I palazzi veneziani in medaglia: si tratta di una tra le innumerevoli scelte che una città come Venezia offre a chi intende effettuare un viaggio virtuale tra calli, campielli, rii e canali seguendo il filo, qui organizzato cronologicamente, delle medaglie realizzate dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri.

Come è noto, infatti, sino alla fine del XVIII secolo, a Venezia (e non solo) la medaglia era volta più a celebrare un personaggio che a illustrare un aspetto monumentale della città; fatta eccezione per gli edifici religiosi, alla costruzione o consacrazione dei quali era molto spesso riservata la cosiddetta medaglia di fondazione.

Idealmente questa rassegna sui palazzi veneziani va a collegarsi con un mio studio, pubblicato parecchi anni fa (2006) in uno speciale di Cronaca numismatica (il n. 32) che si intitolava Venezia maggiore in medaglia; vi venivano presentate le medaglie legate alla Basilica di San Marco, al Campanile di San Marco e alla Basilica della Salute.

Quella che viene descritta qui non può certo essere definita una Venezia “minore”, però, accanto ad alcuni palazzi veneziani molto celebri ce ne sono altri assai meno noti, che possono destare una certa curiosità. Va infine precisato che non sono state proposte, in questa sede, le medaglie relative al Palazzo Ducale, cui si intende riservare una successiva, specifica trattazione.

Il Palazzo della zecca (1856)

Il primo tra i palazzi veneziani che vi presentiamo non poteva essere che il palazzo della zecca di Venezia, costruito tra il 1537 e il 1545 su progetto di Jacopo Sansovino. L’edificio si trova nell’area marciana, e si affaccia sul molo. Sotto le arcate che circondavano il vasto cortile interno, si svolgevano la lavorazione e la coniazione di monete e medaglie. L’attività della zecca continuò sino al 31 marzo 1870 (ma già dopo l’annessione di Venezia al Regno d’Italia, nel 1866, si era ridotta alla produzione delle sole medaglie). Fu poi sede della camera di commercio e della borsa. Dal 1905, nei suoi spazi trova sede la Biblioteca Nazionale Marciana.

Palazzi veneziani: il Palazzo della Zecca, opera di Sansovino

La medaglia qui proposta venne realizzata in occasione della visita dell’imperatore Francesco Giuseppe e di Elisabetta d’Austria all’officina monetaria veneziana, avvenuta il 24 dicembre 1856. La coppia imperiale era giunta a Venezia da Trieste un mese prima (il 25 novembre), nel frattempo, ad opera di Antonio Fabris (1790-1865), erano stati approntati i conî di una apposita medaglia, tanto che un esemplare venne stampato alla presenza dei sovrani. Il 7 gennaio successivo furono coniati 18 esemplari d’oro e 60 di bronzo; ma successivamente se ne aggiunsero altri 12 d’argento e 150 di bronzo. Sul dritto della medaglia è rappresentata la facciata della zecca prospiciente il molo.

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D/ Nel giro: OFFICINAM MONETARIAM ;nel campo: facciata della zecca di Venezia ; nell’esergo: VENETIIS / MDCCCLVI . A destra, sotto il basamento dell’edificio, in caratteri piccolissimi: A. FABRIS F. R/ Nel campo: FRANCISCVS IOSEPHVS I. / AVSTRIAE IMPERATOR / ET / ELISABETHA AMALIA / CONIVX AVGVSTA / PRAESENTIA / ORNANT ; sopra la scritta, due grifi reggono uno stemma con effigiata l’aquila bicipite coronata della casa imperiale austriaca

Autore: Antonio Fabris. Luogo di prod.: zecca di Venezia. Dimensioni: mm 38. Metalli: AU; AR, g 24,7; AE. Rif. bibl.: F. Saracino, L’opera medaglistica dell’incisore cav. Antonio Fabris (Udine 1790- Venezia 1865), “Medaglia”, 20 (XIII), 1985, p. 92, n. 41; A. Turricchia, Il Regno Lombardo-Veneto attraverso le medaglie, Roma 2003, n. 612.

