Da Historia Mundi in esclusiva per Cronaca numismatica la storia di uno degli artisti papali più conosciuti, Giovanni Martino Hamerani

 

di Eleonora Giampiccolo | Proseguendo nella scoperta della vita e delle opere di Giovanni Martino Hamerani (clicca qui per leggere la prima parte) giungiamo all’elezione di Alessandro VIII Ottoboni che, salito sul soglio di Pietro nel 1689, confermò l’Hamerani nella carica di incisore camerale ed anzi gliela conferì ad perpetuum, cosa riservata a ben pochi altri artisti prima di lui!

Fig. 12 | Medaglia celebrativa dell’elezione di Alessandro VIII (1689-1691) al pontificato, 1689. BAV-Md. Pont. Alexander VIII, 1

E, forse per ringraziare il pontefice per questo gesto, l’Hamerani incise, oltre a tutte le medaglie ufficiali una medaglia gratulatoria, con al rovescio un “turibolo” (Fig. 12), medaglia che come molte altre incise da Giovanni Martino verrà ricopiata da altri insigni artisti del bulino, mentre per l’elezione dello stesso, l’incisore aveva fatto una medaglia nel cui rovescio aveva dato saggio di abilità rappresentando una sfera armillare divisa in due da una fascia con i segni zodiacali, il cielo con nuvole e le stelle nella parte superiore e una rappresentazione quasi geografica e cartografica della penisola italiana in quella inferiore (Fig. 13).

Fig. 13 | Medaglia celebrativa dei costumi di Alessandro VIII (1689-1691), 1689. BAV-Md. Pont. Alexander VIII, 26

Anche per Alessandro VIII incise bellissime monete come quella da quattro quadruple del 1690 e la quadrupla d’oro emessa in una data non specificata del pontificato. Nella prima al busto del pontefice del dritto venne associato un rovescio su cui si trova la figura della Chiesa stante a sinistra, che protende nella destra un tempio e tiene nella sinistra un’insegna puntata a terra con stemma, ritratto del papa e corona; il tutto circondato dalla legenda LEGIONE AD BELLVM SACRVM INSTRVCTA (Fig. 14).

La scelta del soggetto allude all’ennesima crociata bandita contro i turchi. Infatti, dopo la liberazione di Vienna, l’esercito cristiano aveva iniziato la controffensiva nei Balcani e nell’Egeo, con significative vittorie dei Veneziani, che erano riusciti a riconquistare perfino Atene. Tuttavia, questa fruttuosa spinta militare pian piano cominciò ad esaurirsi, anche perché l’Impero venne in conflitto con la Francia e fu costretto a distogliere truppe dal fronte orientale; la Russia si trovò alle prese con l’ennesima crisi dinastica; la Polonia, ormai libera, si volse soprattutto a risanare le ferite interne, mentre la difesa turca in Ungheria ed in Transilvania si rivelò insuperabile.

Fig. 14 |  Moneta da quattro quadruple di Alessandro VIII (1689-1691) che presenta, al rovescio, la figura della Chiesa con un tempio nella destra protesa e un’insegna, nella sinistra, raffigurante stemma e ritratto del pontefice. BAV-Mt. Pont. Alexander VIII, 95/A1

Così Venezia cominciò a trovarsi in gravi difficoltà nel far fronte alla controffensiva turca, tanto che papa Alessandro VIII decise di aiutarla, bandendo una nuova crociata contro i Turchi e sovvenzionando la città lagunare: la figura allegorica della Chiesa, che sorregge, con la destra, un tempio, mentre, con la sinistra, impugna un tropheum dei legionari romani. E, purtroppo, la vagheggiata crociata non vide mai la luce e lo stesso finanziamento, che aveva colpito parecchio l’erario pontificio, non arrivò intatto alla Serenissima.

La quadrupla (Fig. 15), invece, rappresenta, al dritto, il busto del pontefice a destra con camauro, mozzetta e stola, mentre, al rovescio, la legenda RE FRVMENTARIA RESTITVTA incornicia la rappresentazione di due buoi aggiogati ad un aratro, ai cui lati si ergono due alte spighe. La moneta ricorda le riforme economiche e sociali avviate da Innocenzo XI, ma portate a termine da papa Ottoboni: erano stati emanati, infatti, proprio da papa Odescalchi diversi ed eccezionali decreti sul prezzo del grano, principalmente in occasione della carestia del 1679-1680; prezzo, che egli aveva imposto relativamente basso per legge, anche per combattere la speculazione.

