Furono coniate dallo Stabilimento Johnson per le premiazioni delle varie categorie di concorso nella grande esposizione dei vini tricolori oltreoceano

 

di Riccardo Martina | Non solo Vinitaly, non solo un settore in cui oggi l’Italia è tra i primi settori al mondo: quello enologico è da molto tempo un ambito in cui il nostro paese è conosciuto ovunque. Lo testimoniano le medaglie protagoniste di questo studio e un evento di fine XIX secolo che portò i vini e le aziende italiane nella lontana Argentina.


Il padiglione argentino all’Expo di Parigi del 1889

Nel 1889, per festeggiare il primo centenario della Rivoluzione francese, si tenne a Parigi la grande mostra dell’esposizione universale. Per l’occasione, venne costruita la Torre Eiffel, diventata icona della capitale transalpina, sebbene la resistenza dei parigini ad accettarla soprattutto da un punto di vista estetico.

Una delle nazioni più desiderose di ben figurare e di farsi conoscere in questa vetrina a risonanza mondiale, fu la giovane Repubblica Argentina. Un giornale americano rivelò che l’Argentina profuse tante risorse per questa manifestazione avendo l’ambizione di mostrarsi al mondo quale paese di riferimento per l’America del Sud, soprattutto in tema di immigrazione.

Una commissione si recò appositamente in Francia e indisse un concorso per scegliere il progetto del padiglione argentino affinché fosse dato massimo risalto al Paese. Risultò vincente la proposta di Albert Ballù, che presentò una struttura in ferro sul modello del Crystal Palace di Joseph Paxton, che ospitò l’esposizione di Londra del 1851.

Il padiglione (Fig. 1), costato più di due milioni di franchi, fu inaugurato il 25 maggio 1889, data commemorativa della Rivoluzione di maggio, alla presenza del presidente francese e del vice presidente argentino. L’edificio fu oggetto dimolte critiche in patria, poiché nell’aspetto era troppo “europeo” e quindi inadeguato a rappresentare la cultura, le tradizionie i costumi locali. Unanime fu invece l’apprezzamento tra gli addetti ai lavori e i visitatori, tanto che l’Argentina si aggiudicò ben dodici premi durante la manifestazione.

Alto 35 metri e sviluppato su due piani per un’area di .600 m2, si presentava con due ali simmetriche su ciascun lato dell’ingresso. L’apprezzamento fu dovuto anche alla sua posizione strategica, accanto alla neonata Torre Eiffel (Fig. 2).

Fig. 1 | Il padiglione argentino all’Expo di Parigi del 1889 (ifinra.org)

Entrando, si poteva ammirare un’enorme carta geografica realizzata in tre dimensioni e incurvata secondo la conformazione del globo, dove era rappresentato non solo il territorio argentino, con le Ande in rilievo e la pampa, ma anche i vicini Uruguay, Cile e Paraguay.

Punto di forza della rappresentanza argentina alla manifestazione fu, ovviamente, la carne, soprattutto di agnello, della quale l’Argentina era già allora tra i maggiori produttori mondiali, contendendosi il primato con la Nuova Zelanda.

esposizione Per poter conservare le scorte di carne durante i mesi estivi della mostra, fu necessario far arrivare appositamente dall’Inghilterra un macchinario refrigerante così da garantire il corretto stoccaggio della merce.

Conclusa l’esposizione, l’Argentina dovette farsi carico dei costi dello smantellamento del padiglione. L’intenzione iniziale fu quello di smontare la struttura, composta per la maggior parte di materiali ferrosi, e suddividerla in vari lotti da vendere al miglior offerente, ma il sindaco di Buenos Aires si impuntò e chiese che il padiglione fosse trasferito nella sua città.

Fig. 2 | La posizione del padiglione accanto alla Torre Eiffel

Riuscì a convincere il governo nazionale a condividere le spese e, nel febbraio del 1890, si iniziò a disfare la struttura che prese il mare alla volta della madrepatria.

Fig. 3 | Medaglia commemorativa della Repubblica Argentina per Esposizione Universale Parigi 1889. Bronzo. Ø mm. 50, gr. 54 (ifinra.org)

Purtroppo, durante il tragitto, la nave fu investita da una violenta tempesta: per evitare il naufragio, si dovette buttare a mare la maggior parte del carico che era stato stoccato sul ponte, poiché ostacolava la tenuta e la manovrabilità del bastimento.