Palazzo Lezze (1858)

Palazzo Lezze, prospiciente la fondamenta della Misericordia (nel sestiere di Cannaregio), fu costruito nelle forme attuali fra il 1645 e il 1670 su progetto di Baldassare Longhena. Soggetto a grave decadenza tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, venne rilevato nel 1829 da Giuseppe Antonelli che lo restaurò e vi installò la sua prestigiosa tipografia, collocando i torchi nel salone principale.

Palazzi Veneziani: il Palazzo Lezze “alla Misericordia” in un’antica incisione

Nel corso della sua permanenza a Venezia (25 novembre 1856 – 3 gennaio 1857) l’imperatore Francesco Giuseppe volle visitare la tipografia. Per commemorare l’avvenimento Antonelli incaricò lo scultore Pietro Zandomeneghi di realizzare un busto dell’imperatore. L’opera fu collocata nella tipografia e inaugurata il 6 giugno 1858; per l’occasione venne distribuita anche la medaglia, eseguita anche questa volta da Antonio Fabris. Ne furono coniati 2 esemplari in oro, 25 in argento e 120 in bronzo.

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D/ Nel giro, in alto: NON PERE SE IL FAVOR SCENDE DALL ALTO; nel campo: facciata del palazzo Lezze sovrastata da una stella raggiante; nell’esergo: TIPOGRAFIA ANTONELLI / IN VENEZIA. R/ Nel giro: A. FRANCESCO. GIUSEPPE. I / IMPERATORE. DI. AVSTRIA / RE. DI. LOM. E. DI. VEN. EC / DELLE. ARTI. E. DEGLI. INGEGNI / PROTETTORE. MVNIFICO (a sinistra dell’erma) ; IN. TESTIMONIANZA. PERENNE / DI. GRATITVDINE. PROFONDA / GIVSEPPE . ANTONELLI / ERESSE / NEL. VI. GIVGNO. MDCCCLVI (a destra dell’erma) ; nel campo: al centro, una nicchia incavata ove è riportata un’erma col busto di Francesco Giuseppe posta su una colonna. In basso, lungo il bordo: CAV. P. ZANDOMENEGHI. SCVLPI (a sinistra) ; A. FABRIS INCISE (a destra); in esergo: MDCCCLVIII 

Autore: Antonio Fabris. Luogo di prod.: Zecca di Venezia. Dimensioni: mm 48,5. Metalli: AU; AR; AE. Rif. bibl.: F. Saracino, L’opera medaglistica, op, cit., p. 94, n. 43; A. Turricchia, Il Regno Lombardo-Veneto, op, cit., n. 614.

Il Fondaco dei Turchi (1869)

La lunga legenda del rovescio della medaglia legata al Fondaco dei Turchi richiama i momenti fondamentali della storia del palazzo, a iniziare dalla sua fondazione (nella prima metà del XIII secolo) per poi passare, nel 1381, sotto la proprietà del marchese Nicolò d’Este. Nel 1621 Antonio Priuli lo affittò ad uso di fondaco ai Turchi. In tale occasione, per motivi di prudenza, l’edificio fu isolato da ogni parte e (con decreto 27 maggio 1627) manomesso con la demolizione delle due torricelle.

Palazzi Veneziani: la maestosa facciata del Fondaco dei Turchi

Nel 1830 venne ereditato da Leonardo Manin dal quale lo acquistò poi Antonio Busetto Petich. Benché avessero cessato la loro attività alla caduta della Repubblica, i turchi continuarono in qualche modo ad occuparlo anche nell’Ottocento. Le condizioni dell’edificio erano andate nel frattempo molto deteriorandosi; fotografie della metà del XIX secolo ci mostrano un edificio ormai cadente, con annesse varie catapecchie; le parti del palazzo ancora praticabili erano state destinate a deposito di tabacchi e di sigari. Tra il 1843 e il 1859 l’opposizione ostinata dell’ultimo turco, Sado-Drisdi, residente nel fontego e depositario di antichi privilegi, impedì l’avvio dei necessari restauri.

 Le condizioni in cui versava il Fondaco dei Turchi in una foto del 1858

Infine nel 1862, superati gli intoppi burocratici, venne approvato il progetto di risanamento dell’architetto Berchet per ridonare all’edificio la primitiva decorazione e per destinarlo a civico Museo ove collocare le raccolte di Teodoro Correr. Il restauro della facciata si concluse nella tarda primavera del 1869. La giunta municipale fissò per il 6 giugno, festa dello Statuto, la cerimonia della “discoperta” della facciata. La stampa locale diede molto rilievo all’avvenimento.

