Un segnale di ritorno alla normalità dopo la Grande guerra | Coniazioni premio, celebrative e distintivi | Medaglie a Venezia nel segno dello sport

 

di Leonardo Mezzaroba | Cento anni fa, tra il 25 e il 30 maggio 1920, Venezia ospitava il X Concorso Ginnastico Nazionale (per un’analisi più approfondita dell’avvenimento si rinvia a G. CROVATO, A. RIZZARDINI, Costantino Reyer e Pietro Gallo. Le origini degli sport moderni a Venezia, Venezia 2016, pp. 353-363). La complessa organizzazione dell’evento, istituito sotto l’egida della Federazione Ginnastica Nazionale Italiana (FGNI), fu affidata alla più prestigiosa società sportiva veneziana, la “Costantino Reyer” fondata nel 1872.

La cartolina del X Concorso ginnastico nazionale (collez. privata)

A presiedere il Comitato esecutivo fu chiamato il conte Carlo Brandolini d’Adda, presidente della “Reyer”; direttore fu invece Antonio Libero Scarpa insegnante di educazione fisica al Liceo “Marco Foscarini”. Si trattava del primo concorso ginnastico che si svolgeva dopo la Grande guerra: un segnale di ritorno alla serenità dopo tanta angoscia e tanto dolore.

L’inaugurazione ebbe luogo nel pomeriggio del 25 maggio presso il Liceo Società Musicale “Benedetto Marcello” (a Palazzo Pisani); i giornali dell’epoca diedero rilievo alla manifestazione, che, a dire il vero, si sarebbe dovuta svolgere a Trieste, simbolo dei territori finalmente “redenti”; tuttavia problemi di carattere economico, logistico e persino di ordine pubblico costrinsero gli organizzatori a ripiegare sulla città lagunare.

Distintivo di fine Ottocento della Società sportiva “Costantino Reyer” con l’acronimo FGNI (Alessandro Santi; ottone e smalti, mm 21,5×17; collez. privata) | L’arrivo a Venezia del duca di Genova per l’inaugurazione del Concorso (Venezia, Archivio Canottieri Querini)

Le terre “redente” (Trento, Gorizia, Trieste, Zara) avevano però inviato una folta rappresentanza di atleti e il Comitato triestino dell’associazione patriottica “La giovane Italia” aveva fatto appositamente coniare una medaglia commemorativa.

Naturalmente i responsabili si ispirarono al VII Concorso Nazionale che Venezia aveva organizzato con successo nel 1907. Bisognava provvedere a luoghi ove ospitare gli atleti (quasi diecimila), che furono “comodamente sistemati, con pagliericcio, coperte lenzuola” (Gazzetta di Venezia, 28 maggio 1920) e, soprattutto, a spazi adeguati dove farli gareggiare.

La medaglia dedicata da “La giovane Italia” di Trieste al Concorso ginnastico (bronzo, mm 28,5; collez. privata) | La tessera degli iscritti al Concorso ginnastico nazionale del 1920

Come nel 1907, per le competizioni venne utilizzato il campo sportivo di Sant’Elena e, per le attività giovanili, alcune palestre. Il 26 maggio ebbero inizio le competizioni con la Gara reale di Pentatlon e i Campionati nazionali di lotta e pesi.

Il giorno dopo fu la volta dei Campionati di nuoto, delle Produzioni bande, dell’Accademia ginnastica, del Salto triplo, delle Staffette e della Palla al cesto. Ma ci fu spazio anche per la Palla vibrata, il Giuoco al tamburello e il Tiro alla fune.

Il 28 maggio ebbero luogo il Concorso d’onore, la Gara reale e le Finali di Lotta e pesi. Il 29 maggio fu la volta del Concorso scolastico maschile e femminile e del Concorso fanfare. Il 30 maggio ci furono le Gare anziani e veterani; al pomeriggio, dalle 14, seguirono la Riunione del corteo in Piazza San Marco, la Sfilata a Sant’Elena, il Saggio collettivo e le Premiazioni.

Vale la pena però soffermarsi sulle competizioni della “palla al cesto”, disciplina che costituì un’autentica novità e non mancò di suscitare viva curiosità: “[…] se nel 1907 il Concorso aveva lanciato e attestato nella città lagunare l’emergente sport del calcio, nel 1920 è la volta della palla al cesto, o palla al cerchio, o palla a canestro, definizioni italianizzate (forse imposte) del basket-ball.

Il distintivo opera di Guido Cadorin, nelle due differenti versioni (lamina di rame dorata o argentata; mm 38,1 x 26,3; collez. Voltolina)

Sono otto le squadre partecipanti […] e l’evento viene da tutti considerato il primo vero campionato di pallacanestro italiano.” (CROVATO, RIZZARDINI, op. cit., pp. 355-360). Per la cronaca, a vincere fu la Società di Educazione Fisica “Costanza” di Milano.

Agli atleti venne distribuito un distintivo, opera di Guido Cadorin (1892- 1976), artista già allora molto noto soprattutto per la sua attività di pittore. L’oggetto, senza dubbio caratterizzato da grande originalità e felicità compositiva, è noto sia in versione argentata che dorata, con piedino o con ago portativo.

Cadorin fu però autore anche della medaglia premio, realizzata in diversi metalli e in vari moduli; essa rappresenta al dritto una donna proposta quasi di spalle, con i capelli raccolti in un grande chiffon, e al rovescio due lottatori, è nota nel modulo da mm 30 (argento, g 11,5); in quello da mm 26 (oro, g 8,6; argento, g 7,1 e bronzo) e da mm 19,5 (oro, g 4,5).

I quattro moduli in cui Guido Cadorin realizzò le medaglie premio: oro mm 26 e mm 19,5 argento mm 30; bronzo mm 26 (collez. Voltolina)

A queste andava aggiunta una grande medaglia destinata ai vincitori della Coppa Brandolino Brandolini. Così ne dava notizia Il Gazzettino del 18 maggio 1920: “Il Concorso ginnastico. Doni, medaglie e distintivi. […] Per il concorso il pittore Guido Cadorin e l’architetto Brenno del Giudice hanno modellato i distintivi e le medaglie. Essi hanno un carattere del tutto nuovo.

È pure dovuta ai due giovani artisti veneziani la medaglia che sarà destinata ai vincitori della Coppa Brandolino Brandolini. È un disco di bronzo del diametro di cent. 4 e porta da un lato la grande Coppa trasmissibile e dall’altro, sotto la scritta: Consiglio sezionale Veneto – Gara Brandolino Brandolini, lo scorpione che è nello stemma dei Brandolini.”

Medaglie a Venezia: la coniazione premio della Coppa Brandolino Brandolini (Guido Cadorin e Brenno del Giudice; bronzo, mm 40; collez. Voltolina)

La notazione è interessante, perché ci fa sapere che con Cadorin collaborò Brenno del Giudice (1888-1957), professore di disegno architettonico e amico del Cadorin. Non è chiaro quale sia stato esattamente il suo ruolo e il suo nome non compare in alcuna medaglia e nemmeno nel distintivo; probabilmente la sua collaborazione si concretò nella realizzazione del modello.

Tra gli innumerevoli premi (per i quali si rinvia a Il Gazzettino del 1° giugno 1920), vi furono anche riconoscimenti a forma di ghirlanda ma contenenti iscrizioni al pari di una medaglia, ne sono note due varianti: una caratterizzata dalla presenza di foglie di quercia e una di alloro.

Le due ghirlande premio, la prima con foglie di quercia, la seconda con foglie di alloro (metallo bianco, mm 84; collez. privata)