Dal profilo sul denario dei soci italici all’omaggio a Grazia Deledda, l’Italia è donna (anche se la numismatica non se ne ricorda abbastanza…)

 

di Antonio Castellani | Ne è passato di tempo da quel primo profilo dell’Italia come giovane donna apparso sui denari di Corfinium, nel 90 a.C., a suggellare la lega tra popoli che intendeva opporsi al crescente potere di Roma e al suo desiderio di espansione.

Eppure, da allora, l’Italia è rimasta “femminile” nel nome e anche la numismatica ha visto protagoniste, in tante occasioni, donne forti e speciali, madri e imperatrici influenti accanto a reggenti, consorti e ad altre figure, meno fortunate nel millenario confronto-scontro con gli uomini, atavici “dominatori” delle scene del potere.

Denario in argento dei soci italici coniato a Corfinium nell’anno 90 a.C.: è la prima moneta della storia su cui appare il nome ITALIA con una personificazione femminile

Monete e medaglie hanno immortalato profili forti e gentili, trasmettendo al contempo la memoria di donne capaci e caparbie, sottili e formidabili protagoniste – sebbene, a volte in ombra – di molte decisioni che hanno influenzato il corso della Storia.

Dea, madre, compagna o allegoria di valori assoluti – sono donne la Securitas, la Pax, la Concordia e la Iustitia del mondo romano, solo per fare qualche esempio – la figura femminile ha attraversato i secoli anche se, nella modernità del XX e XXI secolo, la numismatica italiana non è stata così feconda di omaggi al mondo femminile.

Dupondio di Tiberio coniato a Roma nel 21-22 d.C. con ritrato di Livia nelle vesti della Pietas

Certo, sia con la monarchia che con la Repubblica l’Italia è stata incarnata da profili di donna, spesso magnifici nella loro solennità e implicito omaggio alle donne tutte, tanto più significativo se solo si pensa che solo nel 1946, nel nostro paese, tutte le donne hanno avuto il diritto di voto e che ancora oggi le disparità nel mondo del lavoro, per non parlare delle vere e proprie discriminazioni o di violenze e femminicidi, relegano il nostro paese un gradino sotto quella che si potrebbe definire Civiltà.

Nel primo Novecento nessuna donna reale è stata protagonista della monetazione italiana; solo la poetessa Sibilla Aleramo e un’anonima contadina che sarebbero state – l’una consapevolmente, l’altra no – le muse ispiratrici del grande Leonardo Bistolfi per i magnifici 20 centesimi di Vittorio Emanuele III coniati tra il 1908 e il 1922 (in seguito, fino al 1935, in pochi pezzi per i numismatici).

Meritati, ma forse non felicissimi nella relizzazione, i 5 euro del 2008 per Anna Magnani

E, anche nel periodo repubblicano, la monetazione tricolore è stata piuttosto avara di omaggi numismatici alle grandi donne italiane – che non solo poche – riservando due monete (più una banconota) a Maria Montessori, un conio ad Anna Magnani e, nel programma del 2021, una commemorativa alla scrittrice Grazia Deledda.

Eppure l’Italia è donna, lo tengano a mente per il futuro il MEF e la Zecca; l’Italia è donna e oggi, con un augurio a tutte le donne d’Italia, questa è la nostra “mimosa numismatica”.

Da donna a donna, la maestria di Uliana Pernazza rende omaggio in moneta a Grazia Deledda nel programma numismatico italiano di quest’anno

Per leggere la storia dei 20 centesimi ispirati a Sibilla Aleramo clicca qui. Per i 2 euro dedicati a Maria Montessori, invece, clicca qui. E infine, per la storia della “millelire” dedicata alla grande pedagogista, clicca qui.