Zecche, economia e MONETE a Massa di Maremma

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Una breve attività di zecca valorizzata con sapienza: così si studiano le monete a Massa di Maremma

 

di Antonio Castellani | Sabato 16 novembre presso la Biblioteca Comunale “Gaetano Badii”  a Massa Marittima, è stato presentato il volume Massa di Maremma e la Toscana nel basso Medioevo: zecche, monete ed economia (Firenze, All’Insegna del Giglio, 2019), curato da Monica Badassarri.

Il volume raccoglie gli atti delle giornate di studio dal titolo Per una storia economica e sociale della Toscana basso medievale: le monete e le zecche (Massa Marittima, 20-21 ottobre 2017) e il catalogo della mostra Monete e zecche nella Toscana del Trecento (Massa Marittima, Complesso Museale di San Pietro all’Orto, 13 maggio 2017 – 14 gennaio 2018).

Il volume, nel quale sono stati analizzati con un taglio multidisciplinare i contributi che lo studio delle monete edelle zecche possono portare alla ricostruzione dei fenomeni economici e quindi politico-sociali che caratterizzarono laToscana tra Due- e Trecento, contiene testi di numerosi qualificati autori.

Il sindaco Marcello Giuntini
Il sindaco Marcello Giuntini

Nella presentazione, il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini scrive: “Il 2017 per la città di Massa Marittima è stato un anno importante: settecento anni prima era iniziata, infatti, l’attività della zecca cittadina, […].

Grazie alla straordinaria ricchezzadelle miniere di rame e argento del territorio, la città aveva raggiunto particolare prestigio nel Medioevo e aveva acquisito una propria autonomia politica, affermandosi tra le maggiori realtà economiche della Toscana meridionale.

Dell’attività della zecca cittadina fino ad alcuni decenni fanei musei di Massa Marittima non se ne conservavano tracce: solo nel 1995 un esemplare di grosso d’argento fu individuato, presso un professionista numismatico di Gubbio, da Massimo Sozzi, esperto numismatico del Centro Studi Storici “Agapito Gabrielli” e membro dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici.

Lo stesso Sozzi sulle pagine della Torre Massetana, periodico cittadino, promosse una sottoscrizione per riportare la moneta a Massa e, grazie ai contributi dei massetani, del Centro Studi e dell’Amministrazione Comunale, nel 1996 il grosso entrò finalmente nelle collezioni dei Musei di Massa Marittima.

Successivamente, sempre grazie a Sozzi e al Centro Studi, furono individuati ed esposti nel Museo Archeologico anche un denaro e due torselli per coniare le monete.

Abbiamo celebrato il settimo centenario organizzando due eventi di rilievo, correlati tra di loro e curati da Monica Baldassarri, direttrice del Sistema Museale Montopolese e nota studiosa di numismatica e storia monetaria medievale italiana.

Nella mostra Monete e zecche nella Toscana delTrecento, allestita al Complesso Museale di San Pietro all’Orto, sono stati esposti quasi tutti gli esemplari conosciuti di monete battute dalla zecca massetana in collezioni pubbliche regionali, tutti i coni sopravvissuti e il documento del 1317 di istituzione della zecca, oltre a una rassegna dei principali tipi monetali circolanti in Toscana all’inizio del Trecento.

Gli otto coni per monete massetane rinvenuti anni fa presso i Musei Civici di Siena
Gli otto coni per monete massetane rinvenuti anni fa presso i Musei Civici di Siena

Ad essa è stato affiancato il convegno Per una storia economicae sociale della Toscana bassomedievale: le monete e le zecche”del 20 e 21 ottobre.

Dando alle stampe, oggi, questa pubblicazione in cui sono raccolti le relazioni discusse nel convegno e il catalogo dei materiali esposti in mostra, mettiamo a disposizione di studiosi, appassionati e cittadini un volume necessario per conoscere e approfondire la storia della nostra città e del territorio anche nel più ampio contesto regionale e, allo stesso tempo, portiamo a conclusione le celebrazioni di questo importante anniversario”.

Alla presenza degli autori, hanno introdotto la presentazione del volume Irene Marconi, assessore alla Cultura del Comune, e Lidia Bai, presidente del Parco Nazionale delle Colline Metallifere grossetane. Sono poi intervenuti Giuliano Pinto dell’Università di Firenze e Monica Baldassarri.