di Mathias Paoletti | “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Così recita il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani, documento adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi, con la risoluzione n. 217A. Degli allora 58 paesi membri 48 votarono a favore, nessuno contro, otto si astennero e due non votarono. L’Italia, entrando nell’ONU il 14 dicembre del 1955, ratificò la Dichiarazione che nel tempo, secondo molti esperti di diritto internazionale è divenuta vincolante come parte del diritto consuetudinario venendo continuamente citata da oltre cinquant’anni in tutti i paesi.

Il 26 novembre di quest’anno il Principato di Andorra ha emesso – su modello di Judit Gasel Flinch – una moneta da 2 euro dedicata al 70° della Dichiarazione, coniati in fior di conio dalla zecca di Spagna in 75.000 esemplari.

La faccia nazionale vede raffigurate sette scale (che simboleggiano le sette Parròquies o distretti amministrativi di Andorra) sotto forma di montagne che conducono in fondo ad una valle al centro della moneta e su cui si trova il nome del paese di emissione, ANDORRA con l’anno di emissione 2018. Allo stesso modo, queste scale rappresentano i rami di un albero e dovrebbero simboleggiare l’umanità ed Andorra come parte di essa. Le trenta foglie che spuntano dai rami rappresentano gli altrettanti articoli della Dichiarazione universale dei Diritti umani. Lungo il bordo l’iscrizione in catalano 70 ANYS DE LA DECLARACIÓ UNIVERSAL DELS DRETS HUMANS (70 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani), che sottolinea il carattere commemorativo.