Da non perdere, l’asta numismatica Bolaffi di giugno si svolgerà giovedì 5 e venerdì 6 in quattro sessioni di incanto: il primo giorno dalle ore 10.00 (lotti 1-431) e dalle ore 14.30 (lotti 432-1159) e il successivo dalle ore 9.30 (lotti 1160-1689) e dalle 14.30 (lotti 1690-2678). L’asta, oltre che live su internet, sarà battuta presso la Sala Bolaffi di via Cavour 17 a Torino.
L’esposizione dei lotti è da mercoledì 28 maggio a venerdì 6 giugno 2025 (lunedì 2 giugno, sabato e domenica esclusi), dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30 sempre presso la Sala Bolaffi. Per registrarsi ed inviare offerte pre asta, per consultare il catalogo online e scaricarlo in Pdf e per tutte le informazioni è sufficiente accedere alla sezione numismatica del portale di Aste Bolaffi cliccando qui.
Questa volta abbiamo scelto di presentarvi il meglio del catalogo Aste Bolaffi mostrandovi le monete più belle, rare e particolari in ordine di base d’asta, a partire dai top lot stimati decine di migliaia di euro e che sono destinati a infiammare la sala. Non dimenticate tuttavia che l’incanto del 5 e 6 giugno riserva materiali per tutte le tasche e per tutte le passioni, compresi numerosi lotti multipli di notevole interesse.
Con base di 75.000 euro ciascuna si contendono il “trono” dell’asta Bolaffi di primavera due monete, una decimale italiana d’eccezione e una rarità proveniente dalla Russia degli zar: parliamo rispettivamente delle 20 lire 1860 delle Regie Provincie dell’Emilia (lotto 1366, in slab NCG MS62, uno dei migliori esemplari conosciuti) e dei 10 rubli in oro del 1762 coniati a San Pietroburgo a nome di Pietro III, sul trono per appena due anni (lotto 1917, migliore di Spl). E se la prima moneta ebbe un contingente di soli 162 pezzi, la seconda costituisce una delle massime rarità russe del XVIII secolo, soprattutto in questa conservazione.
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Un’altra eccezionale moneta icona del Regno d’Italia, la 5 lire 1901 Aquila sabauda, è in catalogo al lotto 1427: coniata per volere del sovrano, che la usava per farne omaggi a illustri ospiti ed amici, è proposta nell’asta numismatica Bolaffi di giugno alla base di 30.000 euro, migliore di Spl e con delicata patina. Senza dubbio, uno dei pezzi chiave per ogni collezionista di monete del Regno.


Fedeli alla vocazione globale delle nostre aste, ci spostiamo quindi nella lontana Corea del Sud, paese per il quale proponiamo un insieme d’eccezione al lotto 2106, la serie completa del 1970 in versione proof, con tutti gli esemplari certificati NGC Ultra cameo, da 64 a 66 sui 70 punti della scala americana. Questa serie, meritevole di 20.000 euro di base d’asta, è composta da 12 esemplari di notevole rarità. Di poco inferiore, 18.000 euro, la base d’asta del lotto 1878, una magnifica 20 dracme oro del Regno di Grecia millesimata 1833, in conservazione MS 64 e coniata dalla zecca di Parigi: solo gli esemplari di presentazione di questa rara moneta a nome di Otto re dei Greci (1831-1863) esistono in conservazione migliore.
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Base di vendita identica, 18.000 euro, per un altro pezzo eccellente di Vittorio Emanuele III che fa bella mostra di sé nel catalogo dell’asta numismatica Bolaffi di giugno: parliamo delle 100 lire Littore 1937-XVI, il massimale della serie Impero, estremamente raro e proposto in qFdc al lotto 1580.


È di 15.000 euro, invece, la prima offerta necessaria per tentare di aggiudicarsi le preziose 100 lire 1878 di Vittorio Emanuele III al lotto 1398, una delle sole294 monete di questo tipo coniate in quella data (conservazione Spl). Non dimenticate tuttavia che il catalogo Bolaffi offre anche centinaia di lotti relativi alla monetazione classica – greca, romana, bizantina – e che fra questi figurano monete di assoluto pregio come quella al lotto 46, una tetradracma di Naxos del 415 aC circa in conservazione migliore di Bb e molto rara. La base è fissata a 15.000 euro.
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Al lotto 1430, alla base di 12.000 euro in conservazione migliore di Spl, ecco invece una delle sole 115 monete da 20 lire Aquila sabauda del 1902 con il segno dell’ancoretta, che indica la provenienza dell’oro dalle miniere della Colonia Eritrea: un pezzo di storia italiana e una grande rarità ambita da molti.


