma d’oro di 17, 8 grammi [8].

Fig. 5 | Tolomeo VIII, 108-145 a.C. circa. Tetradrammo. D/testa di Tolomeo volta a destra. R/ Aquila sul fulmine

Il sistema monetario di Tolomeo era trimetallico. Le monete d’oro erano prevalentemente utilizzate per i pagamenti nel commercio internazionale; le monete d’argento per i pagamenti interni; mentre le monete di rame avevano diffusione nei luoghi dove la vita quotidiana imponeva il commercio al minuto. Le riforme riguardarono anche il sistema monetario di Rodi, Cipro e Cirene.

Intorno al 310 a.C. Tolomeo smise di coniare monete con i tipi di Alessandro e, a partire dal 305/304 a.C. circa, anno della sua proclamazione a faraone, fece riprodurre il proprio ritratto sulle monete. Le monete di Tolomeo presentavano sul dritto la testa di Tolomeo e sul rovescio un’aquila su un fulmine con la legenda ΠTOΛΕMAIOY BAΣIΛΕΩΣ (Fig. 5). Con il faraone Tolomeo V (204-182 a.C.) vi furono poi le ultime emissioni in oro.

Nel 58 a.C. per impulso del pro-pretore Catone l’Uticense, Cipro fu annessa a Roma in virtù di una legge fatta approvare dal tribuno della plebe Publio Clodio, insieme alla Cilicia. Con Cesare l’isola venne poi, temporaneamente, restituita ai regnanti tolemaici nel 48 a.C. L’ultima discendente tolemaica fu Cleopatra VII Filopatore.

Fig. 6 | Serie in bronzo. D/ Cleopatra con  in braccio Tolomeo Cesare. R/ Doppia cornucopia, la scritta KΛEOΠATPAΣ BAΣIΛIΣΣHΣ e il monogramma di Cipro

Nel 36 a.C. venne emessa nell’isola di Cipro una monetazione in bronzo con il tipo di Cleopatra (come Afrodite) che tiene in braccio Tolomeo Cesare (come Eros) e sul rovescio la doppia cornucopia per indicare la co-reggenza con la legenda KΛEOΠATPAΣ BAΣIΛIΣΣHΣ. Inoltre era presente il monogramma di Cipro (Fig. 6).

Solitamente Cleopatra era rappresentata con la tainia reale, in questa moneta invece indossa il diadema, la corona di una dea, molto probabilmente Afrodite. Si venne così a creare un parallelismo con la dea Afrodite; Cleopatra veniva, quindi, associata all’antenata Venere-Afrodite di Giulio Cesare [9].

Sul rovescio della moneta era raffigurata la doppia cornucopia, una scelta di Cleopatra per collegarsi alla propria antenata Arsinoe II Filadelfo [10], ma era anche un riferimento al passato glorioso dell’Egitto e una promessa che con Cleopatra e Cesarione la fertilità, l’abbondanza e la ricchezza non sarebbero mancate. La doppia cornucopia aveva anche un altro significato, indicare cioè che l’isola di Cipro era per i Tolomei una fonte preziosa di rame e legname per la costruzione di navi.

Fig. 7 | Roma, età imperiale. Aureo di Augusto emesso nel 27 a.C. con ritratto dell’imperatore sul dritto

Dopo la battaglia di Azio, il 2 settembre del 31 a.C. e quindi la vittoria di Ottaviano su Marco Antonio e Cleopatra, tutti i territori di dominio egizio passarono ai Romani; la monetazione tolemaica ebbe fine, per assumere il ruolo di moneta provinciale del mondo romano. Augusto, con la sua riforma monetaria, consentì l’emissione di moneta nelle varie parti dell’Impero, sotto il suo diretto controllo. Il ritratto dell’imperatore (Fig. 7) o quello di un membro della sua famiglia apparvero sul dritto della maggior parte delle monete cipriote.

Cipro, divenuta una provincia senatoria nel 22 a.C., aveva solo due zecche: Salamina e Nea Paphos. Sul dritto delle monete emesse da Salamina vi era raffigurata la testa dell’imperatore Augusto volta a destra. Sul rovescio, invece, vi era la statua di Zeus Salaminios stante con chitone, himation sulla spalla sinistra, uno scettro nella mano sinistra e un’aquila sul suo polso sinistro [11] (Fig. 8).

