Le monete da 1 franco coniate a Birmingham nel 1917 e 1918 a nome del Belgio raccontano l’eroismo di un popolo e la saggezza di un sovrano

 

a cura di Fama Numismatic News | Le monete belghe da 1 franco del 1917 e del 1918: ne furono coniate diversi milioni, ma ne sono sopravvissuti solo pochissimi esemplari. E nella sua prossima asta Numismatica Genevensis ne offirà quattro esemplari, tutti estremamente rari. Un’occasione per riscoprire una pagina di storia e di numismatica.

Queste monete sono, infatti, un simbolo della resistenza del Belgio contro l’apparentemente imbattibile esercito tedesco. Si tratta di pezzi da 1 franco coniati durante la Prima guerra mondiale non, ovviamente, dalla zecca reale del Belgio a Bruxelles, ma dalla zecca privata di Birmingham. Mentre le monete da 1 franco con iscrizioni francesi e fiamminghe del 1914 sono molto comuni, ci sono pochi esemplari del 1917 e del 1918.

Lo “stupro del Belgio”: storia di un’invasione

Il 2 agosto 1914, il governo tedesco chiese al Belgio di consentire alle truppe tedesche di passare in Francia. Il 3 agosto il governo belga rspinse la richiesta e il 4 agosto, così, i soldati tedeschi attraversarono il confine belga e occuparono l’intero paese ad eccezione di una piccola parte.

Sul fronte di Ypres si svolsero alcune delle più cruente battaglie che videro l'esercito del Belgio occupato tenere testa ai Tedeschi, i quali usarono spesso gas tossici (tra i quali la terribile iprite che prese il nome da questo luogo)
Sul fronte di Ypres si svolsero alcune delle più cruente battaglie che videro l’esercito del Belgio occupato tenere testa ai Tedeschi, i quali usarono spesso gas tossici (tra i quali la terribile iprite che prese il nome da questo luogo)

La frase “Remember Belgium è stata ripresa dai media di tutto il mondo, insieme all’espressione “Stupro del Belgio”, per caratterizzare ciò che stava accadendo e cosa bisognava fare al riguardo. Parole che hanno avuto un tale impatto da diventare uno slogan usato dall’Intesa nelle campagne di propaganda che invitavano le persone a fare volontariato o acquistare titoli di guerra.

Il re Alberto I del Belgio si rifiutò di abbandonare il suo regno. Prese il comando dell’esercito e difese una piccola area di terra vicino a Ypres. In questa guerra di logoramento, i soldati belgi resistettero al superiore esercito tedesco sul fronte del fiume Yser.

Il governo belga, nel frattempo, si traasferì in esilio a Le Havre. E con un po’ di fortuna, riuscì a far uscire dal paese tutte le riserve di metalli preziosi del paese, trasportandole a Londra prima che Bruxelles venisse catturata. Di conseguenza, l’amministrazione occupante tedesca revocò il diritto della Banca nazionale belga di emettere monete e banconote, trasferendo questo privilegio alla Sociéte générale de Belgique.

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Alberto I del Belgio (1909-1934). 1 franco 1917 iscrizioni in francese. Dalla collezione della Birmingham Mint, in asta Numismatica Genevensis 17 (n. 1134, 3000 Chf)

Il diritto di conio del governo belga in esilio

Il governo belga insistette anche sui suoi diritti di conio, commissionando alla zecca privata di Birmingham la produzione di pezzi da 1 franco con l’anno 1914. Queste monete furono coniate in grandi quantità con iscrizioni francesi e fiamminghe e messe in circolazione sia nel Belgio libero che in Francia.

Dopo tutto, il Belgio era un membro dell’Unione monetaria latina, il che significava che le monete belghe da 1 franco venivano fatte circolare insieme alle monete francesi da 1 franco, finanziando così la resistenza belga.

Alberto I del Belgio (1909-1934). 1 franco 1917 iscrizioni in fiammingo. Dalla collezione della Birmingham Mint, in asta Numismatica Genevensis 17 (n. 1135, 3000 Chf)

Mentre i civili nel Belgio occupato soffrivano la fame, la crudeltà inflitta dai loro occupanti, i massacri e la distruzione delle loro città, il governo in esilio ordinò un’altra produzione di monete da 1 franco dalla zecca di Birmingham.