Dal Novecento al medioevo, epoca tutt’altro che “buia” per la monetazione italiana anche a motivo di un eccellente grosso da 6 denari a nome di Federico II di Svevia (1250-1280) della zecca di Como, moneta molto rara e dalla gradevole patina, con ritratto di Stupor Mundi e grande aquila sveva ad ali spiegate (lotto 529, base 12.000 euro). Merita invece 10.000 euro di partenza in sala, nell’asta numismatica Bolaffi di giugno, il regale set proof del Regno Unito (lotto 1838, conservazioni NGG PF da 63 a 66) composto dalle quattro auree monete da 5, 2, 1 e ½ sovrana al tipo del san Giorgio opera di Benedetto Pistrucci. La data è quella del 1937 e il sovrano è Giorgio VI, padre dell’indimenticata Elisabetta II.
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Passiamo quindi all’isola dei cavalieri, Malta, dato che al lotto 1882 troviamo, a 10.000 euro di partenza, un superbo ezemplare da 4 zecchini NGC Au Details a nome del gran maestro Marcantonio Zondadari coniato nell’anno 1722: molto raro, questo nominale presenta il ritratto al dritto e lo stemma al rovescio.


Altro settore di grande varietà e importanza nell’incanto del 5-6 giugno è quello medaglistico, con esemplari di pregio come l’aurea medaglia di papa Pio VIII, straordinaria dell’anno I di pontificato (1829) per il possesso del Laterano, proposta al lotto 2232 in NGC MS 64 a 10.000 euro. Si tratta di una coniazione papale molto rara, e non è l’unica in catalogo. Due secoli prima usciva dai torchi della zecca di Mantova una rarissima quadrupla a nome del duca Carlo I Gonzaga Nevers, che troviamo al lotto 485 alla medesima base, 10.000 euro in conservazione qSpl. Al lotto 1478, invece, un altro bel classico italiano di inizio Novecento, le 5 lire Quadriga del 1914, ultimo “scudo” del Regno d’Italia coniato secondo i canoni dell’Unione monetaria latina; in conservazione elevata, questo capolavoro di Davide Calandra attende una prima offerta a 7500 euro.
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Proseguendo nella nostra “classifica” ecco poi, a 6000 euro di partenza, il lotto 137: si tratta di un denario coniato ad Alessandria d’Egitto nel 34 aC, quello con i due realistici profili di Cleopatra e Marco Antonio. Insolitamente ben centrata, rara e migliore di Bb, la moneta è una vera icona storica del periodo di transizione verso l’Impero romano e dell’espansione di Roma nel Mediterraneo.


Il primo, raro “marengo” della storia italiana lo troviamo invece a 5000 euro di base d’asta al lotto 926: si tratta di un esemplare datato anno 10 e coniato a Torino, in slab e di elevata conservazione, che può rappresentare il modo migliore per iniziare una coniazione di questo storico nominale o completarne una già avviata con un pezzo di pregio. Venezia, presente in catalogo con vari esemplari interessanti, è rappresentata fra gli altri da un pregiato multiplo d 10 zecchini dell’ultimo doge, Ludovico Manin (1789-1797): l’imponente moneta, molto rara, anche se con piccolo foro abilmente otturato al lotto 679 merita una base di catalogo di 5000 euro.
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E concludiamo questa “classifica d’eccellenza” dell’asta numismatica Bolaffi di giugno, invitandovi a visionare tutti gli altri lotti compresi quelli di cartamoneta e di numismatica mondiale, con un eccezionale dupondio “triofale” di Tiberio (lotto 154), risalente all’anno 7 aC, con superbo ritratto e, dietro la nuca, una piccola Vittoria alata con corona e cornucopia. Base di 5000 euro per questa moneta qSpl appartenuta alla celebre Collezione Mazzini.