Scampato il pericolo, la spedizione arrivò a destinazione sulla fine del 1890. Il padiglione venne così riedificato su un terreno demaniale sede di un vecchio arsenale militare. Affidato in concessione per essere sfruttato commercialmente, fu riaperto nel 1894 e, nel 1896 fu scelto quale sede per ospitare l’Esposizione Vinicola Italiana.

Nel 1898 il padiglione ospitò l’Esposizione Nazionale e, nel 1933 fu definitivamente demolito nell’ambito del riassetto urbanistico della zona.


L’Esposizione Vinicola Italiana a Buenos Aires nel 1896

Alla fine dell’800, l’Italia vide aumentare costantemente le sue esportazioni verso i Paesi dell’America centrale e meridionale. In particolare, l’Argentina era la più importante importatrice di vino italiano.

Pertanto, grazie all’interessamento del Ministero d’Agricoltura e all’azione del cavalier Pompeo Trentin, rappresentante italiano a Buenos Aires per il ramo enotecnico, si concretizzò l’iniziativa di realizzare una mostra del vino italiano nella capitale argentina.

Un’Expo del vino italiano avrebbe contribuito, nelle intenzioni degli organizzatori, a sviluppare ulteriormente il commercio vinicolo verso l’America Latina e sarebbe stata una formidabile vetrina di una delle eccellenze italiane: «Con questa mostra vogliamo dare al paese che ci ospita un saggio dello stato attuale di una delle principali industrie italiane, la industria del vino; richiamare l’attenzione sull’enorme lavoro che l’Italia ha effettuato in pochi anni nel campo dell’enologia; far apprezzare tutti quei tipi di vino che sono finora poco o punto conosciuti; offrire poi al viticoltore argentino tutto il materiale di cui abbisogna per la sua giovane industria: fare, in poche parole, cosa utile all’Italia e all’Argentina».

Con queste premesse, la macchina organizzativa si mise in moto: la manifestazione dell’Esposizione Vinicola Italiana fu programmata per il 1896 e si svolseregolarmente dal 15 aprile al 15 maggio. Le domande di ammissione dovevano essere presentate al Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio e i prodotti da esporre sarebbero stati imbarcati a Genova entro il 20 febbraio.

Gli espositori dovettero farsi carico di vari costi, tra i quali una tassa di occupazione del suolo di 15 franchi oro per metro quadrato nell’edificio principale o di 10 franchi oro nell’edificio secondario, le spese di trasporto, ancorché ridotte del 50% per l’occasione, di scarico, di consegna e di installazione di banchi e vetrine. Il Ministero delle Finanze cercò di favorire la partecipazione concedendo maggiori facilitazioni doganali e il perimetro della mostra fu considerato “porto franco”.

Le compagnie di navigazione offrirono tariffe speciali e ribassi considerevoli sul trasporto delle merci e sui biglietti di andata e ritorno. Nonostante le spese da sostenere fossero comunque notevoli e l’impegno gravoso, la partecipazione fu ampia.

Dal Giornale Vinicolo Italiano, che nei suoi bollettini forniva aggiornamenti e curiosità sulla preparazione dell’evento, sappiamo che alcuni espositori chiesero di poter installare chioschi e chalet nel giardino dell’area espositiva, al fine di accrescere l’interesse e offrire ai visitatori un ambiente accogliente e confortevole.

L’occasione si rivelò propizia anche per sfoggiare gli ultimi ritrovati tecnologici: ad esempio, la Zambelli di Torino mise a disposizione del pubblico e della giuria addirittura un “laboratorio enochimico completo” perfettamente funzionante. Il Comitato, grato, sostenne l’iniziativa concedendo gratuitamente gas, acqua e personale addetto.

A far da contorno alla mostra, furono organizzati dei festeggiamenti studiati appositamente da una speciale commissione. Dal catalogo ufficiale della mostra leggiamo che aderirono ben 79 espositori per la divisione “Vini e distillati”, suddivisa in otto categorie (da taglio, rossi comuni da gran consumo, da pasto, fini da pasto, liquorosi e speciali, spumanti e vermouth e distillati e amari), sedici per ledivisioni “Macchine, attrezzi enologici” (nove categorie) e “Sostanze usate in viticoltura ed enotecnica e prodotti derivati” (tre categorie) e, infine, tredici per la sezione speciale “Oli d’Oliva”. Inoltre, fu prevista anche una divisione “Letteratura vinicola ed insegnamento” suddivisa in due categorie.

Quale nota di colore, che ci rimanda ai fasti di un’epoca lontana, riportiamo i nomi delle imprese premiate, alcune delle quali, note ed esistenti ancora oggi, hanno scritto la storia della cultura enologica italiana.

