“NEMICO AI NEMICI”: Emanuele Filiberto come un ELEFANTE

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Appare su una mezza lira del 1562 coniata a Chambery un animale che non ci aspetteremmo su una moneta dei Savoia, un maestoso elefante…

 

a cura della redazione | C’è una rara moneta dei Savoia sulla quale troviamo uno degli animali forse più improbabili se immaginati in un qualche legame con la millenaria dinastia. Non un’aquila, tante volte vista in moneta, né un’altra specie “usuale” su moneta, come un leone o altri esponenti del mondo animale.

elefanteSi tratta di un elefante, per di più raffigurato in un prato mentre allontana con la proboscide le pecore che intralciano il suo passaggio e la scena la troviamo sul rovescio di una mezza lira di Emanuele Filiberto, X duca di Savoia (1553-1580).

E si tratta, come è chiaro, di una “impresa”, vale a dire una scena simbolica – spesso accompagnata da un motto – che intende connotare il personaggio che la adotta, per descrivere il proprio carattere o un evento significativo della sua esistenza.

elefanteAccompagnata dal motto INFESTVS INFESTIS (“Nemico ai nemici”), l’impresa sabauda dell’elefante fra le pecore appare dunque sulla mezza lira del 1562 coniata a Nizza, Vercelli e forse a Chambery.

In letteratura, si parla anche di un’analoga raffigurazione sul filiberto da 9 lire per Vercelli e su dei quarti di lira per Bourg, Chambery, Nizza e Torino, anche se di queste monete non si conoscono esemplari. La loro esistenza si suppone da un editto sabaudo del 1562 sulla riforma monetaria

Al dritto della mezza lira 1672 per Chambery (mm 30 per g 6,25) troviamo uno stemma inquartato con scudetto Savoia al centro, coronato e con cartocci; intorno EM[MANUEL] FILIB[ERTVS] D[EI] G[RATIA] DVX SAB[AVDIAE)] P[RINCEPS] PED[EMONTIS].

L’impresa dell’elefante, che scaccia con la proboscide le pecore che incontra sul suo cammino, ebbe origine da un sanguinoso episodio avvenuto nel 1533 alla battaglia di Hesdin, in Francia: Emanuele Filiberto fece secco infatti senza troppi complimenti, con un colpo di pistola, il conte di Valdeck il quale, rimproverato per non avere ubbidito ad un suo ordine, aveva con arroganza messo mano alla spada.

Chiaro il monito: il duca avrebbe mantenuto buoni rapporti con chi gli avesse mostrato rispetto, ma sarebbe stato inesorabile con chi lo avesse minacciato. Insomma, mite come un elefante quando può vivere pacificamente ma anche, come il grande mammifero, capace di scatenare una forza dirompente.