Fig. 15 | Quadrupla di Alessandro VIII (1689-1691) con, al rovescio, due buoi volti a destra, che tirano l’aratro; ai lati si ergono alte due spighe. BAV-Mt. Pont. Alexander VIII, 2

Contemporaneamente Innocenzo XI aveva dato ai produttori anche la certezza di poter vendere ad un prezzo certo e remunerativo il grano, anche in caso di sovrapproduzione; prezzo, che rimaneva stabile – integrato dallo Stato – pure in caso di scarsa produzione per carestia o per maltempo.Proprio per celebrare la piena attuazione dei suddetti provvedimenti Alessandro VIII volle che fosse coniata questa originale quadrupla e il ben più diffuso testone con il medesimo soggetto.

Alla morte di papa Ottoboni nel 1691, poiché la festività dei SS. apostoli Pietro e Paolo cadeva in periodo di Sede Vacante la Reverenda camera Apostolica “[…] ritenne di non dover sospendere la emissione della medaglia annuale ed ordinò alla Zecca di coniare una medaglia celebrativa della vacanza della Sede Apostolica, che portasse le effigi dei SS. Pietro e Paolo. (Fig. 16). Dopo l’elezione di Innocenzo XII Pignatelli, il tesoriere Lorenzo Corsini (il futuro Clemente XII), avviò una riforma in zecca in base alla quale veniva drasticamente ridotto lo stipendio al maestro de li ferri. Per questo motivo, Giovanni Martino Hamerani presentò le sue dimissioni da incisore di monete, mentre rimaneva in carica come incisore di medaglie.

Fig. 16 | Medaglia di Sede Vacante, 1691. BAV-Md. Pont. Sede Vacante 1691, 1

Tra le monete realizzate per Innocenzo XII si può citare la piastra del secondo anno di pontificato, il 1692, probabilmente la sua ultima dato che il 15 novembre 1692 lo svizzero Peter Paul Borner fu nominato “incisore dei ferri”. Essa raffigura, al rovescio, san Michele Arcangelo che scaglia un fulmine contro Satana (Fig. 17). L’Hamerani si ispirò al dipinto che Guido Reni aveva realizzato nel 1653 intitolato San Michele Arcangelo che schiaccia il diavolo per la Chiesa di Santa Maria della Concezione in Via Veneto a Roma.

Fig. 17 | Piastra di Innocenzo XII (1691-1700) con, al rovescio, l’Arcangelo Michele che scaglia il fulmine contro Satana, 1693. BAV-Mt. Pont. Innocentius XII, 22

Una serie di fattori concomitanti rallentano l’attività di Giovanni Martino durante l’ultimo decennio del secolo nella medaglistica papale: le tante commissioni che gli derivano dall’estero, l’affermarsi di nuovi incisori nella Zecca Romana, come il messinese Antonio Pilaja, il lorenese Ferdinand De Saint Urbain, il già citato Borner, ecc., alcuni disturbi di salute che lo colsero, ed un certo affievolirsi della sua vena artistica. Per fortuna gli furono di valido aiuto i figli Beatrice ed Ermenegildo.

Fig. 18 | Medaglia annuale dell’anno IV di pontificato di Innocenzo XII (1691-1700) celebrativa della Curia Innocenziana a Roma, 1695. BAV-Md. Pont. Innocentius XII, 32

Per Innocenzo XII Giovanni Martino realizzò medaglie quasi esclusivamente di carattere architettonico, giacché l’attività edilizia del Papa fu frenetica: la facciata di palazzo della Curia Innocenziana (poi di Montecitorio) è celebrata dalla medaglia del IV anno di pontificato, il 1695, (Fig. 18) e quella del palazzo della Dogana di Terra dalla medaglia annuale del V anno di pontificato, 1696 (Fig. 19).

Fig.19 | Medaglia annuale dell’anno V di pontificato di Innocenzo XII (1691-1700) per la nuova Dogana di Terra a Roma, 1696. BAV-Md. Pont. Innocentius XII, 39

I due edifici sono incisi mirabilmente e l’Hamerani, preoccupato che il relativamente piccolo diametro del tondello non rendesse appieno la maestosità delle due costruzioni, vi appose in esergo una scala di misura onde far risaltare l’imponenza degli edifici; anzi animò la scena con passanti e figure rese nei minimi dettagli, in base ad una tecnica incisoria e rappresentativa non certo nuova, ma quasi sempre usata in medaglie di maggior modulo.

