La cerimonia del giuramento della Guardia svizzera pontificia su una coniazione del 1956 del quale è apparso sul mercato uno studio a matita del rovescio

 

di Roberto Ganganelli | Era il 1506, sul soglio di Pietro sedeva Giulio II Della Rovere quando – era il 22 gennaio – un gruppo di 150 mercenari elvetici al comando del capitano Kaspar von Silenen, provenienti dal Cantone di Uri, attraversando Porta del Popolo entrò per la prima volta a Roma per servire il sommo pontefice della Chiesa cattolica.

Attraverso i secoli, la Guardia svizzera non ha mai mancato ai suoi doveri di protezione nei confronti dei papi e della Cristianità distinguendosi dal Sacco di Roma del 1527 come nella battaglia di Lepanto del 1571.

E proprio Il 6 maggio di ogni anno, nell’anniversario del sacco del 1527, le nuove reclute della Guardia svizzera fanno solennemente il loro giuramento nel Cortile di San Damaso, in Vaticano, con una formula in lingua tedesca che termina con le parole “che Iddio e i suoi santi mi assistano”.

guardia svizzeraLa medaglia del 1956 per i 450 anni della Guardia svizzera

Quelle stesse parole le troviamo a circondare il rovescio di una medaglia opera di Aurelio Mistruzzi (1880-1960), incisore pontificio, coniata nel 1956 su committenza del Comando della Guardia svizzera per celebrare i 450 anni del corpo armato.

Una medaglia nota in argento e in rame, diametro 36 millimetri, sul cui dritto figurano i busti a destra di Pio XII e Giulio II con legenda PIVS XII P M MILITIBVS PONT HELVETIORVM COHORTIS A IVLIO II PP CONDITAE.

guardia svizzeraAl rovescio, per l’appunto, la formula in tedesco SO WAHR MIR GOTT VND SEINE HEILIGEN HELFEN con le date MDVI – MCMLVI in esergo e la scena del giuramento della Guardia svizzera nel cortile di San Damaso.

Di questo rovescio è stato individuato di recente, sul mercato antiquario, un bozzetto inedito, un “dietro le quinte” che mostra la scena in modo molto simile a quello poi impresso sul metallo, se non fosse per le date non collocate nell’esergo e pochi altri dettagli.

Interessante anche notare come, nel disegno, il maestro Mistruzzi non abbia delineato i volti dei militi presenti sulla scena, quasi a voler idealizzare quelle figure riservandosi, in fase di modellazione, di aggiungere maggiori dettagli.

guardia svizzeraL’eleganza compositiva fra geometrie e creatività

La quadrettatura aggiunta dal grande artista del bulino è importante, dal momento che ci rivela come un accorgimento del genere servisse a “organizzare” in modo armonico l’intera scena, a iniziare da quel punto focale (coordinate 6,6) che coincide con le mani del portabandiera e della recluta che sta prestando giuramento.

La linea mediana verticale, inoltre, ci permette di notare come, a sinistra e a destra di essa, Mistruzzi abbia collocato due gruppi compositivi in qualche modo “speculari”: a sinistra la recluta, una guardia sull’attenti e la fontana del cortile, a destra il portabandiera, l’ufficiale comandante e un’altra guardia in secondo piano.

guardia svizzeraLe linee architettoniche appaiono altrettanto studiate, in questo bellissimo bozzetto, in modo da armonizzarsi con la griglia di quadretti impostata dall’artista, allo scopo di dare alla composizione quel senso innato di eleganza e di armonia visiva di cui Mistruzzi, in moneta e in medaglia, fu maestro.

E per scoprire di più su Aurelio Mistruzzi “Giusto tra le Nazioni” leggi il nostro articolo.