Tra l’altro la “Gazzetta di Venezia” del 5 giugno parlò anche della medaglia: “[…]. Sentiamo poi con piacere che il valente incisore sig. Francesco Stiore, a ricordare questa bella opera, sta preparando una medaglia che riporterà la facciata del Fondaco dei Turchi, con quella squisita maestria per cui egli è meritatamente onorato.”

Con ogni probabilità Francesco Stiore, ultimo grande incisore della zecca di Venezia (1806-1884) completò il suo lavoro verso la fine dell’estate. La“Gazzetta di Venezia” del 3 ottobre 1869 chiarisce che, oltre agli esemplari in bronzo, ne furono realizzati almeno due in oro, donati all’imperatrice di Francia e al re d’Italia, Vittorio Emanuele II, che si erano incontrati a Venezia: “Medaglia. Quel valente incisore ch’è il sig. Francesco Stiore, in occasione dello scoprimento della facciata del Fondaco dei Turchi, ha inciso una bella medaglia commemorativa […]. Di questa medaglia il sig. Stiore ne presentava un esemplare coniato in oro a S. M. il Re, ed un altro esemplare, pure in oro veniva dal principe Giovanelli presentato a S. M. l’Imperatrice dei Francesi, la quale degnavasi di accettarlo.”

palazzi veneziani medaglie architettura venezia serenissima arte bellezza calle campiello fondaco rio canaleD/ Nel giro, entro cornice: ERETTO SECOLO XIII RESTAURATO SECOLO XIX. Nel campo: rappresentazione dell’edificio restaurato. In esergo: F. STIORE INC. R/ Scritta in 10 righe: ERETTO DAI PESARO / FU DEI DUCHI DI FERRARA DEI PRIULI / FONDACO DEI TURCHI / IL COMUNE DI VENEZIA LO ACQUISTAVA / PROPONENTE A. MARCELLO PODESTA / INCOMINCIAVA IL PROGETTATO RESTAURO / PIER LUIGI BEMBO SUCCESSORE / SCOPRIVASI LA FACCIATA / GIUSEPPE GIOVANNELLI SINDACO / MDCCCLXIX

Autore: Francesco Stiore. Luogo di prod.: zecca di Venezia; Dimensioni: mm 62,5. Metalli: AU e AE. Rif. Bibl.: L. Mezzaroba, L’opera medaglistica di Francesco Stiore ultimo incisore della zecca di Venezia, “Rivista Italiana di Numismatica e Scienze affini”, CIV (2003), pp. 511-514

L’ex abbazia di San Gregorio (1911)

Di origine antichissima, l’abbazia di San Gregorio, situata nel sestiere di Dorsoduro, a pochi passi dalla basilica della Salute, ospitava una comunità di monaci benedettini. A partire dal XV secolo iniziò, per il complesso, una lunga e inesorabile decadenza che portò, nel 1775, alla soppressione del monastero. Mentre la chiesa adiacente (e raffigurata in secondo piano nella medaglia) mantenne ancora per qualche anno (sino al 1808) il ruolo di parrocchia, l’abbazia venne destinata ad uso abitativo e divenne di fatto un edificio privato.

 Palazzi veneziani: l’ex abbazia prospiciente il Canal Grande e il rio della Salute

Acquistata all’inizio del Novecento, dall’imprenditore veneziano Nicolò Spada (1868-1921), fu sottoposta a un lungo restauro diretto dall’ingegner Massimiliano Ongaro, sotto la responsabilità dell’Ufficio Regionale dei Monumenti. La cerimonia inaugurale ebbe luogo il 13 luglio 1911 e l’edificio fu nuovamente aperto alla cittadinanza senza alcun esborso pubblico. Per l’occasione venne realizzata la medaglia qui proposta, promossa da “estimatori ed amici veneziani” e realizzata dallo Stabilimento Stefano Johnson.