Concorso speciale

  • Medaglia d’oro e diploma d’onore del re Umberto I per i vini da taglio a Dari di Milazzo, per i vini comuni a Cinzano di Torino e per i vini da pasto a Degiacomi di Chiavenna.
  • Medaglia d’oro e diploma del Ministero dell’Agricoltura per i vini spumante a Gancia e Cinzano.

Concorso generale | Vini

  • Medaglia d’oro del Ministero per i vini da taglio a Gargano di Nicotera.
  • Diploma di medaglia d’oro a Combes di Barletta e Bonomi di Gallarate.
  • Medaglia d’argento dorato per i vini di gran consumo a Roccagiovine di Canelli.
  • Medaglia d’oro del Ministero di Agricoltura per i vini da pasto a Caselli di Roma e Ferrero di Bra.
  • Medaglia d’oro della Camera di Commercio a Mezzini di Firenze e Abate di Bra
  • Medaglia d’oro del Comitato per gli spumanti a Carpené&Malvolti di Conegliano e per i vini liquorosi a Florio di Palermo, Zedda di Cagliari e Vermouth Cinzano di Torino.
  • Diploma d’onore all’amaro Felsina e al cognac Gancia.

Concorso generale | Macchine

  • Medaglie d’oro a Vandone di Milano, Agenzia Enologica di Milano, Zambelli di Torino e bottiglieria Veglienzoni di Savona.

Concorso generale | Olii

  • Medaglia d’oro del Ministero di Agricoltura a Ottone di Genova.
  • Medaglia d’oro della Camera di Commercio di Buenos Aires a Profumo di Genova.
  • Medaglia speciale della Camera di Commercio di Buenos Aires a Rosario a Giglioli di Livorno.

Concorso generale | Letteratura

  • Gran diploma d’onore e medaglia d’oro per le pubblicazioni sulla viticoltura, enologia e l’istruzione agraria al Regio Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio.
  • Medaglie d’oro per opere e periodici di viticoltura ed enologia ai Fratelli Ottavi di Casale Monferrato,al Circolo Enofilo Italiano di Roma, a Strucchi e Zecchini di Torino e a Ricciardelli di Riposto.
  • Medaglie d’argento al Movimento Agricolo di Milano, al Comizio Agrario di Asti e a Pieruccetti di Roma.
  • Medaglia di bronzo ad Ambrosio di Savona.

Le medaglie dell’Esposizione Vinicola Italiana

Veniamo, alfine, all’aspetto prettamente numismatico. Per le varie categorie in gara furono previsti coppe d’onore – offerte dal re Umberto I – e medaglie in oro, argento e bronzo con relativi diplomi di riconoscimento, per un valore complessivo di circa L. 14.000.

Il Ministero d’Agricoltura concesse 68 medaglie premio (8 d’oro, 20 d’argento e 40 di bronzo), mentre altre furono offerte dalla Camera Italiana di Commercio di Buenos Aires,per un valore di L. 2.225, e dalla Commissione di viticultura della Repubblica Argentina. Il Comitato esecutivo dette mandato allo stabilimento Stefano Carlo Johnson di Milano di realizzare e produrre, per un importo di L. 6000:

  • 550 medaglie commemorative (50 d’argento e 500 di bronzo);
  • 168 medaglie premio (8 d’oro, 60 d’argento, 100 di bronzo);
  • 100 distintivi smaltati in argento la Giuria e 40 per il Comitato esecutivo;
  • 600 medagliette ricordo da distribuirsi a seconda delle circostanze, esclusivamente alle signore in visita all’Esposizione.

Sempre il Giornale Vinicolo Italiano non mancò di sottolineare che «tutti questi oggetti saranno di valore intrinseco ed artistico non comuni: essi promettono di riuscire delle vere opere d’arte». Di seguito, abbiamo raccolto una selezione di questi esemplari.