Fig. 8 | Moneta della serie Plautius-Zeus-Salaminios. D/ IMP CAES DIVI F AVGVS Testa di Augusto volta a destra. R/ A PLAVTIVS PROCOS e  Zeus Salaminios stante volto a sinistra

Le monete emesse da Nea Paphos invece presentavano sul dritto la testa dell’imperatore Augusto e sul rovescio il tempio di Afrodite a Palaipaphos, con ai lati due colonne sottili [12] (Fig. 9). Su entrambe appare sul dritto l’iscrizione con il nome dell’imperatore e sul rovescio la legenda A PLAVTIVS PROCOS, nome del governatore dell’isola, il proconsole A. Plautius.

A partire dalla riforma monetaria di Augusto i temi imperiali dominarono la monetazione cirpiota, si accentuarono gli aspetti militari piuttosto che quelli civili, l’imperatore era spesso associato alle maggiori divinità: la Pax, la Libertas, la Victoria. Nel primo periodo imperiale vennero coniate delle belle monete e, in questa fase in particolare, l’immagine venne messa al servizio della politica.

Fig. 9 | Moneta della serie Plautius-Paphos. R/ A PLAVTIVS PROCOS e il Tempio di Afrodite a Palaipaphos

L’uso delle immagini finalizzata alla comunicazione, e strumentalizzata politicamente, contribuì a creare il mito dell’imperatore e dello Stato. L’imperatore e la sua famiglia costituivano un modello da imitare; ogni committente, ogni realizzatore di un’immagine intendeva dire qualcosa e si rivolgeva ad un pubblico vasto e variegato [13].

Le indagini scientifiche condotte sull’isola di Cipro e gli studi storico archeologici hanno evidenziato la bellezza e la ricchezza monumentale ed architettonica di alcune città come Paphos, Kourion, Salamis. Risultati dell’intensa attività economica dell’isola fin dalla prima Età del bronzo e per tutto il periodo ellenistico e romano imperiale, favorita dalla sua posizione di prestigio nel Mediterraneo Orientale e di crocevia tra l’Occidente e l’Oriente.

Prova indiscutibile di questo scenario di sviluppo è la gran quantità di moneta coniata nell’isola di Cipro durante il periodo ellenistico e romano, che permette di ricavare informazioni utilissime per la ricostruzione di eventi storici, culturali e sociali; elemento caratteristico di uno scenario di civiltà, la moneta ci parla attraverso la sua evoluzione.

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE


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  • ZAPITI E. (2001), The coinage of the Cyprus city-kingdoms as presented in the Museum of the History of Cypriot Coinage in Actas de la VIII reunión del Comité Internacional de Museos Monetarios y Bancarios (ICOMON) = Proceedings of the 8th Meeting of the International Committee of Money and Banking Museums (ICOMON), Barcellona, pp. 69-77.

NOTE AL TESTO


  • [1] Crawford 1982.
  • [2] Peyronel 2008, p. 168.
  • [3] Hill 1964, p. 19.
  • [4] Hill 1964, p. 85.
  • [5] Hill 1964, p. 100: “Evagora, as we have seen, acquired possession of Salamis in 411. His reign was a period of Hellenic revival, which is reflected in the improved style of his coinage”.
  • [6] Forzoni 1995, p. 112.
  • [7] Howgego 2003, p. 70: “I ritratti potevano apparire sulle monete solo nel caso xhe il potere fosse gestito da un individuo e da questo che deriva la preponderanza dei primi ritratti in ambito persiano”.
  • [8] Forzoni 1995, p. 146: “Il pentadramma corrispondeva anche al talento, che era moneta di conto dei Macedoni e di altre popolazioni greche dei tempi di Alessandro. Tolomeo, in altre parole, tradusse la moneta di conto in moneta effettiva”.
  • [9] Anastasiades 2009, p. 265.
  • [10] Tipico elemento iconografico di questa regina.
  • [11] Parks 2004, p. 40.
  • [12] Parks 2004, p. 39.
  • [13] Zanker 2002, p. 9: “La funzione comunicativa delle opere non si esauriva nell’esprimere e trasmettere messaggi direttamente desumibili dall’iconografia, ma si svolgeva su diversi livelli, che spesso avevano un rapporto solo mediato con la tematica del soggetto figurato”.