Importanti progressi nella valorizzazione del ripostiglio di Calvatone

Centoquaranta antoniniani nascosti attorno alla metà del III secolo sono allo studio degli archeologi dell'Università di Milano. Presentati al pubblico i primi risultati

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Importanti progressi nella valorizzazione del ripostiglio di Calvatone

a cura della redazione | Betriacum o Bedriacum è un antico vicus romano nei pressi del comune di Calvatone (Cr). Il centro antico, identificato da scavi effettuati dall’Università di Milano, era posto sulla riva destra dell’Oglio a presidio di un passaggio fluviale. A Betriacum si svolsero nel 69 d.C. due battaglie: la prima tra le truppe di Otone e quelle di Vitellio e vinta dal secondo; la seconda tra le truppe fedeli a Vitellio e quelle fedeli a Vespasiano e guidate da Antonio Primo e vinte da quest’ultimo. Parte degli oggetti recuperati nel sito archeologico sono visibili presso il Museo Platina nel comune di Piadena.

Ad interessarci maggiormente, tuttavia, come numismatici è il fatto che il 7 ottobre presso il Visitors Centre nel Municipio di Calvatone sono stati presentati i risultati della campagna di scavo 2018 dell’Università degli Studi di Milano che ha interessato un quartiere residenziale di Bedriacum, mai indagato prima d’ora.


Tra le macerie di uno degli edifici è stata fatta una scoperta notevole: un ripostiglio monetale di 140 esemplari circa databile all’età di Gallieno, imperatore tra il 253 e il 268 d.C. La sua posizione indica che, all’epoca del suo seppellimento, a metà del III secolo, questo settore di Bedriacum era già in rovina, abbandonato e aveva già subito consistenti spoliazioni. Un dato storico nuovo, dal momento che finora si era ipotizzato che la crisi dell’abitato romano e il suo abbandono fossero avvenuti soltanto nel IV-V secolo.

Il ripostiglio è stato nascosto e mai più recuperato dal suo proprietario in un momento di crisi, politica e militare, dell’Impero Romano. Le monete sono sono state deposte all’interno del fondo di un vaso in ceramica, perché non si disperdessero nel terreno. Sono attualmente in corso di restauro, a cura dell’Università degli Studi di Milano.

Si tratta di un gruzzolo di antoniniani, moneta introdotta dall’imperatore Caracalla, all’inizio del III sec. d.C., del valore di un doppio denario, ufficialmente moneta d’argento, ma all’epoca ormai soltanto rivestita di una pellicola di metallo prezioso. Altri ripostigli furono trovati a Calvatone, nel 1911 e nel 1942, databili tra II e I sec. a.C., ma andarono quasi completamente dispersi. Non si sa con precisione da dove provenissero e da quante monete fossero composti.