Se nel campo degli aeroplani il nostro paese ha saputo esprimere, già tra i primi paesi al mondo, uan serie di progetti originali e innovativi, si è dovuto attendere fino al 1960 perché si levasse in volo il primo elicottero italiano, l’Agusta AB 102.

Si trattava di un elicottero leggero sviluppato privatamente dalle officine Agusta di Cascina Costa, in provincia di Milano, e il cui prototipo fu completato nel 1959 per essere presentato con finte insegne dell’Aeronautica Militare al Salone internazionale dell’aeronautica di Parigi a Le Bourget.

I dirigenti della Giovanni Agusta Costruzioni Aeronautiche nel 1959 accanto al prototipo dell’AB 102, in fase di allestimento nelle officine lombarde di Cascina Costa

Con equipaggio di due piloti, quel primo elicottero italiano – antesignano delle attuali, sofisticatissime macchine civili e militari ad ala rotante prodotte dal gruppo Leonardo – poteva trasportare da sette a nove passeggeri oppure quattro barelle o, ancora, un carico utile di circa ottocento chilogrammi.

Con i suoi 250 chilometri di autonomia e una velocità massima di circa 180 chilometri l’ora, l’Agusta AB 102 fu usato in pochi esemplari come aerotaxi sulla rotta dal centro di Torino agli aeroporti di Milano, dalla società privata Elivie. Il suo successo fu limitato dal momento che l’uso del motore radiale lo rese presto obsoleto rispetto ai più performanti elicotteri a turbina.

Uno dei pochi esemplari di Agusta AB 102 costruiti: si tratta del primo elicottero italiano, ossia progettato e realizzato nel nostro paese e non su licenza di un modello estero

Sta di fatto che quel primo elicottero italiano scrisse una pagina nella storia della nostra industria aeronautica tanto che l’Agusta, in occasione della sua omologazione da parte del Registro Aeronautico Italiano, fece realizzare dalla ditta Johnson di Milano una medaglia speciale, omaggiata agli ingegneri del RAI che effettuarono i collaudi e, probabilmente, anche a dirigenti del gruppo Agusta.

Fusa in bronzo nel diametro di ben 100 millimetri, con un peso di quasi mezzo chilogrammo, la medaglia ricordo per l’omologazione del primo elicottero italiano ci mostra l’AB 102 sul dritto con, sullo sfondo, il Duomo di Milano e attorno il nome dell’azienda e la sua sede (COSTRUZIONI AERONAUTICHE GIOVANNI AGUSTA e CASCINA COSTA).

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Il dritto della grande medaglia per l’omologazione dell’Agusta AB 102, modellata dall’artista Emilio Monti e fusa in bronzo dalla ditta Johnson di Milano nel 1960

Sul rovescio, invece, in due serti d’alloro legati in basso da un nastro trova spazio una cartella circondata, su due righe, dal testo A RICORDO DELLA PRIMA OMOLOGAZIONE | DEL PRIMO ELICOTTERO ITALIANO.

Al centro, con incisione postuma, si legge DOTT. ING. RODOLFO MONTI | ISPETTORE DEL R.A.I. Una dedica personale a colui che, assieme ad altri colleghi rimasti per noi anonimi, certificò la bontà del lavoro fatto dall’Agusta e le caratteristiche di volo e di sicurezza dell’AB 102. Il tutto avvenne, come riporta la medaglia, tra il 12 maggio e il 23 settembre del 1960.

Cercando informazioni sul personaggio nominato sul rovescio della medaglia scopriamo un Rodolfo Monti, nato nel 1931 a Napoli e scomparso nel 2018 il quale, laureatosi in Ingegneria meccanica nel 1954, nel 1956 si era laureato anche in Ingegneria aerospaziale all’Università di Roma. In seguito, quel Rodolfo Monti sarebbe diventato, grazie a centinaia di progetti e pubblicazioni, uno dei punti di riferimento dell’ingegneria aerospaziale italiana e internazionale, un docente conosciuto in tutto il mondo e, in definitiva, un’autorità nel settore.

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Il rovescio della medaglia con incisione dedicatoria all’ingegner Rodolfo Monti, uno degli ispettori del Registro Aeronautico Italiano che omologarono l’elicottero

Se fosse lui, il Rodolfo Monti di questa medaglia per il primo elicottero italiano, si legherebbero nel metallo due pagine di eccellenza della scienza italiana legata al volo. Non ne siamo certi; siamo invece sicuri che la medaglia – lotto 317 dell’asta ACM 36 del 26 giugno 2025 – venne modellata da Emilio Monti (1901-1981), raffinato e versatile artista che collaborò con la ditta Johnson per oltre quarant’anni realizzando modelli e coni per centinaia di medaglie celebrative e premiali per istituzioni, aziende, associazioni e privati.