Medaglia di inaugurazione della mostra

Al dritto, nel campo, entro un cerchio, busto di donna volto a destra, coronato di foglie e grappoli di vite. Lungo il bordo, nel cerchio esterno, la legenda: stella a cinque punte ESPOSIZIONE VINICOLA ITALIANA grappolo d’uva, BUENOS AIRES 1896. Al rovescio, nel campo, entro una corona di vite chiusa in basso dagli stemmi nazionali affiancati argentino e italiano, il padiglione dell’esposizione con sopra l’epigrafe INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA e sotto, in piccolo, JOHNSON – MILANO.Particolare curioso: in queste medaglie il padiglione è raffigurato senza le cupole sovrastanti l’ingresso principale (cfr. Figg. 1 e 3). Questa medaglia fu coniata in argento e in bronzo, con una tiratura rispettivamente di 50 pezzi e 500 pezzi.

esposizioneFig. 4a | Inaugurazione mostra. Argento. Ø 46,91, gr. 47,6 (ifinra.org)
Fig. 4b | Inaugurazione mostra. Bronzo dorato. Ø 46,80, gr. 53,47 (ex Ranieri 8/2021, 626)

Medaglia premio

Al dritto, in alto, lungo il bordo, BUENOS AIRES 1896 e, al centro, medaglione con testa di Mercurio volto a sinistra con stella sul capo; al centro, entro corona di tralci di vite con grappoli, cartiglio con stemma; nel campo, in basso, nave mercantile alla rada con merci sulla banchina; in basso al centro, stemmi.

Al rovescio, a destra, su tre righe, ESPOSIZIONE VINICOLA ITALIANA. In alto, al centro, medaglione con busto femminile volto a destra con corona di tralci di vite e grappoli e, sulla destra, MDCCCXCVI. Nel campo, entro una corona di tralci di vite e grappoli, paesaggio con vigna, anfora e pianta di vite. In basso, al centro, stella raggiante. A sinistra, lungo il bordo, in piccolo JOHNSON-MILANO.Come detto sopra, di queste medaglie furono coniati appena 8 esemplari in oro, 60 in argento e 100 in bronzo.

esposizioneFig. 5a | Medaglia premio. Oro. Ø 53, gr. 80,35 (ex asta Nomisma 49/2014, 689)

Fig. 5b | Medaglia premio. Argento. Ø 52,5, gr.63,30 (Collezione privata)
Fig. 5c | Medaglia premio. Argento. Uniface. Ø 52,93, gr. 66,41 (moviarg.com)
esposizioneFig. 5d | Medaglia premio. Bronzo. Ø 52, gr. ? (ex asta Baldwin’s 2009, 442)

Premio Camera Italiana di Commercio di Rosario di Santa Fè

Al dritto, figura femminile seduta, volta a sinistra, con il braccio destro teso, porge una corona d’alloro; con il braccio sinistro si appoggia a una coppia di scudi sovrapposti raffiguranti gli emblemi d’Italia e d’Argentina. Alle sue spalle, un ramo d’ulivo. Ai piedi, una cornucopia.

A sinistra, sullo sfondo, il padiglione della mostra; sopra, su tre righe ESPOSIZIONE / VINICOLA / ITALIANA. In alto, lungo il bordo, BUENOS AIRES 1896. In esergo, in piccolo JOHNSON. Il rovescio presenta, al centro un cartiglio all’interno di rami intrecciati d’ulivo e di vite. Lungo il bordo, PREMIO DELLA CAMERA ITALIANA DI COMMERCIO DI ROSARIO DI SANTA FE’ e decorazione.

esposizioneFig. 6 | Medaglia premio della Camera di Commercio. Rame. Ø 46,87, gr. 53,85 (ifinra.org)

Medaglia omaggio del Comitato

Queste medaglie furono omaggiate al Presidente della mostra, Giovanni Medici, al Vice Presidente, Gaetano Gandolfie al Segretario Generale, Pompeo Trentin. Al dritto anepigrafo, in uno scenario campestre, una donna nuda seduta a destra, con la sinistra regge un vassoio dove un fanciullo nudo posa un grappolo d’uva. Sullo sfondo colli e un sole radioso sorgente.

Al rovescio, nel campo un tralcio di vite sotto un cartiglio con estremità arrotolate recante la dedica su cinque righe: AL COMM. GIOVANNI MEDICI / PRESIDENTE ovvero AL COMM. GAETANO GANDOLFI / VICEPRESIDENTE ovvero AL CAV. POMPEO TRENTIN / SEGRETARIO GENERALE / DELLA ESPOSIZIONE VINICOLA ITALIANA / IL COMITATO DEDICA / BUENOS AIRES GIUGNO 1896. In basso, lungo il bordo, la firma dell’incisore: TALLER NACIONAL BUENOS AIRES.