Questa officina produsse così 3.910.000 pezzi con iscrizioni fiamminghe e 4.630.000 pezzi con iscrizioni francesi con l’anno 1917 e 1.099.220 pezzi con iscrizioni fiamminghe e 370.000 pezzi con iscrizioni francesi con data 1918.

Nel frattempo, il prezzo dell’argento era aumentato notevolmente, passando da 25 pence per oncia nel 1914 a 89 pence nel 1920. Ciò significava che il valore intrinseco delle monete da 1 franco era notevolmente superiore al loro valore nominale. Il risultato era logico: poiché le monete non erano ancora in circolazione, l’intera coniazione venne rifusa.

Quattro rarità del Belgio dalla Birmingham Mint

La zecca di Birmingham conservò tuttavia alcune delle monete. Numismatica Genevensis offrirà le quattro diverse monete nella sua prossima asta 17 il 15 novembre 2022 come parte della collezione di un “distinto gentiluomo”, tutte classificate come fior di conio. Il museo della Birmingham Mint le ha cedute alla casa d’aste Spink London negli anni ’70 del secolo scorso e poi Spink le ha vendute al “distinto gentiluomo”.

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Alberto I del Belgio (1909-1934). 1 franco 1918 iscrizioni in francese. Dalla collezione della Birmingham Mint, in asta Numismatica Genevensis 17 (n. 1136, 3000 Chf)

Tutte le monete raffigurano il ritratto del popolare re Alberto I sul dritto, proprio come i pezzi belgi da 1 franco dal 1910 in poi. Come accennato in precedenza, il sovrano rimase in prima linea come comandante in capo dell’esercito belga fino alla fine della guerra.

Nel frattempo sua moglie organizzava l’assistenza infermieristica per i feriti e sollevava il morale tra le truppe con piccoli diversivi come giochi di carte, libri, sigarette e spettacoli di teatro per quanti tornavano dalla prima linea.

Alberto I del Belgio (1909-1934). 1 franco 1918 iscrizioni in fiammingo. Dalla collezione della Birmingham Mint, in asta Numismatica Genevensis 17 (n. 1136, 3000 Chf)

Leopoldo III, il giovane successore al trono, prestò invece servizio sul fronte dell’Yser per sei mesi – all’età di soli 13 anni – prima che i suoi genitori lo mandassero a studiare all’Eton College in Gran Bretagna.

Il rovescio raffigura una corona di foglie di quercia e alloro, un simbolo popolare nel XIX secolo. L’alloro simboleggia la vittoria, le foglie di quercia ricordano la “corona civica” dell’imperatore Augusto. Simboli che richiamano il buon rapporto dello Stato con i suoi cittadini. Al centro vi sono la denominazione, il valore e l’anno. Sotto c’è il motto belga – “L’union fait la force” o “Eendracht maakt macht” – che si traduce come “L’unità è forza”.

Alberto del Belgio con la moglie e il figlio in una famosa foto scattata durante l'occupazione del paese da parte dell'Impero tedesco
Alberto I del Belgio con la moglie e il figlio in una famosa foto scattata durante l’occupazione del paese da parte dell’Impero tedesco

E infatti, le truppe belghe riuscirono a tenere il fronte dell’Yser fino alla sconfitta della Germania. Questo non fu l’unico motivo per cui i belgi furono invitati alla Conferenza di pace di Parigi.

Anche se il paese fu in grado di far avanzare solo pochissime richieste nel Trattato di Versailles, è comunque notevole che, anche a questo punto, Alberto I si stesse già esprimendo contro l’imposizione di condizioni di pace troppo dure, in particolare per evitare di suscitare pensieri di vendetta tra il popolo tedesco.

Il saggio sovrano sottolineò anche che l’immediata dissoluzione dell’Impero asburgico avrebbe creato una forte instabilità nei Balcani.

E sebbene Bruxelles ottenne il diritto all’8% delle riparazioni tedesche fu proprio il Belgio, che pure aveva sofferto così tanto, che nel 1921 negoziò un compromesso che riportò le riparazioni richieste nel Trattato di Versailles a un livello più realistico.