Papa Pignatelli si mostrò molto attento nei confronti del Collegio di Propaganda Fide, per il quale vennero stanziati cospicui fondi. Al suddetto Collegio è dedicata la medaglia annuale del VI anno di Pontificato, il 1697, che reca, al dritto, il busto del pontefice, e, al rovescio, il pontefice seduto in trono nell’atto di consegnare un Crocifisso ad alcuni missionari inginocchiati innanzi a lui (Fig. 20).

Fig. 20 | Medaglia annuale dell’anno VI di pontificato di Innocenzo XII (1691-1700) che celebra l’impulso dato all’opera svolta dai missionari di Propaganda Fide sin nelle più remote regioni della terra, 1697.  BAV-Md. Pont. Innocentius XII, 42

Tuttavia la più bella medaglia annuale di Innocenzo XII è la penultima: quella dell’anno 1699 per l’indizione del Giubileo, la cui bolla Regi Saeculorum fu pubblicata il 18 maggio. Il Papa, nonostante le pessime condizioni di salute, sperava in un Anno Santo di pace e di  riconciliazione fra uomo e Dio e fra gli uomini tra di loro e l’Hamerani incise un Angelo della Fama che sosta sugli stipiti della Porta Santa e annuncia al mondo la buona novella (Fig. 21).

Fig. 21 | Medaglia annuale dell’anno VIII di pontificato di Innocenzo XII (1691-1700) celebrativa dell’indizione del Giubileo del 1700, 1699. BAV-Md. Pont. Innocentius XII, 53

Come noto, proprio per la sua malferma salute, Innocenzo XII non aprì la Porta Santa della basilica vaticana e perciò questa ‘scena canonica’ non fu soggetto della medaglia annuale dell’anno 1700, IX anno di pontificato, che l’Hamerani sostituì con un corteo che varca la Sacra Soglia (Fig. 22). Innocenzo XII morì il 27 settembre 1700 in pieno Anno Santo ed i cardinali riuniti in Conclave avrebbero dovuto far presto ad eleggergli un successore, invece la Sede Vacante durò quasi due mesi, finché il 23 novembre venne creato col nome di Clemente XI il giovane cardinale marchigiano Gian Francesco Albani.

Fig. 22 | Medaglia annuale dell’anno IX di pontificato di Innocenzo XII (1691-1700) celebrativa del Giubileo del 1700, 1700. BAV-Md. Pont. Innocentius XII, 71

Nel 1702 Giovanni Martino venne colpito da ictus e poté portare a termine la medaglia annuale del 29 giugno dello stesso anno cioè quella emessa per celebrare la missione in Cina del patriarca d’Antiochia Carlo Tommaso Maillard de Tournon, soltanto grazie alla collaborazione della figlia Beatrice.

La malattia aggravò le condizioni dell’incisore tanto che la medaglia 1703 fu incisa dal Saint Urbain, acerrimo nemico artistico dell’Hamerani, che aveva espresso più volte il proprio veto all’ammissione del lorenese nell’Accademia di san Luca. Ma passata la fase più acuta della malattia e partitosi il Saint Urbain da Roma, Giovanni Hamerani coniò una medaglia con lo stesso soggetto dell’annuale 1703, quella incisa dal Saint Urbain, i nuovi lavori del porto di Civitavecchia, di grande modulo ed assai più ricca nell’ornato e nella raffigurazione rispetto a quella dell’incisore transalpino (Fig. 23).

Fig. 23 | Medaglia di Clemente XI (1700-1721) celebrativa del completamento del nuovo acquedotto di Civitavecchia, 1703. BAV-Md. Pont. Clemens XI, 129

Fu l’ultimo sussulto artistico del grande incisore Giovanni Martino Hamerani. Nel 1704 firmò la medaglia dell’anno IV di pontificato di Clemente XI che raffigura la nuova “Aula Clementina” nell’Ospizio Apostolico del San Michele, ma sussistono seri dubbi che egli ne abbia realizzato materialmente il conio (Fig. 24).

Fig. 24 | Medaglia annuale dell’anno IV di pontificato di Clemente XI (1700-1721) celebrativa dell’Aula Clementina (Ospizio del San Michele), 1704. BAV-Md. Pont. Clemens XI, 34

La morte prematura della figlia Beatrice,ì e l’acutizzarsi della malattia con frequenti ricadute portarono l’incisore ad uno stato di vita vegetativa ed il 28 giugno 1705, colpito da apoplessia, terminava la sua vita terrena. Era proprio la vigilia dei SS. apostoli Pietro e Paolo, “per la festa de’ quali aveva operate tante e tante eterne fatiche nelle medaglie d’oro ed argento che sogliono distribuirsi dal papa secondo lo stile di quella corte”.