Fig. 7a | Medaglia del Comitato. Argento. Ø 56, gr. 78,27 (moviarg.com)
esposizioneFig. 7b | Medaglia del Comitato. Bronzo dorato. Ø 56, gr. 78,27 (ex asta Heritage 25/2/2018, 36004)
Fig. 7c | Medaglia del Comitato. Bronzo argentato. Ø 56, gr. 61,90 (ex asta Inumis novembre 2020, 235). In questo esemplare, da notare il curioso refuso TRENTINI nella dedica invece che TRENTIN

Medaglia omaggio degli espositori

Al dritto, al centro, su una grande foglia di vite – alla cui sinistra, in piccolo, è riportato il cognome dell’incisore VALSECCHI – un busto di donna volto a destra, con corona di foglie e grappoli di vite. Lungo il bordo la legenda: ESPOSIZIONE VINICOLA ITALIANA.

Al rovescio, al centro gli stemmi nazionali dell’Argentina e dell’Italia affiancati, sopra un fregio, sotto la BUENOS AIRES / 1896. In basso, al centro un nastro. Lungo il bordo, la legenda: GLI ESPOSITORI ALCOMITATO.

Fig. 8 | Medaglia degli espositori. Bronzo. Ø 27,5, gr. 8,8 (moviarg.com)

Medaglietta ricordo portativa

Al dritto, busto di donna, volto a destra, coronato di foglie e di grappoli di vite. Lungo il bordo MDCCCXCVI e sulla sezione del busto S.J. (Stefano Johnson). Al rovescio, su tre righe, in blu: ESPOSIZIONE / VINICOLA ITALIANA / BUENOS AIRES. Sotto, una decorazione.

esposizione

Fig. 9 | Medaglietta ricordo portativa. Bronzo argentato. Ø 20, gr. 47,6 (antiques.com)

 Medaglia categoria olio d’oliva

Al dritto, testa di donna a sinistra, coronata di foglie e grappoli, anepigrafo. Al rovescio, lungo il bordo esterno: stella a cinque punte EXPOSICION VINICOLA ITALIANA, stella a cinque punte, GRAN MEDALLA DE ORO. All’interno, un cerchio con al centro, su quattro righe “EXCELSIOR” / “VIRGIN” / “G.B.P.” / 1896 e, lungo il bordo, ACEITE PROFUMO BUENOS AIRES.

Fig. 10 |  Medaglia premio cat. olio d’oliva. Rame. Ø 38, gr. ? (moviarg.org)

Medaglia categoria olio d’oliva

Al dritto, come la precedente ma con firma P.H (Podestà y Hno.). in basso. Al rovescio, lungo il bordo esterno: stella a cinque punte RECUERDO DE LA EXPOSICION VINICOLA ITALIANA, stella a cinque punte, 1896. All’interno di un cerchio, al centro, tra decorazioni sopra e sotto, RIVADAVIA 423 e, lungo il bordo, FELIPE PROFUMO Y CIA.

Fig. 11 | Medaglia premio cat. olio d’oliva. Rame. Ø 38, gr. 21 (etsy.com)

Medaglia categoria olio d’oliva

Al dritto, come la precedente ma anepigrafo. Al rovescio, lungo il bordo esterno: stella a cinque punte EXPOSICION VINICOLA ITALIANA, stella a cinque punte, BUENOS AIRES. All’interno di un cerchio, al centro, su quattro righe PREMIADO / CON / MEDALLA DE ORO / decorazione / 1896 / decorazione e, lungo il bordo interno ACEITE “VIRGEN PROFUMO”.

Fig. 12 | Esemplare in rame. Ø ?, gr. ? (moviarg.org)

esposizione

Fig. 13 | Distintivo in argento smaltato per la Giuria (dal web)

Ringraziamenti

Si ringrazia Justo Otaegui dell’IFINRA (Instituto Federal de Investigadores Numismáticos de la República Argentina), prodigo di suggerimenti e consigli. Un ringraziamento particolare al personale della biblioteca Classense di Ravenna e dell’Accademia Petrarca di lettere, arti e scienze di Arezzo, per la cortese disponibilità.

Bibliografia

  • Catalogo Ufficiale dell’Esposizione Vinicola Italiana, 1896, Buenos Aires.
  • Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, Nr. 190, 1896, Roma.
  • Programma e regolamento generale dell’Esposizione vinicola italiana che avrà luogo in Buenos Aires nei mesi di aprile e maggio 1896, 1895, BuenosAires.
  • Giornale Vinicolo Italiano, XXII, 1896, Casale Monferrato.
  • AA.VV., 150 anni di medaglie Johnson 1836-1986, 1986, Milano.
  • Bruzio Humberto, Buenos Aires en la medalla, Tomo I, 1981, Buenos Aires.