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D/ Tutto intorno, circolarmente, una fune cui è assicurato, in alto, un cartiglio con la scritta: · A · / NICOLO’ SPADA / ESTIMATORI ED AMICI / * VENEZIANI * ; in basso, un altro cartiglio, tra due ramoscelli di alloro, con la scritta: · ABBAZIA ·/ S. GREGORIO / · (fregio) 1911 (fregio) · ; nel campo: raffigurazione dell’ex abbazia restaurata, prospiciente il Canal Grande, con, in secondo piano, il tetto della chiesa di San Gregorio. R/ In alto, entro un cartiglio: EXCELSIOR / LIDO / * 1908 * ; nel campo: rappresentazione prospettica dell’Excelsior Palace Hotel; in primo piano, a sinistra, un albero. In basso lungo il bordo, a destra: S JOHNSON

Autore: anonimo. Luogo di prod.: Milano – Stabilimento Stefano Johnson. Dimensioni: mm 35. Metalli: AR, g 18,8. Rif. bibl.: L. Mezzaroba, Fondazioni, inaugurazioni e rinnovamenti a Lido attraverso le medaglie, in “Lido di oggi Lido di allora, 37 (2021), p. 12.

Il dritto della medaglia propone la facciata dell’abbazia di San Gregorio prospiciente il Canal Grande, sono ben visibili le grandi finestre d’angolo, con vista sul Bacino di San Marco, dalle quali si dice che Canaletto dipingesse le sue spettacolari vedute. Nel rovescio poi è raffigurato l’Excelsior Palace Hotel, di proprietà dello stesso Spada, con l’anno della sua inaugurazione, il 1908. Attualmente l’ex abbazia di San Gregorio è utilizzata come sede prestigiosa di mostre e di eventi collaterali della Biennale di Venezia.

 Palazzo Da Mosto a Sant’Agnese (1938)

La medaglia qui presentata, opera di Costantino Affer (1906-1987) ricorda la concessione dell’erezione canonica della Congregazione delle Scuole di Carita nel 1938. L’educazione dei giovani indigenti era stata avviata, nella città lagunare, fin dal 1802, con la fondazione della Congregazione Mariana, da parte di due fratelli veneziani, i conti Antonangelo (1772-1858) e Marcantonio (1774-1853) Cavanis, che avevano preso i voti sacerdotali rispettivamente nel 1794 e nel 1806.

Nel 1804 essi istituirono le Scuole Cavanis gratuite nella parrocchia di San Trovaso (nel sestiere di Dorsoduro); nel 1806, per offrire una sede adeguata a ospitare gli scolari, i due fratelli acquistarono il palazzo Da Mosto, a poca distanza dalla chiesa di Sant’Agnese.

Palazzi veneziani: la facciata di Palazzo Da Mosto a Sant’Agnese come si presenta oggi

Negli anni successivi i Cavanis cercarono di fare approvare il progetto di due istituti di educazione (uno maschile e uno femminile) e le regole della Congregazione, ma furono a lungo osteggiati dalle autorità asburgiche. Infine, nel 1838 venne concessa l’erezione canonica (anche se solo per l’istituto maschile).

Nel 1938 dunque ricorreva il centenario di tale concessione, che venne commemorata con una serie di iniziative che si protrassero dal 16 luglio 1938 (con solenni cerimonie nella chiesa di Santa Agnese e nel Conservatorio Benedetto Marcello) al 7 maggio 1939 (con un solenne pontificale presieduto dal card. Patriarca Adeodato Giovanni Piazza).

Tornando alla medaglia è opportuno segnalare che la facciata del palazzo proposta nel dritto è assolutamente fedele a quella ancor oggi visibile, ma rispecchia l’edificio come appariva nel 1938 e non certo quello di cento anni prima. Va infatti ricordato che, nel corso della seconda metà del XIX secolo, l’originario palazzo da Mosto venne profondamente ristrutturato per dar spazio alle classi degli alunni e alle abitazioni dei sacerdoti. Del tutto corretta invece la presenza della gondola ormeggiata davanti all’edificio. Nel 1838 il palazzo si affacciava ancora sul rio di Sant’Agnese, che venne interrato nel 1863.

