Furono coniate probabilmente nel 1546-1547 le rare monete del Marchesato di Novara a nome del figlio naturale di papa Paolo III Farnese

 

di Roberto Ganganelli | Di Pier Luigi Farnese (1503-1547) in qualità di duca di Castro, e delle monete fatte coniare nel feudo laziale, abbiamo parlato in un articolo a firma di Riccardo Paolucci (leggi qui); tuttavia, ci piace tornare a occuparci di emissioni a nome del figlio naturale di papa Paolo III dal momento che, caso piuttosto raro, un insieme di queste sta per andare all’asta nel catalogo del 9 maggio della Numismatica Varesi.

Novara, da terriotorio milanese a feudo farnesiano

La città di Novara è stata infatti per alcuni decenni un feudo dei Farnese e tutto prende le mosse dal momento in cui nel 1535, morto il duca di Milano Francesco II Sforza, Carlo V conquistò lo Stato milanese e laFrancia, per ritorsione, occupò nel 1536 le terre dei Savoia.

Fu proprio papa Paolo III Farnese che si attivò per risolvere la controversia tra Carlo V e Francesco I e nel 1538, per la sua attività di mediazione, propose che il Ducato di Milano fosse dato in feudo al figlio naturale Pier Luigi, dietro la consegna di due milioni di scudi in oro.

Carlo V, tuttavia, accolse la proposta in piccola parte e concesse ai Farnese solo Novara, che fu costituita in Marchesato ereditario nel 1538 al prezzo di 225.000 scudi. Novara poteva battere moneta e incassava tributi e dazi del territorio circostante, che prima spettavano a Milano. Essendo tuttavia questi diritti difficilmente separabili da quelli del Milanese, l’imperatore decise di compensare in neo marchese – Pier Luigi – con un forfait annuo di 9000 scudi.

Autentico esempio di nepotismo, ecco papa Paolo III Farnese che investe il figlio naturale Pier Luigi del titolo di duca di Parma e Piacenza (sarà anche duca di Castro e marchese di Novara)
Autentico esempio di nepotismo, ecco papa Paolo III Farnese che investe il figlio naturale Pier Luigi del titolo di duca di Parma e Piacenza (sarà anche duca di Castro e marchese di Novara)

Il potere del Farnese su Novara sarebbe durato fino al 10 settembre 1547, quando venne ucciso in una congiura. Novara tornò così alla Spagna anche se Ottavio Farnese (figlio di Pier Luigi) sarebbe poi riuscito a recuperare il Marchesato, circa un decennio più tardi. È tuttavia delle monete a nome di Pier Luigi che ci occupiamo ora, dal momento che esse – tutte rare o rarissime, se non introvabili – rappresentano l’ultima serie emessa a nome della città piemontese.

Le monete novaresi di Pier Luigi Farnese nel Corpus

Il Corpus Nummorum Italicorum. Volume II. Piemonte. Sardegna. Zecche d’oltremonti di Casa Savoia (Roma 1911, pp. 372-375) indica scudi d’oro, giuli d’argento, grossetti di mistura di due tipi, sesini, trilline e quattrini; si tratta ovviamente di nominali in linea con quelli milanesi, dominanti nell’area.

Lo scudo d’oro, pressoché introvabile, reca sul dritto lo stemma Farnese coronato, caricato dalle chiavi e dal padiglione, simboli della carica di gonfaloniere di Santa romana chiesa concesso a Pier Luigi; al rovescio una croce di quattro rami nodosi con legenda HINC . VER . A . SALVS (“Da qui la vera salvezza”), motto già adottato dai Pios (o Piozzi) e dai Salvera (o Sauvera), antiche famiglie del Piemonte.

novara fanreseIl giulio d’argento, molto raro, raffigura sul dritto l’arma farnesiana coronata e al rovescio la figura stante di san Gaudenzio, protovescovo e patrono di Novara, nonché amico di sant’Ambrogio, nato nel 327 e morto nel 418. In asta Varesi sono presenti ben tre esemplari di questa moneta (lotti 360, 361, 362), peraltro appartenenti a varianti differenti e, quindi, tutti di notevole interesse.

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novara fanreseEcco poi i grossetti, uno del tipo con stemma farnesiano e al rovescio croce di fasci legati da un quadrifoglio al centro (lotto 363) e un altro con simile rovescio ma con, al dritto, la corona marchionale con sotto P LOY (lotto 364).

Quest’ultima, in particolare, è moneta di estrema rarità, mancante anche in collezioni illustri come la Gnecchi, la Rossi e la Durazzo e perfino al Museo di Novara. I pochissimi esemplari noti, inoltre, sono tutti di scarsa conservazione.

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novara fanreseIl sesino di Pier Luigi Farnese per Novara, invece, lo troviamo al lotto 365 del catalogo d’asta Varesi 81 del 9 maggio: al dritto l’elaborato stemma araldico coronato e al rovescio un’elegante croce fogliata. La trillina al lotto 366, invece, alla croce fogliata sul dritto abbina la legenda MAR NOVA RAIE I (“Primo marchese di Novara”) su quattro righe, entro una ghirlanda, al rovescio.

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Chiude la serie delle rare e interessanti emissioni monetali di Pier Luigi Farnese come marchese di Novara il quattrino al lotto 367 sul quale lo stemma farnesiano coronato è accoppiato con la mezza figura di san Gaudenzio benedicente. Questa, come altre monete novaresi del catalogo, per la loro importanza è stata esposta nel 2006 nella mostra filatelico numismatica dal titolo Novaria Civitas.

novara fanreseSulla possibile origine e sull’autore delle coniazioni

Interessante quanto scrive Luca Gianazza, a proposito della zecca di Novara, nella guida Le zecche italiane fino all’Unità (Libreria dello Stato, Roma 2011, pp. 947-950) dal momento che le monete a nome di Pier Luigi Farnese, sebbene siano tutte senza data, sarebbero da collocare come emissione in un breve periodo del biennio 1546-1547 e addirittura che, stando ad alcuni autori, in città non vi sarebbe stata tuttavia alcuna officina monetaria.

Le monete novaresi del Farnese potrebbero essere state forse battute a Roma, quando era maestro di zecca Alessandro Cesati (detto “il Grechetto”), dal momento che esse presentano una serie di analogie stilistiche con quelle realizzate dal Cesati stesso per Paolo III per le città di Roma, Parma e Piacenza.

Quale che sia la verità, le coniazioni per Novara a nome di Pier Luigi rimangono affascinanti pagine del tardo Rinascimento numismatico italiano anche perché, oltre ad aver avuto una produzione non abbondante fin dall’origine, con le successive rifusioni sono divenute tutte delle autentiche rarità.