palazzi veneziani medaglie architettura venezia serenissima arte bellezza calle campiello fondaco rio canaleD/ Nel giro, entro corona perlinata: P. ANTONANGELO – E · P. MARCANTONIO · CONTI · CAVANIS ; nel campo: raffigurazione frontale dei due fratelli, in abiti talari; quello di sinistra regge un libro chiuso su cui campeggia la croce, quello di destra tiene un libro aperto sulla scritta incusa: CONGRE/GAZIO/NE DEL/LE SCUO/LE DI / CARITÀ ; nell’esergo: AFFER. R/ Nel giro, entro corona perlinata: IST. CAVANIS · I° CENT · EREZIONE CANONICA ; nel campo: facciata di palazzo Da Mosto affacciato sul rio di Sant’Agnese sulle cui acque galleggia una gondola. In basso: stemma dei conti Cavanis, sormontato da cimiero, con, alla destra, in basso, il monogramma della ditta Lorioli: FML

Autore: Costantino Affer. Luogo di prod.: Milano – ditta Lorioli. Dimensioni: mm 42. Metalli: coniata in AE. Rif. bibl.: V. Lorioli, Lorioli fratelli 70 anni di medaglie, Clusone (BG) 1990, pp. 28-29, n. 16.

Palazzo Grassi (1951)

Palazzo Grassi, che si affaccia sul Canal Grande quasi di fronte a Ca’ Rezzonico, venne costruito tra il 1748 e il 1772 per volontà della famiglia Grassi, tra le ultime entrate a far parte del patriziato veneziano (1718). Dopo che, verso la metà del XIX secolo, il casato si estinse, l’edificio passò, in rapida successione, sotto vari proprietari.

Palazzi veneziani: l’imponente facciata di Palazzo Grassi lungo il Canal Grande

Nel 1908 fu acquistato dall’imprenditore svizzero Giovanni Stucky (noto per aver dato vita, a Venezia, all’imponente complesso industriale del Molino Stucky); per un breve periodo passò sotto la proprietà di Vittorio Cini, per essere infine acquistato dalla multinazionale italiana SNIA Viscosa (1949) che scelse questo palazzo come sede del Centro Internazionale delle Arti e del Costume.

Tra il 25 agosto e il 15 ottobre 1951, in occasione dell’inaugurazione del Centro, Palazzo Grassi ospitò una grande mostra per la quale furono realizzati vari distintivi e soprattutto la medaglia commemorativa qui proposta, coniata, presso lo Stabilimento Stefano Johnson, in argento dorato, in argento e in bronzo. Opera di Emilio Monti (1901-1981), la medaglia raffigura sul dritto la facciata del palazzo prospiciente il Canal Grande, mentre sul rovescio propone il simbolo del Centro, vale a dire la sagoma della croce pomellata della cupola maggiore della basilica di San Marco a Venezia.

palazzi veneziani medaglie architettura venezia serenissima arte bellezza calle campiello fondaco rio canaleD/ Nel giro, entro cornice perlinata: CENTRO · INTERNAZIONALE · DELLE · ARTI · E · DEL · COSTVME ; nel campo: facciata di Palazzo Grassi prospiciente il Canal Grande, con, sotto, la scritta PALAZZO GRASSI ; in basso: leone di San Marco in maestà. R/ Nel giro, entro cornice perlinata: VENEZIA 25 AGOSTO 1951 ; nel campo: croce pomellata della cupola maggiore della basilica di San Marco. Sotto, cartiglio destinato ad accogliere il nome, inciso, del destinatario della medaglia: ACHILLE GAGGIA

Autore: Emilio Monti. Luogo di prod.: Milano – Stabilimento Stefano Johnson. Dimensioni: mm 45. Metalli: ARd, g 39,4. Rif. bibl.: C. Johnson, A. Johnson, 150 anni di medaglie Johnson 1836-1986, Milano 1986, n. 416

Nel 1983 il Centro cessò la sua attività; il palazzo venne acquistato dalla FIAT e sottoposto a una importante opera di restauro su progetto di Gae Aulenti. Infine, nel 2005, l’edificio passò sotto la proprietà di François Pinault che, dopo aver promosso altri importanti lavori di ristrutturazione, lo destinò a sede di esposizione di opere d’arte.